PENSIONI E CONTRIBUTI 104: LE NOVITÀ
È ancora dalla rubrica “Esperto Pensioni” di Repubblica che attingiamo le novità in merito al tema piuttosto complesso dei contributi figurativi riconosciuti dall’Inps: un lettore ha scritto alla rubrica del 17 maggio chiedendo ulteriori chiarimenti sul tema, in particolar modo se «devo fare esplicita domanda per l’accredito dei contributi figurativi e, in caso affermativo, se farla al mio Istituto o all’Inps on line tramite PIN». La replica è diretta e si poggia sul regolamento Inps: «i contributi figurativi riconosciuti per il godimento dei permessi mensili per assistenza dei disabili in condizione di gravità nonché per gli stessi lavoratori disabili gravi (art. 33 c. 6 L. 104/1992). Su questi permessi è riconosciuta in automatico la contribuzione figurativa che come ricordate vale sia ai fini del diritto sia della misura; tale riconoscimento avviene direttamente e in modo automatico attraverso la compilazione da parte del datore di lavoro delle denunce mensili Uniemens». Sempre Repubblica replica che non vi saranno decurtazioni dell’assegno o ritardi per l’ingresso in pensione: da ultimo, «questi periodi danno diritto a contributi considerati ‘effettivi’ ai fini del diritto alle pensioni di anzianità».
RISCATTO DI LAUREA, SI PUÒ ANTICIPARE LE RATE?
Nella consueta rubrica quotidiana di Repubblica “Esperto Pensioni” un lettore ha posto una domanda che sempre più lavoratori stanno affrontando specialmente in questo periodo dove la necessità di una riforma pensionistica si è fatto sempre più pressante con il timore che la spesa pubblica nei prossimi mesi possa essere presa nella morsa della crisi. «Avendo ricevuto da INPS comunicazione di accettazione della pratica di riscatto laurea, dovrei iniziare a pagare con 120 rate mensili. Vorrei sapere se risulta possibile per l’anno fiscale in corso anticipare il pagamento di alcune rate che andrebbero in scadenza gli anni successivi o se per fare questo serva qualche comunicazione da inviare all’INPS», si chiede il lettore, con l’esperto previdenziale che risponde nel merito. «Può anticipare il pagamento di alcune rate rispetto alla scadenza mensile prevista, comunicando alla sede Inps i pagamenti anticipati onde evitare che si verifichino errori nella ricezione degli stessi»; è possibile poi anche modificare il piano di pagamento anche se per questo resta il rischio di dover presentare nuova domanda che possa risultare alla fine più onerosa rispetto a quella originale. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ARTONI
In un articolo su sbilanciamoci.info viene ricordato che le misure di riforma pensioni “introdotte dopo il 2012, oltre ad innalzare l’età di pensionamento collegandola alle prospettive demografiche, hanno introdotto un metodo contributivo per il quale le prestazioni sono calcolate sulla base dei contributi versati nel corso della vita lavorativa”. Roberto Artoni, autore dell’analisi, evidenzia che “questo principio, se può trovare forse qualche giustificazione in un principio astrattamente equitativo, garantisce un livello di reddito pensionistico adeguato solo all’esito di carriere lavorative continue e adeguatamente retribuite. Là dove, per qualsiasi motivo, si verificano interruzioni nel rapporto di lavoro o le retribuzioni riflettono una situazione di debolezza contrattuale del lavoratore, l’importo della pensione viene ad essere ridotto in misura significativa con limitate possibilità di recupero”.
IL RISCHIO POVERTÀ PER I FUTURI PENSIONATI
L’economista sottolinea anche che “ad aggravare le prospettive sull’adeguatezza futura del nostro sistema pensionistico il calcolo della pensione nella forma descritta è stato introdotto in un contesto di forte precarizzazione dei rapporti di lavoro”. Questo vuol dire che “in assenza di interventi riparatori, il pericolo di povertà dei futuri pensionati” non è così remoto. Artoni aggiunge anche che si fornisce una visione distorta della realtà e dei problemi futuri quando si presenta la spesa pensionistica “al lordo delle imposte, senza alcuna distinzione fra interventi previdenziali e assistenziali”.