TAGLI PENSIONI, PEDRETTI CONTRO IL GOVERNO

L’Inps ha confermato che con la pensione di giugno gli italiani si troveranno a fare i conti con il conguaglio del blocco delle indicizzazioni previsto dalla riforma pensioni, oltre che con l’inizio dell’applicazione del contributo di solidarietà sugli assegni sopra i 100.000 euro lordi. “Lo avevamo denunciato da tempo e ora abbiamo la certezza. Dopo averli definiti avari il governo beffa ancora 5,5 milioni di pensionati riprendendosi i soldi che hanno avuto in più di rivalutazione nei mesi di gennaio, febbraio e marzo per un totale di 100 milioni di euro. Ovviamente il tutto avverrà subito dopo le elezioni europee. Fanno come e peggio degli altri. Alla faccia del cambiamento”, ha scritto quindi sulla sua pagina Facebook Ivan Pedretti. Il Segretario generale dello Spi-Cgil ha anche ricordato che “il 1° giugno i pensionati saranno in migliaia alla manifestazione indetta dai sindacati in piazza San Giovanni a Roma anche per denunciare questo ennesimo danno nei loro confronti”. L’appuntamento, insomma, si annuncia davvero importante.



RIFORMA PENSIONI, DA GIUGNO TAGLIO “PENSIONI D’ORO”

Scatterà da giugno, come da programmi, il taglio delle “pensioni d’oro”. Lo conferma l’INPS con una nota: la Legge di Bilancio 2019 prevede infatti, a decorrere dal primo gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2023, la riduzione delle pensioni di importo complessivamente superiore a 100.000 euro lordi l’anno. Nel comunicato l’istituto di previdenza specifica che le pensioni interessate dal taglio della perequazione sono state adeguate a partire dal mese di aprile 2019. Per quanto concerne il taglio sulle pensioni d’oro, invece, in una circolare del 7 maggio scorso l’INPS ha chiarito che a decorrere dal primo gennaio 2019 e per la durata di 5 anni “i trattamenti pensionistici diretti complessivamente eccedenti l’importo di 100.000 euro lordi su base annua sono ridotti di un’aliquota percentuale in proporzione agli importi dei trattamenti pensionistici”. (agg. di Dario D’Angelo)



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ELSA FORNERO

Elsa Fornero torna a parlare della riforma pensioni che porta il suo nome, dicendo, all’Adnkronos, che “il governo si fa bello con poco e dice di aver superato la legge Fornero, ma la riforma è ancora lì, anche se sbandierano quota 100 come un trofeo. Questo governo ha difficoltà a fare qualsiasi cosa”. Parole evidentemente riferite alle dichiarazioni che si stanno susseguendo nella campagna elettorale per le europee, da parte dei partiti di maggioranza, sul superamento della Legge Fornero. L’ex ministra del Lavoro ne ha anche per l’Inps. A suo modo di vedere, un ente “che dovrebbe vivere di contributi fa pubblicità per mandare via le persone. È un controsenso. Fanno pubblicità dicendo: siamo liberi dalle catene della Fornero. Salvini che dice di pensare al futuro dei suoi figli, con queste politiche a debito sta scaricando tutto sulle spalle delle generazioni future”. C’è da immaginare che queste dichiarazioni di Elsa Fornero solleveranno diversi commenti da parte degli esponenti della maggioranza in questi ultimi giorni di campagna elettorale.



RIFORMA PENSIONI, QUANTO SI PERDE CON OPZIONE DONNA

Oltre a Quota 100, la riforma pensioni ha previsto la proroga di Opzione donna. Sul tema la Fondazione Consulenti del Lavoro con una circolare ricorda che il ricalcolo contributivo previsto da questa forma di anticipo pensionistico genera un impatto sul futuro assegno “di diversa entità a seconda del numero di annualità presenti prima del 1995 e della consistenza delle quote retributive della pensione, con decrementi generalmente compresi fra il 20% e il 40% della pensione calcolata con il metodo retributivo o misto, salvo il caso di maggiore convenienza del metodo contributivo (tenori retributivi alti e costanti nel tempo)”. Inoltre, viene evidenziato che “la pensione in ‘Opzione Donna’ non può essere conseguita con il cumulo contributivo”, né “può essere attivato il cumulo gratuito”. Da non dimenticare che “nel caso di una lavoratrice dipendente con solo un mese accreditato presso la Gestione dei lavoratori autonomi (Artigiani e/o Commercianti) sarà applicato il requisito anagrafico (59 anni) e la finestra di differimento mobile (18 mesi) propri delle lavoratrici autonome”.

