CALENDA “PD NON PARLA DI PENSIONI, QUOTA 100 E..”
Non ha mai nascosto che l’accordo con il M5s lui non l’avrebbe mai fatto, e ha per questo annunciato di lasciare il Pd per il Governo Conte-bis che sta per costituirsi: Carlo Calenda in una odierna intervista al Quotidiano.net ribadisce la sua “linea” e lamenta come gli stessi dem non stiano trattando i veri punti di discussione (pensioni, lavoro, Quota 100, Reddito di Cittadinanza, Alitalia) ma solo macro-temi molto generali per evitare di arrivare subito allo strappo tra le due compagini. «È un negoziato finto, non si discute dei temi su cui si è in disaccordo – quota 100, reddito di cittadinanza, Alitalia – ma genericamente di ambiente e della pace nel mondo. Penso che il governo si farà, il Pd è entrato troppo nel negoziato e ha accettato talmente tanti diktat che adesso non può più tornare indietro. Si è fatto mettere totalmente i piedi in testa: si è iniziato dicendo ‘mai Conte’ e ora… Non si è mai vista una giravolta come questa», attacca Calenda molto critico con la linea Zingaretti-Renzi di questo frangente storico del Partito Democratico.
PENSIONI, SALVINI “TRUFFA SE ABOLISCONO QUOTA 100”
Durante una conferenza stampa avvenuta ieri a Pinzolo dove si è recato per la Festa della Lega, il Ministro dell’Interno uscente Matteo Salvini attacca a tutto spiano il nuovo Governo Pd-M5s ancora una volta in merito alla potenziale cancellazione della riforma pensioni fortemente voluta dal Carroccio nel primo anno e mezzo del Governo Conte. «Un esponente del Pd ha detto che bisogna abolire Quota 100 e quindi tornare alla legge Fornero. Siamo veramente alla truffa»: rispondendo alle domande dei giornalisti, il leader del Carroccio aggiunge «Facciano pure, se vogliono andare avanti con il governo delle poltrone. Ma noi difenderemo i risultati raggiunti. E se qualcuno vuole riaprire i porti e riavviare il business dell’immigrazione clandestina – ha aggiunto ancora Salvini – lo dica chiaramente». Per il leader del Viminale c’è ancora possibilità e tempo per poter andare alle urne ed evitare la cancellazione di provvedimenti come la riforma previdenziale: «Non ci spaventa nulla e nessuno, ma l’unico rammarico è che questo governo è nato in provetta a Parigi e Bruxelles».
DURIGON: “NO CERTEZZE DA CONTE SULLA QUOTA 100”
Ha lasciato il segno nella Lega il colloquio con il Premier incaricato Giuseppe Conte durante le consultazioni di venerdì scorso, tanto per lo scontro politico quanto per il contenuto di diversi punti del “fu programma” gialloverde ora a rischio con il nuovo Governo: su questi, inevitabilmente, la riforma delle pensioni con il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon che nella conferenza stampa post-consultazioni non ha nascosto il disappunto assieme alla collega di partito e Sottosegretario al Mibac Lucia Borgonzoni: «Ci ha detto che difenderà i provvedimenti già approvati, ma anche che è pronto ad ascoltare quali siano le modifiche proposte dagli altri», ha spiegato la leghista, con Durigon che ha invece aggiunto «Un colloquio tutto sul passato e poco sul futuro. Non ha detto che non toccherà Quota 100 e autonomia. Non l’ha detto e questo ci dispiace». Per il Sottosegretario, col nuovo Governo Pd-M5s molto dello sforzo fatto sulle pensioni potrebbe essere cancellato: «Facciamo appello alla coscienza di deputati e senatori a non votare questo mercificio». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GALASSO
In un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, Vincenzo Galasso ricorda come l’obiettivo della riforma pensioni con Quota 100 fosse quello di eliminare la Legge Fornero, ma che di fatto “la montagna ha partorito un topolino”, visto che ne è uscita una misura temporanea, come pure un blocco dell’adeguamento automatico dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita che dura fino al 2026. Il Professore di Economia all’Università Bocconi di Milano ricorda che Quota 100 costa più di 45 miliardi in 10 anni, mentre il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita fino al 2026 ben 18 miliardi di euro: “veramente troppe risorse per delle misure temporanee. Soprattutto oggi, mentre si cercano disperatamente 23 miliardi di euro per disinnescare la clausola di salvaguardia e scongiurare l’aumento dell’Iva”.
I DIFETTI DI QUOTA 100 & CO.
Per Galasso le misure previdenziali approvate dal Governo Conte hanno però “un altro grave difetto: creano ulteriori disparità di trattamento tra persone con storie contributive ed età simili”. In questo senso fa l’esempio di chi oggi a 62 anni, con 38 di contributi potrà andare in pensione, mentre un lavoratore con gli stessi requisiti nel 2022 non potrà farlo. “Queste palesi iniquità minano la fiducia nel sistema previdenziale e spingono le persone ad andare in pensione appena possibile. Meglio cogliere l’attimo fuggente e lasciare il conto ai giovani”. E a proposito di giovani, l’economista rimarca come Quota 100 avrebbe dovuto liberare posti di lavoro per loro: cosa che non si è verificata. Per Galasso bisognerebbe quindi abbandonare Quota 1