GLI EFFETTI NEGATIVI PER LE PENSIONI

Gli effetti del coronavirus sull’economia si faranno sentire ed è difficile prevedere con quali conseguenze concrete. Le previsioni non mancano, ma rischiano di essere al momento fallaci. Famiglie e imprese saranno coinvolte in misura diversa, ma avranno bisogno di un sostegno da parte dello Stato. Claudio Maria Perfetto, su ilvaloreitaliano.it, evidenzia che in tal senso il Governo sta studiando alcune misure, che sappiamo dovrebbero in parte anche essere approvate già oggi. Tutto questo avrà però degli effetti sulla previdenza, anche dal punto di vista della priorità da dare al dibattito sulla riforma pensioni. “Il Governo ha aumentato da 7,5 a 25 miliardi lo stanziamento per far fronte all’emergenza coronavirus e la strategia che intende adottare prevede, tra altri importanti interventi, la sospensione dei versamenti dei contributi per lavoratori stagionali e autonomi. Certamente ciò non gioverà alle pensioni, sia per quelle correnti che per quelle future. Ma queste, ci piaccia o no, sono le nuove priorità dettate da coronavirus”, scrive Perfetto.



LA RICHIESTA DELL’ADEPP AL GOVERNO

In questi giorni il tema della riforma pensioni è passato in secondo piano. Ma non per questo non si parla di previdenza. Come spiega il sito del Sole 24 Ore, infatti, “l’Adepp, l’associazione che rappresenta gli enti di previdenza dei professionisti, ha scritto al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo e al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Nella missiva si parla del rischio concreto che singoli enti si trovino nell’impossibilità di assicurare la puntuale osservanza dei diversi adempimenti prescritti dalla legge, dagli Statuti e dai Regolamenti”. Sta infatti emergendo come una disposizione di carattere generale possa trovare difficoltà di applicazione in specifici casi. Per esempio, “l’Enpap, l’ente di previdenza degli psicologi, l’ultimo versamento andava effettuato il 2 marzo, prima dell’emergenza nazionale; l’ente oggi vorrebbe sospendere interessi e sanzioni per chi ha mancato l’ultimo versamento e per il prossimo versamento del 1° ottobre”. Dunque “l’Adepp chiede ai ministri la possibilità per le Casse di derogare pro tempore alla normativa vigente”.



CONGELAMENTO PENSIONI NELLA SANITÀ

Si è parlato molto degli effetti che le misure di riforma pensioni come Quota 100 hanno avuto sul sistema sanitario, oggi alle prese con una situazione di emergenza. Il decreto del Governo della scorsa settimana ha dato la possibilità di richiamare in servizio il personale in quiescenza per un periodo di sei mesi, in modo da cercare di arginare la mancanza che si avverte di personale. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, con il nuovo decreto in approvazione oggi l’esecutivo si prepara a un altro passo: “Gli ospedali se non avranno alternative (il reclutamento appunto di nuovo personale) potranno ‘trattenere in servizio i dirigenti medici e sanitari, nonché il personale del ruolo sanitario del comparto sanitario e gli operatori socio-sanitari, anche in deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti per il collocamento in quiescenza’. In pratica sarà congelata la possibilità di andare in pensione durante il periodo di emergenza”. Va detto che la decisione, come specificato, spetterà alle singole aziende ospedaliere.



LE MISURE PER I LAVORATORI DEL MARE

Luigi Gallo, Presidente della commissione Cultura del Movimento 5 Stelle della Camera dei deputati, ha spiegato le mosse del Governo per cercare di limitare i danni dell’emergenza da coronavirus per i lavoratori del mare. Un impegno che passa anche sul fronte previdenziale, ma che, come riporta latorre1905.it, principalmente riguarda la proroga delle scadenze di certificati di competenza e di addestramento e di quelli di visita biennali. “La nostra soddisfazione scaturisce dalla considerazione che in mancanza di questi provvedimenti, un numero cospicuo di lavoratori del mare non avrebbe avuto alcuna possibilità di arruolamento”, ha detto ancora Gallo, che ha aggiunto che “il comparto marittimo può contare sull’impegno dei parlamentari del M5S e dell’esecutivo, si sta lavorando su sburocratizzazione, tutela dei lavoratori, formazione e pensioni, misure che svilupperemo in questa legislatura”. Dunque è probabile che ci saranno altri provvedimenti riguardanti questo settore non certo marginale dell’economia italiana.

L’IMPORTANZA DELL’EUROPA

Spesso l’Europa viene dipinta come nemica di misure di riforma pensioni che i cittadini vorrebbero, anche per i richiami che arrivano da Bruxelles sul livello della spesa pensionistica e sui passi indietro rispetto alla Legge Fornero. Nicola Salvagnin, in un articolo riportato da difesapopolo.it, ma che proviene dall’agenzia Sir, spiega invece come l’Europa rappresenti un riferimento importante in questo periodo di crisi. “Solo l’aggancio a una moneta forte ci permette di stare ancorati a molte altre economie forti. E al gigantesco paracadute chiamato Bce: solo la Banca centrale europea potrà darci una mano di fronte alla montagna del debito pubblico che ci schiaccia – ce ne eravamo tutti disinteressati, così intenti a farlo crescere con prebende pubbliche e pensioni a manica larga -, con uno spread crescente e meno risorse per farvi fronte. Dobbiamo già oggi fare più debiti, e quelli vecchi ci costeranno di più”, scrive Salvagnin, secondo cui “siamo dentro una catena, se si spezza l’Italia, si spezza la catena. Quindi è interesse di tutti che la catena rimanga bella solida”.

RIFORMA PENSIONI, I RIENTRI NELLA SANITÀ

Complici anche gli effetti della riforma pensioni con Quota 100, nel mondo della sanità si sta soffrendo una carenza di organico che si sta rendendo particolarmente evidente in questi giorni di emergenza da coronavirus. Per correre ai ripari è stato consentito di richiamare in servizio che è andato in quiescenza. E c’è chi ha risposto senza indugi, come Mario Cavazza, 67 anni, che a gennaio era andato in pensione dopo aver diretto per anni la medicina d’urgenza del Sant’Orsola di Bologna. Intervistato dall’edizione locale di Repubblica ha detto che “nessuna persona che amiquesta città, i suoi cittadini, il proprio lavoro, poteva dire di no. Mi hanno chiamato per dare una mano ed eccomi qui. Ma quando questa crisi finirà, tornerò a fare l’umarell”.

LE PAROLE DI CAVAZZA

“Mia moglie è medico, conosce la mia passione. In questi giorni, per precauzione, lei e mia figlia vivono in un’altra casa. È stata la direttrice Chiara Gibertoni a chiedermi una mano. Se puoi essere d’aiuto alla tua città, ai tuoi cittadini, in un momento così pesante, non puoi dire no”, ha aggiunto Cavazza per spiegare com’è stata accolta in famiglia la sua decisione. Il pensionato rientrerà in servizio per dare un importante supporto sul “lato organizzativo, perché dietro questa emergenza c’è un lavoro enorme di coordinamento, anche con i pronto soccorso degli altri ospedali”. Non c’è dunque solo bisogno di persone che assistano direttamente i malati, ma anche di chi ha le capacità di coordinare le attività in un momento in cui si può creare non poca confusione.