LA BATTAGLIA CIDA SUI TAGLI ALLE PENSIONI D’ORO

La riforma pensioni varata con la scorsa manovra aveva previsto un taglio delle cosiddette pensioni d’oro, contro cui la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità ha avviato una battaglia legale attraverso dei “ricorsi pilota”, che hanno riguardato anche il blocco parziale delle indicizzazioni degli assegni. La Cida con una nota ha fatto sapere che “ la Corte dei Conti, Sez. giurisdizionale per il Friuli Venezia Giulia, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale dei provvedimenti legislativi che hanno determinato l’ennesimo blocco della perequazione e il prelievo straordinario sulle pensioni di importo medio-alto”. Ora la Confederazione auspica “che anche gli altri ricorsi avviati possano produrre analoghi risultati, in particolare quelli sui quali saranno chiamati a pronunciarsi i Tribunali ordinari, in quanto riferiti a dirigenti del settore privato. Una pluralità di rinvii provenienti da sedi diverse, specialmente se corredati da motivazioni tra loro coerenti, potrà significativamente testimoniare la fondatezza delle tesi da noi sostenute”.



FORZA ITALIA DIFENDE QUOTA 100

Italia Viva sembra intenzionata a presentare un emendamento contro la riforma pensioni con Quota 100, chiedendo la soppressione della misura varata dal Governo Lega-M5s lo scorso anno per utilizzare le risorse per altri obiettivi. Secondo Mariastella Gelmini, si tratterebbe di “un errore. Quota 100 ha certamente dei limiti e suo tempo li abbiamo rilevati. Ma adesso è una legge dello Stato e non si possono continuamente cambiare le carte in tavola. Persone e imprese hanno fatto dei programmi”. Una posizione che è simile a quella espressa da esponenti del Pd, di M5s e di Leu, anche se in questo caso la Presidente del gruppo di Forza Italia alla Camera aggiunge che anche le imprese hanno fatto i loro programmi, pensando a scivoli di prepensionamento sfruttando Quota 100. Al Sole 24 Ore l’ex ministra dell’Istruzione spiega anche che “Renzi prima di pensare a Quota 100 dovrebbe spiegare da novello liberale come fa a votare il reddito di cittadinanza e l’aumento della cedolare secca sugli affitti”.



CONTE: QUOTA 100 PILASTRO DELLA MANOVRA

Giuseppe Conte cerca di respingere al mittente il “siluro” di Italia Viva contro la riforma pensioni con Quota 100, dopo che Matteo Renzi ha annunciato la presentazione di un emendamento per cancellare la misura previdenziale che invece il Governo intende confermare fino alla sua naturale scadenza del 2021. Da Bruxelles, dove si è chiuso il Consiglio europeo incentrato sulla Brexit, il Premier, secondo quanto riportato dal sito di Repubblica, ha detto: “Quota cento c’è, è un pilastro della manovra. C’è un iter parlamentare e dobbiamo rispettare le opinioni, ma confido da presidente del Consiglio che questa manovra mantenga la sua coerenza intrinseca”. Conte considera dunque Quota 100 parte integrante della manovra e dunque Renzi dovrebbe votare contro la stessa Legge di bilancio e conseguentemente contro il Governo che Italia Viva sostiene per portare avanti le sue istanze. Vedremo come evolverà questo “duello”, visto che Conte deve anche affrontare il “malcontento” del M5s per alcune misure fiscali della manovra.



RENZI: VOTEREMO PER CANCELLARE QUOTA 100

Matteo Renzi conferma che Italia Viva tornerà a chiedere la cancellazione della riforma pensioni con Quota 100. Nella sua e-news speciale dedicata alla Leopolda, infatti, l’ex Premier ha scritto: “Domattina partiamo con la presentazione del Family Act, con Elena Bonetti. Mostreremo il dramma della crisi demografica italiana e alcune risposte. E spiegheremo perché secondo noi quella misura, che investe 20 miliardi in tre anni guardando solo ai pensionandi, è ingiusta: quei soldi dovrebbero andare ai giovani, alle coppie, alle famiglie, agli stipendi e ai servizi. Per la prima volta una misura organica a favore delle famiglie: PER le famiglie (Protagoniste Eque Ricche). Noi voteremo un emendamento per cancellare Quota 100 e dare quei soldi alle famiglie e agli stipendi: vediamo che cosa faranno gli altri”. Un guanto di sfida quindi alle altre formazioni sia della maggioranza e delle opposizioni. Resterebbe da capire cosa accadrebbe se il Governo ponesse la fiducia su una manovra con al suo interno Quota 100.

