INPS SCOPRE ANOMALIA SU RIVALUTAZIONE

L’Inps potrebbe dover rivedere i calcoli effettuati sulle pensioni erogate a diversi italiani. Non per effetto di una riforma pensioni, ma a quanto pare per un baco informatico. Il Secolo XIX parla del caso, nato da una segnalazione di un lettore, che ha portato alla scoperta, da parte dello stesso Inps, di “una anomalia nell’applicazione della rivalutazione che è stata prontamente segnalata alla Direzione Centrale competente che provvederà a riesaminare la pensione, al fine di ricostituirla per ripristinare il pagamento di quando dovuto all’interessato sia con riferimento alla rata corrente che alla restituzione delle somme relative al 2019”. L’Inps spiega anche che ci saranno delle verifiche per “sanare eventuali altre situazioni anomale”. Non si sa quindi quanto l’anomalia possa aver riguardato altri pensionati, ma il quotidiano genovese evidenzia che “potrebbero essere anche venti milioni le vittime” di questa anomali nel calcolo della rivalutazione delle pensioni. Difficile, anche se non impossibile, però, pensare a un errore così diffuso e macroscopico.



IL CAMBIAMENTO NECESSARIO PER LE PENSIONI ASSISTENZIALI

“Il modello di welfare che conosciamo non può più durare”, “il sistema non regge più e se non ci si affretta a cambiarlo concretamente si potrebbero prospettare tempi davvero bui”: è quanto dichiara Fabio Callori secondo quanto riporta piacenzasera.it. Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Emilia-Romagna ritiene che ciò valga anche per certi aspetti della previdenza. Pertanto bisognerebbe che vi fosse una misura di riforma pensioni. Callori fa in particolare riferimento alle “pensioni assistenziali, ovvero quelle non coperte da contributi, versate a stranieri giunti in Italia con le ricongiunzioni famigliari, che hanno l’età per richiederle, e che, una volta che le hanno ottenute, tornano in patria continuando a ricevere indebitamente l’emolumento, forse anche fin dopo il loro eventuale decesso. Risorse pubbliche sprecate, ma anche storture del sistema burocratico addetto al sociale che non possono più essere più taciute e devono essere affrontate e corrette al più presto”.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PERFETTO

In un colloquio con Adnkronos/Labitalia, Claudio Maria Perfetto, autore del libro “L’economista in camice”, ha parlato anche di riforma pensioni, spiegando che “se i sessantenni non potranno andare in pensione, i trentenni non potranno lavorare e l’Italia non riuscirà a risolvere il suo vero problema ossia la disoccupazione generazionale, con questa intendo la mancanza di lavoro di un’intera generazione, quella dei nativi digitali (i nati dopo il 1985)”. Per il consulente informatico, “quando la produzione è stazionaria, cioè non aumenta, c’è un solo modo per fare lavorare i trentenni: fare in modo che occupino i posti lasciati vuoti da coloro che sono andati in pensione. Ecco perché pensioni, lavoro e ricambio generazionale sono legati tra loro da un unico filo conduttore e proprio in tale sequenza”.



I DIFETTI DI QUOTA 100, OPZIONE DONNA E APE SOCIAL

Dal suo punto di vista, però, “la riforma Fornero e le varie opzioni come Quota 100, Opzione Donna, Ape Social hanno requisiti così stringenti da non permettere quel ricambio tra nuovi pensionati e nuovi lavoratori che sarebbe invece necessario per risolvere il problema della disoccupazione generazionale. Ciò è dovuto al fatto che non ci sono risorse sufficienti per erogare più pensioni di quanto sia possibile fare oggi”. Risorse che “potrebbero essere recuperate dall’evasione fiscale”, tramite la creazione di una moneta digitale di Stato. Secondo Perfetto, “lo Stato dovrà far sì che pensioni e lavoro siano non più solo parole ma prospettive di vita. Che potremmo sintetizzare con due frasi semplici, evocative come degli slogan: pensioni per tutti e lavoro per ognuno.