RIFORMA PENSIONI, LANDINI CONTRO IL GOVERNO
Maurizio Landini ha già avuto modo di criticare il Governo per la riforma pensioni con Quota 100 e per altri provvedimenti e ora esprime preoccupazione per quello che l’esecutivo potrebbe varare in autunno. Il Segretario generale della Cgil, secondo quanto riporta Adnkronos, ha infatti commentato da Palermo l’intervista che Giovanni Tria ha rilasciato al Sole 24 Ore, in cui ha detto di credere “in generale che gli interventi sulla spesa siano più virtuosi di quelli sulle tasse, ma il problema è decidere dove si taglia”. Per Landini, le parole del ministro dell’Economia confermano che “i conti del Governo non tornano e che hanno semplicemente rinviato una manovra che devono fare. Pensiamo che sia inaccettabile perché il taglio della spesa vuole dire tagliare sulla sanità, sulle pensioni, sulle questioni sociali. Qui la cosa da fare è una vera lotta all’evasione fiscale”. Non resta ora che vedere se arriveranno, oltre a quelle di Landini, altre dichiarazioni del mondo sindacale su questo tema.
LE ASSEMBLEE DEI SINDACATI
I sindacati si preparano a scendere in piazza a Roma il 1° giugno contro la riforma pensioni del Governo e oggi si sono svolte le assemblee unitarie a Padova, Napoli e Roma. Veronanetwork.it spiega che nella città veneta si sono riuniti circa 1.400 pensionati. “I sindacati denunciano i meccanismi di rivalutazione parziale delle pensioni che i pensionati subiscono da vent’anni, con progressiva perdita del potere d’acquisto. La legge di bilancio 2019 ha superato l’accordo sottoscritto in precedenza col Governo, introducendo più scaglioni ma con una base di calcolo peggiorativa. Il risultato è che in tre anni ai pensionati italiani non arriveranno 3,5 miliardi di euro”, si legge nel resoconto dell’assemblea, in cui si è parlato anche di non autosufficienza, materia su cui “manca una legge quadro nazionale che stabilisca i criteri di riconoscimento e che riconosca i livelli essenziali di prestazioni sociali”. “È necessario avviare una grande mobilitazione unitaria per impedire che si continui con politiche sbagliate che danneggiano ulteriormente la condizione di vita già difficile dei nostri pensionati”, è il messaggio di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil.
CIGNA (CGIL) CONTRO PENSIONI DI CITTADINANZA
Ai microfoni di RadioArticolo1, Ezio Cigna, dell’Ufficio previdenza della Cgil, ha parlato di riforma pensioni, evidenziano i limiti di Quota 100, oltre che di un altro provvedimento del Governo come la pensione di cittadinanza. Il sindacalista, secondo quanto riporta il sito di Rassegna sindacale, ha infatti spigato che il problema della futura pensione dei giovani non può essere risolto “con la pensione di cittadinanza a 780 euro. In realtà, anche se il governo non intende farla, è urgente una discussione su una riforma previdenziale seria, che abbia il criterio della flessibilità fino in fondo, consentendo la libertà di scelta ai lavoratori, in un sistema economico in equilibrio”. Per Cigna, quindi “bisogna capire che il mondo del lavoro non è tutto uguale e quindi immaginare quota 100 senza fare una minima distinzione fra chi fa il muratore, chi fa l’impiegato, chi è precario, chi è donna, determina oggi delle platee profondamente diverse”. Certamente questi temi verranno riportati all’attenzione del Governo da parte dei sindacati tutti, non solo della Cgil.
BERLUSCONI CRITICA IL GOVERNO
Silvio Berlusconi torna a criticare il Governo Conte, anche per le scelte fatte in tema di riforma pensioni. Sulla sua pagina Facebook l’ex Premier scrive infatti: “Questo governo sa solo litigare, ci ha portato ad essere l’ultimo Paese per crescita in Europa e si avvia ad un prossimo e inevitabile aumento delle tasse. Hanno già chiesto un sacrificio ai pensionati bloccando l’indicizzazione delle pensioni, ora aumenteranno l’Iva sui prodotti che tutti comperiamo. Il conto lo pagheranno gli italiani dal momento che questi aggravi peseranno sui conti delle famiglie per oltre 500 euro all’anno. Il voto a Forza Italia è l’unico voto utile per cambiare le cose”. Un messaggio chiaro rivolto anche alla Lega di Matteo Salvini. Già nei giorni scorsi Berlusconi aveva criticato le scelte dell’esecutivo e sottolineato come servisse un cambio di passo nelle politiche economiche, anche attraverso un aumento delle pensioni minime a 1.000 euro e l’erogazione delle stesse a tutte le mamme. Punti che erano tra l’altro contenuti nel programma elettorale di Forza Italia dello scorso anno.