LE PRESTAZIONI NON ESPORTABILI ALL’ESTERO

In una nota i parlamentari Pd eletti in Europa, Laura Garavini, Angela Schirò, Massimo Ungaro, ricordano come “a seguito dell’introduzione del reddito e della pensione di cittadinanza nella manovra finanziaria 2019 diventano sempre più numerose le prestazioni ‘assistenziali’ italiane che non possono essere esportate all’estero, perché sono subordinate alla residenza in Italia”. Nell’ambito dell’Ue, evidenziano i tre deputati, sono inesportabili “l’assegno e la pensione sociale; le pensioni, gli assegni e le indennità agli invalidi civili, ai mutilati, ai sordomuti, ai ciechi civili. Sono inoltre inesportabili l’integrazione della pensione minima, l’integrazione dell’assegno di invalidità, le maggiorazioni sociali”. “Non sono inoltre né esportabili né erogabili all’estero l’Ape sociale e l’Ape volontaria, il reddito e la pensione di cittadinanza, l’indennità di disoccupazione e le prestazioni familiari se non contemplati dagli accordi di sicurezza sociale, l’importo aggiuntivo della 13ma mensilità se si è richiesta la detassazione alla fonte della pensione”. Sono invece esportabili le prestazioni previdenziali.

RIFORMA PENSIONI, IL MESSAGGIO INPS SUI TAGLI

L’Inps, con un messaggio diffuso ieri, ha dato dei chiarimenti su quando scatteranno i tagli previsti dalla riforma pensioni. Partendo dal blocco parziale delle indicizzazioni, contro cui tanto protestano i sindacati, viene evidenziato che “nel mese di giugno 2019 viene recuperata la differenza relativa al periodo gennaio-marzo 2019”, periodo nel quale l’indicizzazione era stata piena. Di fatto ci sarà quindi un recupero in un’unica soluzione. Sempre a maggio, quindi, scatterà anche il taglio sugli assegni di importo superiore a 100.000 euro. In questo caso il conguaglio per il periodo gennaio-maggio avverrà “in tre rate, sulle mensilità di giugno, luglio e agosto 2019”. Di fatto, quindi, la pensione di giugno sarà più bassa rispetto a quella degli altri mesi, soprattutto al crescere dell’importo stesso. L’Inps nel messaggio spiega che “sul cedolino di pensione vengono esposte in maniera analitica e con descrizione dedicata anche le voci relative alle trattenute sopra descritte. Inoltre sul cedolino di giugno 2019 viene riportata la modalità di calcolo della riduzione delle pensioni di importo elevato”.

RIFORMA PENSIONI NEI PROGRAMMI DEI PARTITI

Prosegue il cammino di avvicinamento dei sindacati alla manifestazione unitaria del 1° giugno contro la riforma pensioni. In provincia di Verona si terranno degli incontri in settimana e i segretari provinciali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil hanno ricordato che “protestiamo contro la totale mancanza di attenzione nei nostri confronti da parte del governo. L’unica misura introdotta è stata quella del taglio della rivalutazione partita dal 1° aprile e a cui si aggiungerà un corposo conguaglio che i pensionati dovranno restituire nei prossimi mesi”. Secondo quanto riporta versonasera.it, i sindacalisti fanno anche presente che “la tanto sbandierata pensione di cittadinanza finirà per riguardare un numero molto limitato di persone. Nulla è stato previsto sul fronte delle tasse, che i pensionati pagano in misura maggiore rispetto ai lavoratori dipendenti, e tanto meno sulla sanità, sull’assistenza e sulla non autosufficienza, che sono temi di straordinaria rilevanza per la vita delle persone anziane e delle loro famiglie e che necessiterebbero quindi di interventi e di risorse”.

RIFORMA PENSIONI NEI PROGRAMMI DEI PARTITI

Si avvicinano le elezioni europee e c’è chi ritiene che anche la riforma pensioni, o meglio l’opposizione a certe interventi in materia previdenziale, sia un tema programmatico. La lista La Sinistra sta presentando i suoi candidati nelle varie circoscrizioni e a Bergamo era presente anche Paolo Ferrero, vicepresidente del Partito della sinistra europea, che ha spiegato: “Vogliamo che questa lista sia uno spazio a disposizione di quei movimenti che oggi costituiscono la principale speranza su scala planetaria”, “uno spazio a disposizione di chi nel nostro Paese in questi anni ha condiviso l’impegno per la difesa e l’attuazione della Costituzione nata dalla Resistenza, le lotte per la difesa dei beni comuni e i diritti civili e sociali, l’opposizione alle ‘riforme’ neoliberiste a partire da quella delle pensioni, alle privatizzazioni, alla precarizzazione del lavoro. Uno spazio per chi si schiera da anni contro xenofobia e razzismo nelle mobilitazioni e nella solidarietà attiva”, ha detto secondo quanto riportato da Bergamonews.it.

LE POSIZIONI DI LEGA E +EUROPA

Il Sole 24 Ore ha analizzato invece i programmi elettorali dei principali partiti politici italiani e in alcuni di essi si parla di pensioni. Per esempio, la Lega ritiene che “per combattere la disoccupazione occorre anche puntare sulla leva previdenziale: con l’anticipo pensionistico si consente il turnover”. PiùEuropa, invece, ritiene importante arrivare a creare “un vero mercato unico del lavoro: regole comuni e comuni strumenti di protezione sociale a partire da un sussidio europeo contro la disoccupazione e contributi pensionistici riconosciuti in tutta Europa”.