RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
In un’intervista a Il Giornale, Cesare Damiano viene interpellato non solo sul futuro del Partito democratico, dopo la nomina a Segretario di Enrico Letta (da lui ritenuto “una figura congeniale all’era Draghi”), ma anche sul tema della riforma pensioni, di cui l’ex ministro del Lavoro continua a occuparsi anche se non è più deputato. L’esponente dem spiega di ritenere “che Quota 100 non possa essere rinnovata e che vada trovata una misura sostitutiva come l’Ape sociale non più congiunturale, ma strutturale che allarghi la platea delle persone coinvolte a chi rischia di essere licenziato e ai lavori gravosi, usuranti ed esposti, come i medici e gli infermieri che sono stati esposti alla pandemia. Per gli altri si può immaginare sempre un’uscita a 63 anni, ma avendo una penalizzazione del 3% sulla parte retributiva per ogni anno di anticipo”. Secondo Damiano, “sarebbe, infine, come dice il vicepresidente di Confindustria, importante irrobustire l’uso del contratto di espansione portandolo alla soglia dei 50 dipendenti”.
LE DIFFICOLTÀ DEI PENSIONATI DELLA VALNERINA
Angelo Scatena, Responsabile di zona della Cgil, Mario Bravi, Segretario provinciale Spi-Cgil Perugia e Alessandro Vergari, Segretario Lega Spi-Cgil Valnerina, in una nota riportata da spoletonline.com evidenziano che “dopo il terremoto del 2016, gli abitanti di Norcia e della Valnerina saranno per il quinto anno consecutivo costretti a trascorrere la Pasqua fuori dalle loro case, nei container. La ricostruzione va avanti a rilento, anche se dopo gli interventi del nuovo commissario Giovanni Legnini si incomincia a intravedere una lenta ripresa. Ma serve accelerare”. I sindacalisti ricordano non solo i dati relativi all’abbandono dei territori, in parte compensato dall’insediamento di famiglie di immigrati, ma anche quelli sulla difficile condizione economica dei pensionati di Norcia che “percepiscono una pensione di vecchiaia media mensile pari a 948 euro, il 5% in meno rispetto alle già basse pensioni medie a livello regionale, il 13% meno della media delle pensioni presenti sul territorio nazionale”.
LE PAROLE DI MARTELLI
In un post sulla propria pagina Facebook, Claudio Martelli evidenzia che dopo la delibera Grasso-Boldrini adottata nella passata legislatura dagli uffici di presidenza di Camera e Senato, “gli ex parlamentari condannati – a differenza di tutti i comuni cittadini e anche dei delinquenti recidivi – venivano privati del diritto alla pensione. In questa legislatura la prevalenza numerica di un partito giustizialista come i 5 Stelle ha imposto di applicare l’abolizione del vitalizio anche all’ex senatore Ottaviano Del Turco condannato a tre anni al termine di un processo scandaloso, senza prove e senza testimoni. Del Turco è malato di cancro, di Alzheimer e di Parkinson, incosciente e non autosufficiente. Consapevole dell’eccezionalità del caso la presidente Casellati ha sospeso l’esecuzione della delibera per consentire la difesa dell’interessato”. Ora “pende un ricorso presso la commissione senatoriale per i contenziosi. La speranza che a Del Turco e alla sua famiglia non sia reiterata una mala giustizia è tutta nel prevalere delle ragioni del diritto contro la forza antigiuridica della demagogia”.
OPZIONE DONNA, CODS CONTRO PROROGA DI ANNO IN ANNO
In un post sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, Orietta Armiliato evidenzia che “la politica volendo, può e deve corrispondere ad una sana richiesta delle donne che chiedono dignità di pensionamento, ottenibile tramite la misura dell’Opzione Donna, prorogandola ancora e per l’ultima volta a tutto il 2023. Il ‘di anno in anno’ generatore di angoscia, non consente alcuna pianificazione mentre le donne hanno il diritto di vivere in serenità questa stagione più fragile, della propria vita”. In tema di riforma pensioni va anche segnalata dello Spi-Cgil di Belluno, riportata da amicodelpopolo.it. Il sindacato, con la collaborazione del patronato Inca, s’impegna a verificare attentamente tutti i casi di richiesta di restituzione di somme ritenute dall’Inps indebitamente ricevute “per verificare la corretta applicazione delle norme, impugnando, se il caso, il provvedimento”, soprattutto per quanto riguarda “le pensioni di reversibilità, le quali di norma vengono modulate in base ai redditi percepiti dal titolare”.
RIFORMA PENSIONI, I CONSIGLI PER LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
In tema di riforma pensioni val la pena riportare alcuni consigli di Barbara Strapazzini, consulente finanziaria di Banca Widiba, riportati dal sito di Io Donna, a proposito della necessità di pensare quanto prima al proprio futuro. Uno di questi è quello di cercare di fare una stima della pensione che si andrà a percepire a seconda dei possibili periodi di discontinuità lavorativa che si potrebbero incontrare nella propria carriera, sia per le scelte personale, che per la tipologia di professione svolta. A questo punto sarà anche possibile capire qual è il “gap” da colmare per raggiungere un importo obiettivo che si considera adeguato al tenore di vita che si vuole avere una volta in quiescenza. Questo gap è quanto “dovremo riuscire ad ottenere dalla nostra pensione integrativa”.
L’IMPORTANZA PER LE DONNE
Bisognerà tenere conto anche del tempo che si ha a disposizione per costruire una posizione previdenziale integrativa: più se ne ha, minore sarà la cifra mensile da accantonare e maggiore il rischio che si potrà correre nell’investimento. Strapazzini ricorda anche che la pensione integrativa gode della “deducibilità fiscale dei contributi versati al fondo pensione dal reddito Irpef dichiarato annualmente”. E non sono mancate negli ultimi anni richieste di interventi di riforma pensioni mirati proprio ad aumentare i benefici fiscali per consentire di aumentare il numero di iscritti alla previdenza complementare, la quale può risultare importante per le donne, sulle quali pesa un gender gap nell’importo delle pensioni che negli anni è aumentato.