LA PROTESTA DELL’ANP-CIA A MONTECITORIO

I pensionati non sono molto soddisfatti delle misure adottate dal Governo nella manovra in tema di riforma pensioni e per domani alle 10:00 l’Associazione nazionale dei pensionati aderenti alla Cia ha indetto una manifestazione che si terrà a Montecitorio. “Al centro della manifestazione di Anp a Roma, temi di estrema attualità e di prioritaria importanza per l’Associazione nazionale, a cominciare da una legge di bilancio che non presenta miglioramenti per le pensioni minime. Nella Legge di bilancio non sembrano essere presenti, sia nelle intenzioni che nelle azioni del Governo, elementi tali da modificare il nostro stato di preoccupazione per le condizioni dei pensionati e degli anziani”, spiega il Presidente Anp-Cia del Lazio, Michele Verro, stando a quanto riporta ciociariaoggi.it. “Manca, inoltre, attenzione e visione strategica in materia di politiche dell’invecchiamento attivo e di valorizzazione sociale degli anziani nella società. Viene confermata Quota 100, ma si continua a escludere gli agricoltori dai lavori gravosi e usuranti”, è quanto viene segnalato dall’Anp-Cia.



IL MODULO INPS DA COMPILARE PER I QUOTISTI

C’è un’importante novità che riguarda quanti hanno utilizzato o intendono utilizzare la riforma pensioni con Quota 100. Come noto, infatti, è previsti il divieto di cumulo con redditi da lavoro, salvo specifici casi. E sul sito Inps è ora disponibile il modulo AP139 con cui quanti hanno usufruito di Quota 100 dovranno dichiarare i propri redditi cumulabili e incumulabili. Come spiega lo stesso Inps nelle istruzioni del modulo, infatti, “chi già percepisce la pensione Quota 100 durante il periodo compreso tra la decorrenza della pensione il compimento dell’età prevista dalla legge per il pensionamento di vecchiaia, deve presentare la dichiarazione reddituale all’Inps in tutti i casi in cui in un anno ha percepito e/o prevede di percepire: redditi da lavoro autonomo o dipendente incumulabili con la pensione Quota 100; redditi da lavoro autonomo occasionale superiori a 5.000 euro annui lordi; redditi da lavoro espressamente previsti come ininfluenti ai fini del divieto di cumulo; redditi derivanti da attività da lavoro svolte in periodi precedenti la decorrenza della pensione Quoat 100 (in questo caso deve essere indicato il periodo di svolgimento dell’attività lavorativa che ha prodotto il reddito)”.



GLI EFFETTI DEL TAGLIO DEGLI ASSEGNI D’ORO

Si sta parlando molto in questi giorni delle proteste, in tema di riforma pensioni, riguardante la rivalutazione degli assegni giudicata insufficiente, per come prevista dal Governo nella manovra, dai sindacati. Il Giornale ricorda però che resteranno in vigore i tagli alle pensioni d’oro varati lo scorso anno, che possono costare caro ai pensionati. “Basti pensare ad esempio che per chi percepisce un reddito da pensione di circa 110mila euro l’anno, il taglio ammonta a circa 1500 euro nei dodici mesi: in 5 anni si lasciano per strada almeno 7500 euro. Per chi invece ad esempio percepisce un reddito previdenziale di 140mila euro lordi l’anno, la sforbiciata può arrivare anche a 7000 euro in un solo anno e dunque in 5 anni si perdono 35mila euro”, si legge sul quotidiano milanese, che ricorda quindi come siano già stati promossi dei ricorsi contro una misura “che la stessa Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia ha ritenuto ‘discriminante’”. Vedremo se ci sarà anche un giudizio da parte della Corte Costituzionale nei prossimi mesi.



PENSIONE A OLTRE 72 ANNI PER I 30ENNI DI OGGI

Si sta parlando molto nell’ultimo periodo del futuro pensionistico dei giovani, che dovranno fare i conti con un sistema contributivo pieno e che potrà essere contraddistinto da discontinuità occupazionale. Il sito del Corriere della Sera, nell’illustrare le novità in materia di riforma pensioni in arrivo dall’anno prossimo, evidenzia che “per chi oggi ha 30 anni, l’uscita dal mondo del lavoro potrebbe arrivare, invece, sette mesi dopo il 72° compleanno: significa oltre cinque anni e mezzo di attività in più rispetto ai requisiti previsti dalla normativa vigente. Tutto dipende dall’evoluzione delle aspettative di vita. Se aumenteranno poco, lo stesso 30 enne riceverà il primo assegno dell’Inps a 68 anni e 7 mesi. Equivarrebbe, comunque, a 19 mesi in più di ‘fatica’, rispetto a chi matura i requisiti oggi”. Dati che fanno capire quanto sia importante evitare che i giovani abbiano degli assegni pensionistici di importo inadeguato per far fronte alle necessità della vita quotidiana una volta terminato di lavorare.