QUOTA 100 CONFERMATA PER UN SOLO ANNO

Secondo quanto scrive il Quotidiano Nazionale, la riforma pensioni con Quota 100 potrebbe restare confermata solo per il 2020, mentre dovrebbe già venire meno nel 2021. In un articolo si legge infatti che “Quota 100 per il 2020, al momento, appare al riparo dal tiro a segno dell’ala critica della maggioranza, anche se i renziani si dicono pronti a riaprire la partita in Parlamento, per allungare quantomeno le finestre di uscita a 6-9 mesi. Quel che è certo, però, è che, per una via o per l’altra, la possibilità di lasciare il lavoro a 62 anni di età e 38 di contributi verrà meno nel 2021. Con la conseguenza che i nati nel 1958 riusciranno a andare in pensione con il meccanismo agevolato, mentre i nati nel 1959 dovranno fare i conti con un sistema di sicuro meno favorevole”. In ogni caso nel 2021 bisognerebbe eliminare il famoso “scalone di 5 anni tra i nati nel 1958 e i nati nel 1959”. Per questo “è pronto fin da ora il pacchetto messo a punto da Tommaso Nannicini”, con la Quota 92 di cui si sta parlando negli ultimi giorni.

ITALIA VIVA PREPARA EMENDAMENTO CONTRO QUOTA 100

Oggi a Firenze prenderà il via la Leopolda e da qui a domenica capiremo se quella sulla riforma pensioni con Quota 100 è una fragile tregua. Come scrive Repubblica, infatti, questa “‘sarà la Leopolda dell’emancipazione dopo gli anni nel Pd: lanceremo il manifesto, il simbolo, le tessere. Diremo dove vogliamo andare e dove vogliamo vada il Paese e il governo’, avvertono i renzianissimi. E se della separazione delle carriere dei magistrati forse si discuterà solo dietro le quinte, la sfida frontale a Conte e al Pd su quota 100 arriverà domani sul palco: un emendamento a firma Italia Viva chiederà la cancellazione di quota 100 e il trasferimento delle risorse a famiglia e salari”. Se queste voci troveranno conferma, dunque, il nuovo partito di Matteo Renzi tornerà all’assalto di Quota 100 durante l’iter parlamentare della manovra e ciò potrebbe indubbiamente portare a delle turbolenze nell’esecutivo come quelle registrate nei giorni scorsi. Si tratterà poi di vedere quanto Italia Viva deciderà di puntare i piedi sulla sua proposta.

IL PUNTO DEL CODS

Il Governo, con il Consiglio dei ministri svoltosi nella notte tra martedì e mercoledì, ha varato il Documento programmatico di Bilancio inviato alla Commissione europea: un documento che rappresenta una sorta di “bozza” della Legge di bilancio, che è stata approvata “salvo intese” e che dovrebbe pervenire la settimana prossima alle Camere. Leggendo il comunicato di palazzo Chigi su quando approvato dal Cdm, Orietta Armiliato non può non notare che in tema di riforma pensioni “ancora una volta le Donne, gli Esodati ed i Precoci rimangono al palo!”. L’amministratrice del Comitato Opzione donna social evidenzia che su questi temi ci sarebbe la possibilità di fare qualcosa: “Opzione Donna Proroga al 2023, Quota100Rosa, Salvaguardia per 6000 esodati, il tutto con un minimo di impegno economico, ma la politica continua a non voler ascoltare i bisogni”, scrive Armiliato, condividendo poi queste sue considerazioni con i Segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Roberto Ghiselli, Ignazio Ganga e Domenico Proietti.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GUALTIERI

In una lunga intervista al Sole 24 Ore, Roberto Gualtieri parla della manovra che il Governo ha approvato salvo intese confermando anche la riforma pensioni con Quota 100. Il ministro dell’Economia, tra le altre cose, spiega che c’è l’intenzione di “avviare una serie di cantieri, realizzare un’ambiziosa riforma fiscale, aprire un tavolo sulle pensioni per gestire il ‘dopo Quota 100’, avviare una nuova commissione sulla spending review, e dare un forte impulso per sbloccare gli investimenti che già sono in bilancio”. Alla domanda specifica su cosa significhi gestire il dopo Quota 100, Gualtieri risponde che “bisogna costruire un assetto più equo, flessibile ed equilibrato del sistema previdenziale, e anche in questo caso abbiamo valutato che prendersi il tempo per una riforma complessiva fosse più efficace rispetto a un intervento estemporaneo sulle finestre”.

I TEMI SUL TAVOLO OLTRE QUOTA 100

Il ministro evidenzia anche che “la scarsa adesione dei potenziali interessati al pensionamento anticipato continua a proiettare una spesa molto minore rispetto al previsto, e quindi c’è sembrato più opportuno seguire questo andamento, utilizzarlo per la definizione dei saldi e avviare nel frattempo un dialogo con le parti sociali. Perché con loro condividiamo il fatto che ci sia la necessità e urgenza di affrontare i nodi si strutturali”.  “Vogliamo affrontare in termini complessivi il tema dell’equità, a partire da lavori gravosi, donne e giovani, e dell’utilizzo efficiente delle risorse”, oltre allo scalone che si aprirà dopo Quota 100 nel 2022, ha aggiunto Gualtieri.