LA FLESSIBILITÀ SPIEGATA DA GHISELLI (CGIL)

Intervenendo in un dibattito durante le Tre Giornate di Futura, di cui il sito collettiva.it ha riportato stralci video, Roberto Ghiselli ha ricordato le proposte del sindacato per una vera riforma strutturale delle pensioni. In particolare, il Segretario confederale della Cgil ha ricordato che aumenterà col tempo il numero di persone con un peso maggior del sistema contributivo nella loro carriera lavorativa. Questo consente di poter lasciare, tramite la flessibilità, più libertà agli italiani su quando andare in pensione sapendo esattamente a quanto ammonterà il suo futuro assegno. Per i sindacati bisognerebbe comunque fissare un’asticella minima a 62 anni, ma anche prevedere una pensione di garanzia per i giovani che, correndo il rischio di avere vite lavorative discontinue, potrebbero trovarsi con buchi contributivi importanti che farebbero sentire il loro peso sull’importo del futuro assegno. Per Ghiselli occorre anche valorizzare il lavoro di cura che nel nostro Paese è prevalentemente a carico delle donne.



RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA SULLE MINIME

La Confederazione italiana agricoltori di Savona ha esaminato la bozza di Legge di bilancio e, come riporta ivg.it, pur prendendo atto della conferma di alcune agevolazioni per le filiere agricole, spiega il Presidente provinciale Mirco Mastroianni, occorre che venga considerata anche la richiesta di un aumento delle pensioni degli agricoltori”. “Il governo deve ascoltare la nostra proposta supportata da dati demografici ed economici inconfutabili: le pensioni dei coltivatori non consentono una sopravvivenza dignitosa agli anziani delle campagne e delle zone rurali. Gli agricoltori con pensioni minime, che sono ancora le più basse d’Italia, ferme a 515 euro, sono costretti a rimanere a lavoro nei campi fino a tarda età”, sottolinea il presidente dei Pensionati Cia Savona e delle Liguria Benito Lagorio, che ha promosso petizioni popolari e una raccolta firme a sostegno della richiesta di portare le minime a 650 euro, cifra corrispondente al 40% del reddito medio nazionale, come indicato dalla Carta sociale europea.



LE PAROLE DI DAMIANO

Cesare Damiano smonta gli allarmi sulla tenuta dei conti dell’Inps. L’ex ministro del Lavoro ricorda che le misure di riforma pensioni “che sono state nel 2004, 2007, 2010 fino alla Fornero nel 2012, consentiranno un risparmio previdenziale al 2050 di 60 punti di Pil, vale a dire 900 miliardi di euro in meno di pensioni da erogare, una cifra colossale”. L’ex ministro del Lavoro, interpellato dalla Stampa, evidenzia quindi che Quota 100 “ha avuto un’incidenza limitata a fronte di questa montagna di denaro”. Certamente se dopo il Covid “non ci sarà una crescita del Pil le strutture del welfare potrebbero avere dei problemi di sostenibilità nel medio-lungo periodo” e per questo occorre ripensare le politiche sociali. “Io sono per una alleanza strategica tra pubblico e privato, sono un sostenitore accanito dei fondi contrattuali sia per le pensioni che per la sanità”, aggiunge Damiano, secondo cui, quindi, quello dell’aggravio di bilancio dell’Inps è “un falso problema”, visto che stiamo passando dal rigorismo a una fase in cui un debito/Pil al 160% non desta preoccupazione.



BARETTA (PD): “SERVONO NUOVE IDEE SULLE PENSIONI”

Il sottosegretario al Ministero dell’Economia, Pier Paolo Baretta (Pd), ribadisce l’importanza di trovare nuove idee sulle pensioni per poter risollevare il settore tra i più potenzialmente in crisi a livello economico e strutturale nei mesi post-Covid. Intervenendo al workshop online organizzato da “The European House -Ambrosetti” il politico dem spiega «Il 2021 sarà un anno importante, perché noi abbiamo deciso che Quota 100 termina. Scadrà formalmente il 31 dicembre del 2021, il primo gennaio del 2022 però qualche idea bisogna averla, altrimenti precipitiamo di nuovo immediatamente nella riforma precedente e quindi creeremmo un buco nel quale rischieremmo di produrre delle situazioni di difficile governo sociale». Sarà necessario sempre in questo 2021, conclude Baretta, «immaginare una qualche riforma del sistema previdenziale, ma contemporaneamente stiamo spingendo per attivare un tavolo con sindacati e imprese sulle politiche attive del lavoro». (agg. di Niccolò Magnani)

PAGAMENTO PENSIONI DICEMBRE ANTICIPATO

L’Inps comunica che anche per il mese di dicembre il pagamento delle pensioni presso gli uffici postali sarà anticipato rispetto alle normali scadenze e distribuito su più giorni, in modo da evitare assembramenti in questo periodo di seconda ondata da Covid-19. Come negli ultimi mesi si seguirà un calendario di pagamento in base alla lettera iniziale del cognome a partire da mercoledì 25 novembre fino a martedì 1 dicembre. Intanto il Senatore della Lega Enrico Montani, come riporta ossolanews.it, annuncia che presenterà un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, dato che “il problema della poste aperte a singhiozzo a causa del Covid sta diventando di giorno in giorno sempre più pesante per utenti e lavoratori”, oltre che ovviamente ai pensionati. Dato che ci sono diversi sportelli che non possono operare nel pomeriggio, durante la mattina si formano lunghe code che, nei giorni di pagamento delle pensioni, coinvolgono anche i cittadini che intendono ritirare in contanti l’importo del proprio assegno.

RIFORMA PENSIONI, IL MESSAGGIO INPS SU ANTICIPO TFS STATALI

Nuovo passo in avanti per rendere effettivo l’anticipo fino a 45.000 euro sul Tfs /Tfr dei dipendenti pubblici che accedono o hanno già avuto accesso alla pensione. L’Inps martedì ha diffuso infatti un messaggio con indicazioni sulle modalità per presentare la domanda da parte degli interessanti. Il costo degli interessi per il prestito è parametrato al rendimento medio dei titoli di Stato e varia da un minimo dello 0,4% a un massimo dello 0,858% a seconda degli anni mancanti all’effettiva erogazione del trattamento e, come ricorda Il Sole 24 Ore, tale costo può essere mitigato dalla detassazione spettante per ogni anno di differimento nell’erogazione della prestazione. Come ricorda però Italia Oggi, l’anticipo non può essere richiesto “per i pensionamenti con requisiti particolari, come quelli riservati alla Forze armate, Forze di polizia ad ordinamento civile e militare e ai Vigili del fuoco, Opzione donna e Ape sociale”.

I PROBLEMI PER IL FINANZIAMENTO

E c’è anche da dire che finora hanno aderito alla convenzione per il prestito bancario necessario all’anticipo solamente 9 banche, tra cui non ci sono le big del settore. Il Messaggero sottolinea oltretutto che pare che alcuni di questi istituti di credito non eroghino il finanziamento a clienti “fuori provincia” e che per i diversi passaggi e adempimenti burocratici potrebbero anche volerci 5 mesi tra la presentazione della domanda e l’effettiva erogazione. Pare inoltre che il tema del Tfs degli statali pagato in maniera differita per chi non utilizza il pensionamento anticipato possa tornare davanti alla Corte Costituzionale.