RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CAZZOLA
In un articolo pubblicato sul Diario del lavoro, Giuliano Cazzola evidenzia che “la previdenza potrebbe venire in soccorso della disoccupazione. Già negli anni ’80 del secolo scorso la ristrutturazione di importanti settori produttivi fu messa a carico del sistema pensionistico attraverso i c.d. prepensionamenti (circa 400mila per un costo di 50mila miliardi di lire) il cui onere fa parte ancora dei trasferimenti ordinari dal bilancio dello Stato a quello dell’Inps. Ecco perché, se si vuole discutere di pensioni, non ha senso infilarsi in un riordino di carattere generale a disposizione di tutti, anche di coloro che non hanno particolari problemi di lavoro e di salute in una fase come l’attuale”. Dall’ex deputato arriva quindi un’indicazione piuttosto precisa in tema di riforma pensioni.
GLI INTERVENTI MIRATI NECESSARI
Cazzola evidenzia anche che “i turn over automatici (tanti purchessia vanno in pensione, altrettanti purchessia prendono il loro posto) appartengono alle teorie economiche dei Bar Sport della provincia profonda. Un altro paio di maniche sono gli interventi mirati, lo sviluppo dei fondi bilaterali (che già durante la pandemia hanno fatto la loro parte ovviamente dove c’erano ed operavano): strumenti che, nella transizione, possono intervenire nella prospettiva di una svolta a livello delle politiche attive. Poi smettiamola di sparare cifre di esuberi per sentito dire. Il solo dato certo è che il combinato perverso tra le restrizioni dell’attività produttiva (è bastato riaprire per assistere ad una robusta ripresa) e la pretesa di congelare la normale gestione del personale nelle aziende non ha impedito la perdita di un milione di posti di lavoro”.
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