DURIGON ANNUNCIA SOLUZIONE PER ESODATI
In tema di riforma pensioni sembra che possano arrivare delle novità per gli esodati. Claudio Durigon, sul suo profilo Facebook, ieri ha infatti scritto: “Oggi durante la trasmissione aria che tira, si è discusso di un tema molto importate: ‘esodati’. Nonostante risulti ad Inps, impossibile certificare la nona salvaguardia, sarà impegno di questo governo trovare una soluzione che ridia i diritti a questi lavoratori. #stopFornero”. Il sottosegretario al Lavoro è stato infatti ospite della trasmissione di La7 e in studio era presente anche Roberta Bottaro, una delle esodate ancora in attesa di salvaguardia. Le parole di Durigon, che sembrano far seguito all’incontro avvenuto tra Salvini e alcuni esodati a Reggio Emilia nei giorni scorsi, non lasciano ben sperare circa la possibilità di varare la nona salvaguardia. L’esponente della Lega ha infatti parlato di ampliare l’Ape social o di varare una pace contributiva agevolata per consentire agli esodati di utilizzare Quota 100. Vedremo se verranno confermate queste ipotesi o se invece ci sarà un’apertura sulla nona salvaguardia.
DI MAIO E L’INVITO PER LA PENSIONE DI CITTADINANZA
Luigi Di Maio è stato a Campobasso per la campagna elettorale relativa sia alle europee che alle comunali del capoluogo molisano, secondo quanto riporta molisenetwork.net, il vicepremier ha voluto ricordare le misure di riforma pensioni approvate dal Governo, in particolare la pensione di cittadinanza. “Venendo qui stasera ho incontrato una signora che mi ha ringraziato perché da 500 euro è passata a riscuotere 780 euro una somma che le consente di campare anche il nipote. Voglio aggiungere che molti pensionati che potrebbero avere il minimo pensionistico non sanno a chi rivolgersi e ancora non si adoperano per avere il trattamento economico che gli spetta. Li invito a recarsi presso patronati e uffici che possano dare loro informazioni giuste”, ha detto il leader del M5s, che, a proposito del tanto discusso taglio degli assegni d’oro, ha detto che “le pensioni saranno da qui in avanti sulla base dei contributi versati e non sulla base retributiva”. Parole che non appaiono molto chiare visto che il sistema contributivo esisteva già e che il taglio delle pensioni d’oro durerà cinque anni.
RIFORMA PENSIONI, I DATI INPS SUL RISCATTO LAUREA
Oltre a Quota 100, la riforma pensioni del Governo ha previsto un riscatto agevolato della laurea. Che sembra stia avendo successo. Come evidenzia un articolo del Corriere della Sera, infatti, i dati dell’Inps dicono che “ad aprile, tra riscatto low cost e riscatto ‘normale’, sono arrivate 7.020 domande. Rispetto alle media mensile del 2018, quando il riscatto low cost ancora non c’era, l’aumento è del 202%”. Dai dati risulta anche che “sempre ad aprile le domande arrivate dal settore privato sono state 2.900, quelle degli statali 500. Anche pesando i due numeri rispetto al totale dei lavoratori dei due settori, in Italia per ogni statale ci sono circa 5 dipendenti pubblici, il settore privato resta in vantaggio”.
UN AIUTO PER SFRUTTARE QUOTA 100
Dunque il riscatto della laurea è più gradito nel settore privato e “il riscatto low cost sembra aver dato vita nuova anche al riscatto ‘normale’ della laurea, cioè quello fatto a prezzo pieno e per gli anni universitari precedenti al 1996”. Infatti, ad aprile, sempre nel settore privato, le domande di riscatto ordinario sono state 3.200 mentre la media mensile dell’anno scorso era stata 1.740”. L’aumento si può spiegare con il fatto che “probabilmente il tanto parlare che si è fatto del riscatto agevolato ha acceso una faro anche sulla procedura normale, a prezzo pieno, che non tutti conoscono. E che in alcuni casi potrebbe essere stata usata anche per raggiungere i 38 anni di contributi necessari per sfruttare Quota 100, che consente di lasciare il lavoro in anticipo rispetto alla scadenza naturale”.