SALVINI TORNA SU QUOTA 100

Matteo Salvini continua il suo tour elettorale in Emilia Romagna, dove non manca di parlare di riforma pensioni, un cavallo di battaglia del leader leghista, considerando che già prima del voto dello scorso anno parlava di cancellazione della Legge Fornero. Come riporta la sezione dedicata a Fiorenzuola de ilpiacenza.it, il leader leghista, durante un comizio a Fiorenzuola ha raccontato di aver incontrato a Rimini, dov’era da poco arrivato, “molte persone incazzate con il Governo; imprenditori, artigiani, commercianti, agricoltori soffocati dalla burocrazia. Un pescatore mi ha detto che quando esce in mare deve compilare 19 registri. Questo Governo è contro l’iniziativa privata. Tante tasse. I pensionati sono incazzati: il Governo gli ha aumentato le pensioni di 3 euro l’anno. Noi, con la Quota 100, abbiamo liberato 205mila persone dal giogo della Fornero. La sinistra che rispetto è quella di mio padre e di mio nonno, quella che si occupava di operai, lavoro, giustizia sociale. La sinistra non è il Pd, né Renzi, né le sardine”.

LA PROVOCAZIONE DEI PENSIONATI PER GRILLO

I sindacati dei pensionati sono scesi in piazza meno di dieci giorni fa per protestare contro le misure di riforma pensioni varate dal Governo e ora dalla Fnp-Cisl di Salerno arriva una proposta provocatoria per Beppe Grillo: “Siamo pronti a donare una tessera della Fnp Cisl Salerno a Beppe Grillo. In questo modo vorremmo fargli capire che i pensionati, quelli a cui lui vorrebbe togliere il diritto di voto, sono il motore di questa Italia e fanno enormi sacrifici per arrivare a fine mese”, spiega Giovanni Cantalupo, Segretario generale della Federazione nazionale dei pensionati di Salerno. “Vorremmo Grillo come nostro iscritto per portarlo dai pensionati salernitani, con il 50% di loro che vivono con pensioni al di sotto della soglia di povertà non raggiungendo nemmeno i 1.000 euro. Vorremmo fargli capire che non è una questione di diritto di voto, ma che questo Paese si regge ancora sugli enormi sacrifici delle passate generazioni e che c’è qualcuno invece che deve ancora dimostrare di aver fatto qualcosa di concreto”, aggiunge Cantalupo secondo quanto riporta salernonotizie.it.

DAMIANO CHIEDE VERA QUOTA PER PENSIONAMENTO

Cesare Damiano, intervistato da Tiscali News, indica quale rotta deve seguire il Partito democratico per essere “la forza del dialogo sociale”. Nel farlo, l’ex ministro del Lavoro cita anche la necessità di una riforma pensioni. Dice infatti: “Bisogna mettere davvero al centro della nostra iniziativa politica e parlamentare il lavoro e lo stato sociale. Dare continuità e stabilità all’occupazione che ci faccia uscire dalla tenaglia ‘posto fisso-precarietà’, garantendo tutela dai licenziamenti illegittimi. Varare un salario minimo che non indebolisca la contrattazione. Utilizzare  le ricadute positive della riduzione del cuneo fiscale anche a vantaggio degli ‘incapienti’ e applicare la legge per l’equo compenso. Stabilire una vera quota per il diritto al pensionamento e allargare la platea dei pensionati che godono della quattordicesima. Attuare la nona salvaguardia per gli ultimi esodati. Assumere gli idonei di concorso. Ripristinare la percentuale dei subappalti al 30 per cento e rafforzare la lotta al massimo ribasso mascherato. E tutto questo tanto per cominciare”.

RIFORMA PENSIONI, I CONTEGGI DELLA SPESA

Ancora recentemente l’Ocse è tornata a evidenziare la necessità per l’Italia di fare passi indietro in tema di riforma pensioni perché la spesa previdenziale è elevata. In realtà, ricordano Pietro Gonella e Stefano Biasoli con un intervento su startmag.it, questo avviene anche perché nella spesa previdenziale continuano a conteggiarsi risorse in realtà utilizzate per interventi di natura sostanzialmente assistenziale, tra cui gli autori indicano non solo l’Ape social e la quattordicesima per i pensionati, ma anche Quota 100. Secondo Gonella e Biasoli, “è necessario fare, per quanto sopra e innanzitutto, la ‘anagrafe generale dell’assistenza’, cioè la banca dati sull’assistenza dove confluiscono per codice e per nucleo familiare tutte le prestazioni erogate dallo Stato, dagli enti pubblici e dagli enti locali cui associare le prestazioni offerte dal settore privato”.

GLI INDICI DA MODIFICARE

In questo modo, si potrebbe conoscere “correttamente e completamente quanto ogni soggetto e ogni nucleo familiare percepisce dai vari soggetti erogatori e, come già avvenuto/riscontrato per il Reddito di cittadinanza, non sarebbe da escludere un risparmio sui circa 130 miliardi di spesa a carico della fiscalità generale”. Dal punto di vista degli autori, occorre inoltre “realizzare un indice per la sola spesa pensionistica, un altro indice per la spesa assistenziale che annualmente aumenta del 5%, un terzo indicatore per le rendite infortunistiche Inail”. Sarebbe questo quindi un modo per avere un giudizio più corretto sulla spesa pensionistica italiana da parte degli organismi internazionali come l’Ocse.