LE PAROLE DI SALVINI
Con una diretta Facebook Matteo Salvini ha voluto commentare la notizia di una lettera dall’Europa in arrivo al Governo italiano. Tra le altre cose ha citato le manovre compiute, su indicazione di Bruxelles, in Italia negli anni scorsi, come la riforma pensioni targata Fornero. “Debito pubblico, 1 gennaio 2012, ricordate l’era Monti, Fornero, tagli, austerità, l’Europa ci chiede, via le pensioni, i sindaci non spendono; aumento delle tasse, la tassa sulle barche, la tassa sui conti correnti, mancava la tassa per andare in bagno…”, sono le parole del vicepremier riportate da Askanews. Il leader della Lega ha anche criticato il Partito democratico, che “lancia l’allarme spread come se il voto degli italiani di domenica non fosse un voto libero e chi vota Lega vota spread, vota debito. No, chi vota Lega sceglie l’esatto contrario, rivedere le norme europee vecchie, superate che hanno portato il debito a crescere e il lavoro a scendere”. Dal suo punto di vista occorre ora “una grande conferenza intergovernativa sul futuro dei nostri figli, sul ruolo della Banca centrale europea, sulla garanzia del debito, sulla crescita e la possibilità di investire”.
TRIDICO (INPS) SU RIFORMA PENSIONI
Pasquale Tridico è stato intervistato da Panorama e nell’occasione ha parlato anche della riforma pensioni con Quota 100, spiegando che “abbiamo 130 mila domande, arriveremo a 260 mila, forse più. Uno strumento utile. Permette alle persone un pensionamento flessibile e sostenibile. Il tasso di sostituzione è positivo”. A Luca Telese, che gli faceva notare che tale tasso non sarà, secondo molti commentatori, del 100%, il Presidente dell’Inps ha risposto: “Nel pubblico sì. Nelle grandi aziende anche di più. Certo, l’occupazione viene spinta dagli investimenti”. “Quando si parla di misure sociali bisogna pensare che quelle persone erano in difficoltà, dopo aver lavorato una vita, e che ora sono in pensione. Dobbiamo pensare che un milione di italiani non avevano un sostegno e adesso lo prendono”, ha poi aggiunto Tridico, che non ha nascosto una certa soddisfazione per il decreto dignità: “È stata una scommessa: quando vedo che siamo a più 200 mila contratti a tempo indeterminato, vorrei stappare uno champagne”.
LA RICHIESTA DI FURLAN AL GOVERNO
Il risultato delle elezioni europee, per Salvini, è una spinta in più per lavorare, dopo quanto fatto sulla riforma pensioni con Quota 100, al varo della flat tax. Interrogata sul tema dai cronisti, secondo quanto riporta Adnkronos, Annamaria Furlan, a margine di un evento sindacale a Palermo, ha detto che “il Paese da tanto tempo ha bisogno di una riforma del fisco, ma deve essere una riforma che premia quello che rappresenta l’85% dell’erario e cioè i lavoratori dipendenti e i pensionati che sono i veri azionisti dell’erario italiano. Ci vuole una riforma fiscale che renda più pesanti le buste paga e le pensioni degli italiani”. “Ragionare oggi di un sistema fiscale significa ragionare di un fisco amico del lavoro, non com’è il fisco italiano, e poi una grande lotta all’evasione fiscale per nulla scalfita nel nostro Paese”, ha aggiunto la Segretaria generale della Cisl. Secondo quanto riporta blogsicilia.it, riguardo l’autonomia differenziata Furlan ha sottolineato che “la questione deve essere analizzata bene perché ci sono competenze che più sono vicine al territorio e meglio si possono svolgere, penso alla gestione del mercato del lavoro e alla formazione professionale”.
RIFORMA PENSIONI VITALIZI IN FVG
Oltre alla riforma delle pensioni dei parlamentari, il Governo ha chiesto alle Regioni di provvedere a tagliare i vitalizi degli ex consiglieri. E il Friuli-Venezia Giulia oggi ha approvato una proposta di legge “firmata da consiglieri rappresentanti ogni Gruppo del Consiglio regionale e con cui si va a rideterminare la misura degli assegni vitalizi”. Dal prossimo 1° luglio, quindi, “la misura degli assegni vitalizi e delle relative quote sarà rideterminata secondo il metodo del calcolo contributivo”. È stato stabilito che “dal 1° luglio 2019 e fino al completamento degli adempimenti necessari alla rideterminazione della misura degli assegni, si continuano ad erogare gli assegni e le relative quote nelle misure spettanti dalla legislazione vigente. Quando tutti gli adempimenti saranno completati, si recupererà l’eventuale differenza erogata in eccedenza mediante una trattenuta sull’assegno o relativa quota”. In questo modo, quindi, il Friuli-Venezia Giulia conclude con ampio anticipo, rispetto alla scadenza fissata dalla Conferenza Stato-Regioni (30 giugno), l’iter di riforma dei vitalizi.
