COSA FARE PER DOMANDA IN GIACENZA ALL’INPS

Patrizia Del Pidio, rispondendo a una domanda posta da un lettore di notizieora.it in attesa da ben sette mesi di conoscere l’esito della domanda presentata per accedere a Quota 100, evidenzia che se essa “risulta in giacenza significa che non è stata ancora presa in esame. Il tutto potrebbe essere anche comprensibile visto che l’Istituto negli ultimi mesi, anche lavorando con personale ridotto, ha dovuto far fronte a moltissime domande inoltrate per bonus, cassa integrazione e sussidi, ma avendo lei presentato domanda di pensione a dicembre 2019 ha tutto il diritto che la stessa venga, quanto meno, lavorata”. Del Pidio consiglia quindi al lettore di “sollecitare l’Inps alla lavorazione della sua pratica o tramite contact center, o tramite ricorso tramite il sito istituzionale, ma la cosa più efficace, a mio avviso è prendere un appuntamento e recarsi direttamente in sede poiché in questo modo il sollecito parte dall’interno. Il sollecito può avvenire anche tramite patronato, a questo punto, capisco il dover portare pazienza, ma deve sollecitare e non attendere pazientemente”.



L’IMPORTANZA DEGLI ANZIANI IN FAMIGLIA

Come noto, nel corso degli ultimi anni i pensionati hanno visto crescere i loro introiti più di quanto sia accaduto per i lavoratori, che nel frattempo sono anche diventati meno in rapporto a chi è già in quiescenza. “È la conseguenza di scelte politiche che hanno inteso privilegiare la fascia più anziana della popolazione, più sindacalmente organizzata, che non i giovani educati all’individualismo e quindi all’assenza di solidarietà. È scattata così una sorta di welfare privato-familiare”, scrive Achille Colombo Clerici in un recente articolo sul Quotidiano Nazionale, dove aggiunge: “C’è chi parla di contrapposizione generazionale: in realtà una sopravvivenza dignitosa per molte famiglie dipende dall’avere tra i componenti un nonno o una nonna che supportano i più giovani con una parte della pensione. Ma non si tratta solo di questione economica: come ha recentemente ricordato Papa Francesco, il legame tra nonni, figli e nipoti costituisce un fattore fondamentale della nostra civiltà come veicolo di cultura, conoscenza, sentimenti”.



PENSIONI ESTERO, RIPRENDONO LE VERIFICHE

A causa dell’emergenza Covid-19 l’Inps aveva sospeso negli scorsi mesi le verifiche sui residenti all’estero, ma da ottobre – annuncia l’Istituto – riprenderanno gli accertamenti: nel messaggio Inps 3102/2020 l’ente guidato da Pasquale Tridico illustra il calendario della campagna 2020-2021 con l’inversione geografica delle due differenti fasi di verifica. Come riporta Pensioni Oggi, la prima fase di accertamenti vedrà il controllo sulle pensioni erogate a residenti in Sud America, Centro America, Nord America, Asia, Estremo Oriente, Paesi Scandinavi, i Paesi dell’Est Europa e Paesi limitrofi: avverrà tra l’ottobre 2020 e il marzo 2021. Successivamente, sarà la volta di Europa, Africa e Oceania, il tutto in attesa di capire se avverranno modifiche nell’eventuale riforma dei prossimi mesi sia sul fronte pensioni estere che sui versamenti specifici. (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI ALOTTI

Con il Decreto agosto, il Governo ha deciso di innalzare l’importo delle pensioni di invalidità. Tuttavia sta emergendo un problema di scarsità di risorse per coprire tutta la platea degli invalidi civili al 100%. Per questo Walter Alotti, Segretario Generale della Uil del Trentino, chiede alla Giunta della Provincia Autonoma, in virtù del fatto che è l’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa e non l’Inps a erogare tali pensioni sul territorio, “se  si è avviato anche a livello provinciale l’immediato allineamento amministrativo di Apapi alla sentenza della Consulta; se sia in corso lo stanziamento delle risorse necessarie appunto all’aumento degli assegni stessi; se Fugatti e Segnana siano intenzionati ora a rivedere anche l’intera partita relativa alle provvidenze provinciali  per gli invalidi civili”. Il sindacalista, come riportato dall’agenzia giornalistica Opinione, evidenzia che solamente gli invalidi civili che non hanno altri redditi personali dichiarati riceveranno l’aumento massimo previsto dal Decreto agosto.

ANCORA ATTESA PER ANTICIPO TFS STATALI

Nonostante siano passati diversi mesi, ancora l’anticipo della liquidazione fino a 45.000 euro per i dipendenti pubblici che vanno in pensione non è ancora utilizzabile. Tecnicadellascuola.it spiega infatti che la ministra per la Pubblica amministrazione Fabiana Dadone ha firmato l’accordo per le banche che dovranno erogare l’anticipo e che Abi ha sottoscritto il relativo accordo quadro, emanando al contempo una circolare con tutte le istruzioni del caso alla banche associate, ma questi passaggi “non corrispondono all’epilogo dell’iter di approvazione: mancano, infatti, ancora le firme del ministro del Lavoro e del ministro dell’Economia e delle Finanze”. Anche per questo Massimo Battaglia, Segretario generale della Confsal Unsa, evidenza che “i lavoratori del pubblico che vanno in pensione hanno diritto alla liquidazione, non a un prestito bancario sui cui bisogna comunque pagare interessi. Alcune banche già lo fanno all’1% e scendere è difficile”. Ricordiamo che l’anticipo del Tfs è stato previsto insieme alla misura di riforma pensioni nota come Quota 100.

RIFORMA PENSIONI, I RISULTATO DEL FONDO BCC

Il Fondo pensione per il personale delle Banche di credito cooperativo, come spiega il Presidente Piergiuseppe Mazzoldi, è interessato a un eventuale investimento in Autostrade per l’Italia. “Il settore delle concessioni è accattivante per un fondo paziente, perché fornisce rendimenti costanti nel lungo periodo e la gestione delle concessioni ne ha garantiti parecchi. Chi non sarebbe interessato?”, sono le sue parole riportate dal Sole 24 Ore. Il quotidiano di Confindustria cita anche il fatto che il Fondo, attivo da 33 anni, “è uno dei pochi fondi pensione italiani a essere pluripremiato all’estero e a essere molto ricercato”. Questo in virtù di rendimenti interessanti, dato che “dal 2009 la linea meno aggressiva ha garantito il 36% cumulato e quella più aggressiva il 43% cumulato”.

L’IMPORTANZA DEGLI INVESTIMENTI

Negli anni sono state tante le aziende in cui il Fondo è intervenuto, grazie anche a piccole quote. Inoltre, “il Fondo pensione conosce bene il quadro delle fuoriuscite medie per raggiungimento e anticipazione dell’età pensionabile”. Questo grazie anche, come spiegato da Mazzoldi, ad algoritmi “che ci consentono di valutare che è sufficiente avere 500 milioni liquidi. Il resto può essere investito nell’economia reale”. Tra l’altro il Fondo investe anche in imprese che seguono logiche sostenibili, perché questo consente di avere anche benefici fiscali. “Dal 2018, con l’esenzione totale sui redditi derivanti da investimenti qualificati, abbiamo recuperato 2,3 milioni”, spiega Sergio Carfizzi, Direttore generale del Fondo.