Continua il dibattito sulla riforma delle pensioni e le proposte di certo non mancano. Come vi abbiamo raccontato già nel corso delle scorse settimane, la Lega è in pressing sul Governo per lanciare Quota 41. Una proposta che costa troppo secondo l’esecutivo, che ha già scartato l’ipotesi, ma il Carroccio non ha intenzione di darsi per vinto. L’obiettivo dei giallorossi è quello di ridurre la spesa pensionistica e Quota 41 non consentirebbe di raggiungere questo traguardo. Claudio Durigon, come riporta Termometro Politico, ha spiegato: «Noi come Lega depositeremo la nostra proposta di legge Quota 41. Non abbiamo affatto cambiato idea e restiamo convinti che dopo 41 anni di contributi versati, indipendentemente dall’età anagrafica, sia un sacrosanto diritto poter andare in pensione e lasciare spazio a una nuova leva». Insomma, dibattito apertissimo… (Aggiornamento di MB)
RIFORMA PENSIONI, I CONSIGLI PER CHI HA UN INCENTIVO ALL’ESODO
In tema di riforma pensioni val la pena segnalare un articolo pubblicato su pensionioggi.it in cui vengono dati dei suggerimenti a quei “lavoratori a cui sia stato proposto l’adesione all’assegno straordinario di solidarietà nell’ambito di quei piani di ristrutturazione aziendale e di incentivazione all’esodo”, in modo da valutarne l’appetibilità o migliorarne il rendimento. Innanzitutto, viene consigliato, nel caso si lavori part-time, di “chiedere il rientro a full time così da beneficiare della contribuzione piena che il datore di lavoro dovrà versare all’Inps in relazione agli anni di permanenza” nel fondo di solidarietà settoriale, così da “beneficiare di una pensione superiore con risvolti positivi anche sulla determinazione della misura dell’assegno straordinario di solidarietà”.
LE CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA
Un altro aspetto da valutare è quello della presenza nell’accordo di esodo “di clausole di salvaguardia in caso di modifiche normative del sistema previdenziale che anticipino o posticipino la maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione anticipata o di vecchiaia”. Nel primo caso può esserci infatti una conclusione anticipata dell’assegno straordinario, a meno di accordi specifici in merito, mentre nel secondo si può imporre “alle Parti (azienda e parti sociali) di incontrarsi per valutare le misure da adottare (in funzione negoziale) per garantire al lavoratore un reddito sino al raggiungimento del nuovo requisito per il diritto a pensione”. Infine, con l’accesso all’esodo è possibile riscattare totalmente o in parte la propria posizione presso un fondo di previdenza complementare o ricorrere alla Rendita integrativa temporanea anticipata.