IL TWEET DI MARATTIN
In un tweet il deputato di Italia Viva Luigi Marattin evidenzia che “in un paese di 60 mil a bassa natalità, dove 23 mil di lavoratori pagano le pensioni di 16 mil, i lavoratori devono crescere più velocemente dei pensionati, sennò il sistema non regge. Usando sia politiche su domanda di lavoro che su offerta. Slogan e chiacchiere stanno a zero”. Cesare Damiano, invece, in un articolo sul Domani parla dell’estensione del contratto di espansione, facente parte delle misure di riforma pensioni contenute nella Legge di bilancio, segnalando che “in linea generale, le previsioni istituzionali parlano di nuove e maggiori coperture per 12,4 milioni di persone. Tale dilatazione del campo dei beneficiari è stata operata attraverso l’ampliamento della portata degli istituti passati in rassegna, senza un vero stravolgimento dell’assetto strumentale. Si legge inoltre l’intento del legislatore di orientare gli ammortizzatori sociali a sostegno delle imprese che si impegnano in riassetti organizzativi, soprattutto verso transizioni verdi e digitali”.
PENSIONI, LA PROPOSTA TRIDICO RESTA SUL TAVOLO
In attesa del confronto tecnico in arrivo domani al Ministero del Lavoro, sul tavolo delle varie ipotesi per la prossima riforma pensioni resta ancora l’opzione avanzata dal Presidente Inps Pasquale Tridico: una sorta di “compromesso” tra la flessibilità in uscita e il ricalcolo del contributivo sull’assegno previdenziale.
Non è una novità ed è da mesi che se ne parla ma finora né il Governo né i sindacati hanno escluso del tutto l’ipotesi: si porterebbe l’uscita dal mondo del lavoro a 64 anni ottenendo solo una quota contributiva in pensione, salvo poi dai 67 anni ricevere anche la parte retributiva. Come spiegano le ultime fonti sindacali all’ANSA, la soluzione finora non preferita dalle sigle nazionali potrebbe tornare ad essere accettabile se quei 64 fossero diminuito a 62-63. In alternativa resta la riduzione della quota retributiva della pensione per chi decidere di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro: questa sarebbe una vera “svolta” oltre la riforma Fornero ma al momento resta un’opzione addirittura meno “battuta” rispetto a quella del Presidente Tridico. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI PACIFICO
Domani, come noto, è in programma un nuovo incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Marcello Pacifico, come riporta orizzontescuola.it, chiede che per il personale scolastico sia prevista una speciale finestra di pensionamento. “Quota 98 sarebbe una giusta mediazione rispetto al burnout evidente che affligge la categoria dopo i 60 anni di età: riteniamo che l’età pensionabile debba essere in linea con la media Ocse, cioè collocata a 63 anni rispetto ai 67 previsti nel 2011 dalla Legge Fornero”, spiega il Presidente dell’Anief, secondo cui è importante anche che “si agisca legislativamente per attuare il riscatto della laurea gratuito”, anche perché secondo la stampa specializzata diversamente il lavoratore deve versare tra i 26.000 e i 100.000 euro. Dal suo punto di vista, inoltre, “fino a quando non si separerà il welfare dal sistema pensionistico, i conti Inps saranno sempre in rosso, ma non per colpa delle pensioni frutto del lavoro portato avanti dai dipendenti per una vita”.
L’INCONTRO ALBANESE-FARAONE
Il Presidente della Camera di Commercio Palermo Enna Alessandro Albanese, come riporta giornaleora.it, spiega di aver “avuto un confronto molto franco e consegnato al senatore Davide Faraone le istanze del mondo delle imprese, a partire dall’assoluta necessità di una importante opera di sbrurocratizzazione che deve essere consequenziale all’arrivo dei fondi del Pnrr, ma anche la necessità di intervenire con urgenza sul caro energia. Inoltre, è stata evidenziata “l’impellente azione da portare avanti nei confronti di Inps e Mise affinché si risolva una volta per tutte la problematica dei pensionati delle Camere di Commercio siciliane che attualmente sono a carico degli enti costretti a impegnare fondi molto consistenti per garantire gli assegni di quiescenza”. “Ho ascoltato le istanze del mondo produttivo e sono in grande sintonia con loro”, ha detto il Senatore di Italia Viva.
RIFORMA PENSIONI, L’INTENTO DI DRAGHI
Come spiega Federico Fubini sul Corriere della Sera, Mario Draghi ha proposto a Monsignor Vincenzo Paglia di guidare un gruppo di lavoro a palazzo Chigi per fornire supporto tecnico-scientifico alla realizzazione, nell’arco di un paio di mesi, di una proposta di legge delega per cambiare le politiche di assistenza agli anziani. Alcuni dei quali “diventano prede. Predatori sono i proprietari di tante sedicenti ‘case di riposo’ nate in questi anni senza titoli, senza attitudini né volontà, interessati solo a prelevare le pensioni dei loro ospiti in cambio del meno possibile o magari in cambio di maltrattamenti”. “Questo scandalo silenzio può solo allargarsi ogni giorno di più, in mancanza di risposte adeguate”, scrive Fubini.
IL PROBLEMA DELL’ASSISTENZA AGLI ANZIANI
Infatti, “oggi in Italia vivono quattordici milioni di anziani, sette al di sopra dei 75 anni di età dei quali 2,7 milioni con limitazioni serie dell’autonomia personale. Di questi, oltre un milione abita da solo o con un coniuge coetaneo e dichiara di non trovare alcun aiuto o un aiuto sufficiente. Centinaia di migliaia vivono con pensioni al limite della sopravvivenza. È una parte della società italiana che sicuramente si allargherà nei prossimi anni e, se non si fa niente, sarà sempre più soggetta a scivolare nella rete sommersa, senza regole, dei cacciatori di assegni previdenziali dietro la finzione delle ‘case di riposo'”. Si spera quindi che si riesca a raggiungere un risultato in grado di prevenire queste situazioni che vanno a discapito di una fascia di popolazione sempre più in aumento.
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