QUOTA 100, MENO RICAMBIO DEL PREVISTO
La riforma delle pensioni con Quota 100 e il Reddito di cittadinanza potrebbero costare molto meno del previsto. In un articolo di Panorama si arriva a ipotizzare che “lo Stato potrà risparmiare solo quest’anno una cifra vicina ai 5 miliardi rispetto ai miliardi stanziati”. Nello specifico, per Quota 100, tenendo conto delle domande finora presentate, si dovrebbero in tre anni avere “13,7 miliardi di uscite contro i 20,9 miliardi messi a bilancio, con un risparmio nel triennio di circa 7,2 miliardi”. “Morale della favola: nel 2019 avremmo dovuto spendere 3,9 miliardi per Quota 100 e 7,1 miliardi per il reddito di cittadinanza per un totale di 11 miliardi. Probabilmente le uscite saranno invece di 2,3 miliardi per le pensioni anticipate e di 4 miliardi per il reddito, per un totale di 6,3 miliardi. Quindi la spesa complessiva si riduce, in base a queste ipotesi, di 4,7 miliardi”, si legge nell’articolo, che si conclude con la considerazione sul fatto che, di conseguenza, “sarà minore l’ipotetico ricambio generazionale tra pensionati e giovani lavoratori”.
DI BATTISTA DIFENDE LA RIFORMA PENSIONI
C’è anche autocritica nel Movimento 5 Stelle dopo il risultato delle elezioni europee. Dopo il vertice tenutosi ieri al Mise, Alessandro Di Battista, secondo quanto riporta Tpi, ha detto: “Quando andiamo alla grande, ognuno si prende i propri meriti. E quando si prende una scoppola, come questa che è stata probabilmente la più grande sconfitta del Movimento, tutti hanno le loro responsabilità”. L’ex deputato esclude che sia il patto stretto con la Lega ad avere causato la debacle e cita anche le misure di riforma pensioni adottate dall’esecutivo. “Non è l’alleanza con i leghisti a essere responsabile del crollo. Questa alleanza, e lo dico da cittadino, ci ha consentito di portare a casa il reddito di cittadinanza, che sta dando dignità a molte persone, una legge contro la corruzione, che sta colpendo e sta facendo emergere casi di corruzione, poi quota 100 e le pensioni di cittadinanza”, ha detto Di Battista, secondo cui il recente atteggiamento del Movimento 5 Stelle con l’alleato di governo “doveva essere assunto precedentemente. Questo è stato un errore”.
I “RIMPROVERI” A DI MAIO
Il risultato delle europee 2019 non è stato molto soddisfacente per il Movimento 5 Stelle, ma da Fabio Versaci arriva un chiaro messaggio circa la volontà di non mollare dopo un inatteso calo dei consensi rispetto alle politiche. Il Presidente del Consiglio comunale di Torino, inoltre, secondo quanto riporta nuovasocieta.it, usa l’ironia per commentare il voto, rivolgendosi a Luigi Di Maio e parlando anche dei provvedimenti di riforma pensioni voluti da M5s: “Caro Luigi è tutta colpa tua. Dovevi lasciare i vitalizi. Dovevi lasciare le pensioni d’oro. Dovevi prendere i rimborsi elettorali. Dovevi tenerti tutto lo stipendio. Dovevi fare una bella legge ad personam. Dovevi fare solo propaganda. Dovevi impedire a Bonafede di fare la spazza corrotti. Dovevi lasciare il Paese senza reddito di cittadinanza. Dovevi lasciare la legge Fornero. Dovevi lasciare il Jobs Act. Dovevi batterti per tenere Siri nel governo. Dovevi fregartene di tutti quegli operai che perdono il lavoro. Dovevi tenerti tutti i privilegi. Dovevi farti i fatti tuoi e non fare un governo.Dovevi sistemare qualche amico. Dovevi fare subito il Tav. Dovevi farti le foto mentre mangiavi la nutella”.
RIFORMA PENSIONI, L’INTERROGAZIONE SUGLI ESODATI
Dopo le elezioni europee 2019 tutti i partiti potrebbero essere più concentrati sui provvedimenti da prendere che non alle promesse da fare dinanzi agli elettori. Anche in tema di riforma pensioni. Luigi Di Maio dovrà, per esempio, rispondere a un’interrogazione parlamentare presentata alla Camera da alcuni parlamentari del Partito democratico, a prima firma di Chiara Gribaudo, nella quale si chiede se il Governo intende promuovere soluzioni per i 6.000 esodati ancora privi di salvaguardia. Come fa notare Elide Alboni sulla pagina Facebook del Comitato esodati licenziati e cessati, l’interrogazione è importante, anche se contiene “un piccolo errore, ovvero è seriamente scorretto parlare delle sole domande respinte nelle precedenti salvaguardie perché non sono tanti ma ci sono, esistono, li conosciamo, esodati che non presentarono domanda in altre salvaguardie perché all’altezza delle norme conoscevano i termini dei requisiti delle stesse in cui in quel momento non rientravano e perciò proprio perché meritevoli non avere intasato le verifiche in Inps durante il vaglio delle certificazioni, sarebbe disumano non fossero compresi come purtroppo l’interrogazione” potrebbe lasciare intendere.
RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA SU OPZIONE DONNA
Dopo l’affermazione della Lega alle europee, Paola Viscovich, amministratrice del gruppo Opzione Donna: le Escluse, in un’intervista a Mymagazine.news chiede a Claudio Durigon di mantenere la promessa di prorogare di un altro anno Opzione donna. “Non gli daremo la possibilità di dimenticarsi di noi. L’attenzione deve essere mantenuta alta, abbiamo davanti mesi di lotta, ma nella prossima Ldb vogliamo vedere scritto ‘Proroga OD AL 31/12/19’”, aggiunge.