LA DIFFERENZA DI GENERE SFIORA I 900 EURO

Si parla molto degli interventi di riforma pensioni, non solo di Quota 100, e devono far riflettere alcuni dati riportati da ilducato.it relativi alle pensioni (escluse quelle degli ex dipendenti pubblici) erogate nella provincia di Pesaro Urbino elaborati dall’Ires-Cgil Marche. “Nella provincia di Pesaro e Urbino, due pensionati su tre percepiscono un importo che non consente loro di superare la soglia di povertà e le donne ricevono mediamente 571 euro in meno, ogni mese, rispetto agli uomini. L’importo medio delle pensioni vigenti è di 769 euro lordi, con valori medi che vanno dai 1.029 euro delle pensioni da vecchiaia ai 412 euro di pensioni e assegni sociali”. A colpire particolarmente è il gender gap. Se gli uomini “percepiscono 1.285 euro lordi, le donne arrivano a 714 euro. Si parla di meno del 44% rispetto agli uomini. È un vero gender gap, ancora più marcato per le pensioni di lavoratori dipendenti, dove si arriva a una differenza di 876 euro mensili”. E, come noto, la differenza di genere non è limitata a una sola provincia, ma esiste su tutto il territorio nazionale.



POSSIBILE MIX PER RISCATTO LAUREA

La riforma pensioni con Quota 100 prevede un divieto di cumulo con altri redditi da lavoro, salvo 5.000 euro lordi annui per lavoro autonomo occasionale, fino al raggiungimento del requisito per la pensione di vecchiaia. Attraverso una domanda posta all’Esperto Pensioni del sito di Repubblica scopriamo che questo divieto di cumulo vale anche per i “gettoni” percepiti dai consiglieri comunali. Dunque, “nell’anno in cui si verificherà il cumulo reddituale la pensione in quota 100 sarà sospesa con ripresa del diritto alla percezione dal successivo anno d’imposta”. Attraverso le risposte fornite a cura della Fondazione studi Consulenti del lavoro, scopriamo anche che è possibile, in caso di riscatto del laurea, usare una sorta di mix tra quello agevolato per anni di studio post 1996 e quello ordinario per i periodi precedenti al 1° gennaio 1996. “Dal gennaio 96 all’ottobre 99 è possibile richiedere il riscatto agevolato a 5.240 euro per ogni anno. Entrambe le spese sono deducibili dal reddito fiscalmente imponibile; il conseguente risparmio di imposta dipende da qual è l’imponibile di riferimento, a seconda della aliquota marginale”, viene evidenziato.



RIFORMA PENSIONI, RICORSI PILOTA DELLA CIDA

Romano Prodi è stato ospite a Bologna de La Repubblica delle Idee. Nell’occasione l’ex Premier ha anche criticato la Lega e le politiche economiche messe in atto dal Governo. “La situazione economica è veramente al di là di ogni immaginazione: le decisioni prese fanno spendere sempre di più a cominciare dalla quota 100 delle pensioni. Tanta gente l’aspettava, ma non hanno messo in conto il costosissimo finanziamento”. Per Prodi, quindi, la riforma pensioni di per sé era anche attesa dagli italiani, ma si tratta di un provvedimento che ha un costo elevato che fa aumentare la spesa corrente in una situazione economica già non florida. L’ex Premier ha anche spiegato, secondo quanto riporta diariodelweb.it, di ritenere che Matteo Salvini “abbia tenuto una velocità eccessiva e che ora sia finita la sua parabola ascendente. Ha dei grandi problemi da affrontare”. Un giudizio politico piuttosto severo sul leader della Lega, il cui consenso tra gli italiani è effettivamente ai livelli più alti in tutta Italia e non solo al nord.



RIFORMA PENSIONI, RICORSI PILOTA DELLA CIDA

L’intervento di riforma pensioni che prevede un contributo di solidarietà sugli assegni più alti e il blocco parziale delle indicizzazioni è stato contrastato sin dall’inizio dalla Cida, il cui “Consiglio dei Presidenti ha deciso di passare alle vie giudiziarie a sostegno delle pensioni medio-alte, dopo aver condotto per mesi un’intensa attività di comunicazione e di incontri con il mondo della politica per rivendicare le proprie ragioni”. Come si legge sul sito della Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità, è stato “dato mandato all’avvocato Massimo Luciani, dello Studio Legale Luciani, di intraprendere alcuni ricorsi “pilota” contro la riduzione dei trattamenti pensionistici prevista dall’art. 1, comma 261, della l. n. 145 del 2018 e contro il blocco della perequazione imposto dall’art. 1, comma 260, della medesima legge. La strategia, condivisa con l’Avvocato, è quella di scegliere le sedi dove intentare le cause, individuando i profili dei ricorrenti che meglio fanno emergere l’iniquità delle norme”. L’obiettivo è quello di far in modo che ci sia un rinvio al giudizio della Corte Costituzionale.

RIFORMA PENSIONI, IL DIVIETO DI DISPARITÀ PER I FONDI

È nota la disparità di genere esistente anche nel sistema previdenziale italiano, che, per quanto riguarda la riforma pensioni con Quota 100, è stata amplificata, vista la difficoltà con cui le donne arrivano ai 38 anni di contributi necessari ad accedere alla quiescenza. Il sito di Ipsoa ricorda che la Commissione di vigilanza sui Fondi pensione, tramite una delibera del 22 maggio scorsi, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, ha vietato “qualsiasi discriminazione diretta o indiretta tra uomini e donne” nelle forme pensionistiche complementari collettive, con riguardo anche alle condizioni di accesso, all’obbligo di versare i contributi e al calcolo degli stessi. “È inoltre vietata qualsiasi discriminazione diretta o indiretta tra uomini e donne per quanto riguarda il calcolo delle prestazioni, nonché le condizioni concernenti la durata e il mantenimento del diritto alle prestazioni”. Dunque le forme pensionistiche complementari collettive dovranno allegare al bilancio tecnico un’apposita relazione.

RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI SUI DATI DI QUOTA 100

È interessante l’analisi delle domande pervenute per accedere a Quota 100, la novità di riforma pensioni introdotta dal Governo, fatta da Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina romana. Secondo quanto riporta rietinvetrina.it, ha infatti evidenziato che “la misura sperimentale introdotta dal governo giallo-verde non soddisfa tutti”. “Non dà soddisfazione alle aspettative delle donne, visto che da nord a sud del Paese sono soltanto 37.101 ad aver presentato domanda per uscire dal mercato del lavoro, mentre gli uomini sono stati più di 105mila. Non appaga le esigenze degli artigiani e dei commercianti, che uniti hanno presentato poco più di 24mila domande. Aiuta poco i coltivatori diretti, viste le 2mila e ottocento richieste a Quota 100”, ha aggiunto il sindacalista.

QUOTA 100, IL PROBLEMA PER GIOVANI E DONNE

Dal suo punto di vista, “il tema delle pensioni va trattato globalmente, pensando anche ai giovani, alle donne e alla loro maternità ai fini previdenziali”. Senza dimenticare la necessità ripristinare “la piena rivalutazione delle attuali pensioni”. Parole simili a quelle usate da Luigi Garullo, Segretario generale della Uil di Latina, secondo cui “Quota cento è poco rosa perché le donne hanno carriere lavorative discontinue e quindi un’anzianità contributiva media più bassa. Per il sindacalista, stando a quanto riporta latinaoggi.eu, occorrono dei correttivi a Quota 100, “ma soprattutto riteniamo necessario affrontare anche il tema delle future pensioni dei giovani, delle donne e della piena rivalutazione di quelle attuali”.