RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGON
Interpellato da Adnkronos, Claudio Durigon giudica positivamente la proposta dei sindacati per Quota 41. “Anche noi pensavamo a Quota 41, non posso che essere d’accordo con la proposta dei sindacati per non tornare alla legge Fornero”, dice il sottosegretario all’Economia, ricordando che “Quota 100 nasceva come una norma per la flessibilità in uscita che ha bloccato l’aspettativa di vita prevista dalla legge Fornero”. Secondo Durigon, “la crisi farà parecchi licenziamenti quindi saranno necessari strumenti di flessibilità in uscita”. Rainews intanto riporta le dichiarazioni di Pierpaolo Bombardieri in tema di riforma pensioni. “La sostenibilità economica della legge Fornero non guarda in faccia le diverse esigenze e situazioni, un errore drammatico che abbiamo pagato in questi anni”, ha detto il Segretario generale della Uil, secondo cui “il sistema previdenziale italiano sconta uno storico, grossolano errore: le risorse per assistenza e previdenza non sono separate. È assurdo. Ora finalmente c’è una commissione al lavoro proprio su questo”.
FIOM: “CAMBIARE SUBITO LA RIFORMA PENSIONI”
«La riforma delle pensioni così come è stata fatta, assieme ai non investimenti sulle politiche attive del lavoro, ci ha portato a pagare il debito pubblico, questa è la verità», attacca Francesca Re David, segretario generale della Fiom-Cgil a Omnibus su La7. «Pensioni è un tema enorme e così non funziona: il modello italiano è uguale a quello cileno, gli unici completamente contributivi e senza alcuna forma di flessibilità e solidarietà», prosegue sulla scia di quanto già ieri il suo predecessore alla Fiom Maurizio Landini rilanciava nell’evento nazionale sulle pensioni. «È il momento di affrontare questa riforma, il lavoro deve essere la priorità per una volta!». D’accordo sull’affrontare la sfida del lavoro nell’agenda politica l’ex Ministro del Sud Giuseppe Provenzano, intervenuto subito dopo Re David a “Omnibus“. In contrasto all’intervento della leader Fiom, il giornalista del Sole 24 ore Gianni Trovati che fa sottilmente notare come in realtà le tante riforme pensioni in questo Paese «hanno creato debito, non lo hanno pagato, come dimostra la Quota 100». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE ANIEF
I dati relativi alla disparità di genere presenti nel sistema previdenziale, di cui ha parlato Repubblica, non sono passati inosservati e Marcello Pacifico, come riporta orizzontescuola.it, ha evidenziato che l’emblema dello status quo è il personale scolastico, visto che “più dell’80% è composto da donne, oltre 200mila precarie, che entrano in ruolo quasi sempre dopo anni e anni di supplenze, con il calcolo degli anni di precariato valutati solo in parte, dei compensi che alla lunga risultano dimezzati rispetti ad un collega tedesco o del Nord Europa. E gli ultimi anni di servizio sono pure costrette a curarsi da patologie da stress, non riconosciute ma palesemente ricollegabili alla professione”. Il Presidente dell’Anief torna quindi ad avanzare la richiesta di una riforma pensioni che possa permettere “a chi opera in una condizione di rischio, anche biologico e pure questo non riconosciuto, di potere accedere alla meritata pensione poco dopo i 60 anni. Non dimentichiamo che in Italia abbiamo ormai la classe docente più vecchia al mondo. Serve una politica di ampio raggio che permetta alle donne di accedere al ruolo con stipendi degni di questo nome”.
LE APERTURE DELL’ESECUTIVO
I sindacati hanno rilanciato ieri le loro proposte in tema di riforma pensioni e, scrive pensionioggi.it, “l’esecutivo, per il momento, ha aperto solo ad una proroga degli strumenti selettivi già attualmente esistenti, come in particolare ape sociale ed opzione donna, e ad un ampliamento del novero dei lavori gravosi ed usuranti. Proprio in tal senso a fine anno dovrebbero concludersi i lavori delle due Commissioni paritetiche sui lavori gravosi e sull’andamento della spesa previdenziale. Obiettivo: costituire la base per una diversificazione dell’età pensionabile in funzione della gravosità delle mansioni proseguendo l’attività già avviata con la legge n. 232/2016”. Il Sole 24 Ore conferma questa linea, evidenziando che “la discussione sembra destinata a ripartire con due soli punti fermi: la necessità di garantire uscite agevolate per i lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti, magari rafforzando l’Ape sociale, e di dare una maggiore spinta ai contratti di espansione anche per favorire la cosiddetta staffetta generazionale”.
RIFORMA PENSIONI, IL DIVARIO DI GENERE NELLA PREVIDENZA
In un articolo su Repubblica viene evidenziato che l’anno scorso, stando ai dati Inps, si è sostanzialmente chiuso un divario di genere che resisteva da dieci anni: “Le donne tornano ad andare in pensione di vecchiaia quasi come gli uomini, quanto a numeri assoluti. Non accadeva dal 2012, da quando cioè la legge Fornero ha inasprito i requisiti dell’età anagrafica, agganciati alla speranza di vita e ora appaiati per tutti a 67 anni”. In questi dieci anni ci sono state tra l’altro misure come Quota 100, che ha sicuramente favorito gli uomini rispetto alle donne, e un ricorso più massiccio a Opzione donna, rivolta sì solamente alla platea femminile, ma che comporta il ricalcolo contributivo pieno dell’assegno pensionistico, con una penalizzazione piuttosto pesante. Dunque le prossime misure di riforma pensioni non potranno non guardare alla platea femminile.
LE PAROLE DI SBARRA E CARFAGNA
Anche per questo, Luigi Sbarra, Segretario generale della Cisl, chiede la proroga di Opzione donna e “un ulteriore intervento dedicato alle donne con figli: il riconoscimento di 12 mesi per figlio per anticipare l’età della pensione oppure a scelta della lavoratrice incrementare il coefficiente di calcolo della pensione. Anche la valorizzazione dei lavori di cura, che riguardano moltissime donne, a fini pensionistici è un tema che vogliamo affrontare”. Intanto su Twitter la ministra per il Sud Mara Carfagna dice di apprezzare “l’idea dei sindacati di dare alle donne un anno di sconto sull’età pensionabile per ogni figlio. È la proposta di legge su QuotaMamma che presentai nel 2020, è arrivato il momento di discuterne sul serio”.