LE PROTESTE DEGLI ESCLUSI DA QUOTA 100

Non mette tutti d’accordo la riforma pensioni del governo Lega-M5s che ha preso il nome di Quota 100. Come evidenziato dal portale Pensioni per tutti, sono in tanti a lamentare il fatto che la tanto declamata abolizione della Fornero in realtà non è avvenuta:”A oggi dopo questi tre anni sperimentali di quota 100 nulla è cambiato e resta la Fornero perché, al di la di tante chiacchiere non c è una legge che dice ‘fino al 2021 è così e dal 2022 sarà invece…’Pertanto dal 2022 se va bene resta la Fornero”, scrive amareggiata Oriana. Chi sembra intenzionato a cavalcare l’insoddisfazione dei pensionati è Forza Italia, che proprio nei pensionati ha sempre avuto uno zoccolo duro di elettori importante. Categorico il vicepresidente del partito Tajani:”Mi auguro questo Governo concluda la sua stagione il prima possibile perché non ha fatto nulla di utile per il Paese. La situazione economica é negativa, aumenta il debito pubblico, le imprese continuano a soffrire così come i commercianti, gli artigiani, gli agricoltori, i liberi professionisti, e anche i pensionati”. (agg. di Dario D’Angelo)



I DATI SUL LAVORO DI CURA DELLE DONNE

La riforma pensioni con Quota 100 non favorisce le donne e da tempo il Comitato Opzione donna social si batte perché ci sia una valorizzazione del lavoro di cura svolto dalle italiane. Sul tema Orietta Armiliato, sulla pagina Facebook del Cods, ha riportato alcuni dati Istat pubblicati recentemente sul Sole 24 Ore, relativi al lavoro familiare svolto da uomini e donne nel nostro Paese. “I dati mostrano che le donne in età 25-44 anni, in coppia con figli, che sono occupate come il loro partner, dedicano mediamente ogni giorno al lavoro familiare il 21,6% del proprio tempo, (di cui il 12,8% per il lavoro domestico). Gli uomini invece dedicano rispettivamente 9,5% e 4,1% del proprio tempo a queste attività. Quando entrambi i coniugi lavorano per il mercato, il lavoro familiare (sia domestico sia di cura) non si distribuisce dunque in modo paritario: le donne dedicano a questi compiti più del doppio del tempo che vi dedicano i loro mariti, e più del triplo se si considera solo il lavoro domestico”. Numeri che devono far riflettere sull’importanza di valorizzare il lavoro di cura svolto dalle donne.



QUOTA 100 E IL PROBLEMA DELLA DOMANDA INTERNA

Cristian Perniciano, area politiche dello sviluppo della Cgil, è stato ospite della rubrica di RadioArticolo1 dal titolo “Economisti erranti”, durante la quale ha avuto la parola anche Angelantonio Viscione, assegnista di ricerca in economia politica dell’università del Sannio, che ha parlato, tra le altre cose, di riforma pensioni con Quota 100. “I provvedimenti del governo, quali decreto crescita, sblocca cantieri, reddito di cittadinanza, quota 100, sono tutti orientati sul versante dell’offerta e quindi non vanno ad agire sulla domanda, dove invece si registrano le vere carenze del Paese. Per stimolare la domanda, dovremmo raddoppiare gli investimenti pubblici in termini di miliardi. Spostando risorse sugli investimenti, gli effetti sarebbero molto positivi, perché le spese in conto capitale danno un contributo maggiore al Pil e il debito pubblico diventa più sostenibile. Al contrario, il governo intende agire sulla flat tax, che è fortemente regressiva, in quanto sottrae risorse, anziché aumentarle. Oltretutto, mi auguro che non aumenti l’Iva, malgrado il Def preveda il contrario”, sono le sue parole riportate dal sito di Rassegna sindacale.



INPS E TESORETTO PRONTI A FAR LITIGARE LEGA E M5S

Il Governo è parso unito nell’approvare la riforma pensioni con Quota 100, ma sembra che presto possa anche litigare sulla nomina di Pasquale Tridico alla guida dell’Inps. Secondo quanto scrive Repubblica, infatti, i pentastellati, con una sorta di blitz, vorrebbero far approvare la nomina dal Parlamento prima delle elezioni europee, mentre con la Lega pareva esserci un tacito accordo per rimandare tutto a dopo il voto. Ci sono poi da nominare diversi membri del vertice Inps e il clima non certo sereno tra i due partiti al Governo potrebbe complicare le cose. Il quotidiano romano segnala poi che dalla Consulta dei Caf si è avuta conferma che ci sono degli italiani che stanno rinunciando al reddito di cittadinanza dopo aver presentato domanda. Forse per via dell’importo cui si avrebbe diritto inferiore rispetto alle aspettative. Se dovesse esserci un buon numero di rinunce, crescerebbero quindi i risparmi rispetto alle risorse stanziate per Quota 100 e Rdc. Una sorta di tesoretto che potrebbe portare Lega e M5s a discutere animatamente su come usarlo.

SALVINI INCONTRA ESODATI

Matteo Salvini sta proseguendo il tour elettorale in vista del voto delle europee che in alcuni comuni coincide anche con le elezioni amministrative, come nel caso di Reggio Emilia. Come in altre occasioni, il vicepremier ha ricordato la riforma pensioni con Quota 100 varata dal Governo e l’impegno a smantellare la Legge Fornero. Con l’occasione un gruppo di esodati ed ex esodati ha incontrato e parlato con il leader della Lega, spiegandogli quanto sia importante arrivare al varo della nona salvaguardia. Salvini si è fatto anche fotografare con una maglietta che sostiene la causa degli ultimi esodati non salvaguardati e, secondo quanto riportato da Elide Alboni sulla pagina Faebook del Comitato esodati licenziati e cessati, pare che Salvini abbia parlato a Claudio Durigon di questo incontro e che il sottosegretario al Lavoro sia pronto a ridiscutere del problema.

RIFORMA PENSIONI, TAGLIO NON PER TUTTI

La riforma pensioni, oltre a Quota 100, ha previsto anche il blocco parziale delle indicizzazioni. Secondo quanto scrive Repubblica, tuttavia, “non tutti i pensionati italiani hanno avuto il mini-taglio delle pensioni sopra i 1.522 euro mensili ad aprile, per via del nuovo adeguamento all’inflazione introdotto dal governo giallo-verde. Alcuni hanno dunque incassato – non solo da gennaio a marzo, ma anche in aprile e maggio – assegni migliori del 2018, grazie al temporaneo ritorno ai più generosi ‘scaglioni Prodi’. Il rischio è che, dopo le elezioni europee, forse a giugno, quando arriverà il conguaglio delle somme indebite – ricevute ma non dovute, in base alle nuove e peggiorative regole in vigore dal primo gennaio – alcuni pensionati debbano restituire, almeno in parte, 6 rialzi anziché 3”.

LE CRITICHE ALL’INPS

Nel suo articolo Valentina Conte specifica che non si sa quanti siano i pensionati non colpiti, per il momento, dal taglio: “Il fenomeno – sentiti alcuni patronati – sembra sparso in tutta Italia a macchia di leopardo. E nessuno sa giustificarlo”. La causa sembrerebbe comunque essere un errore tecnico. Nell’articolo viene anche ricordato che ci sono pensionati cui l’Inps non ha reso disponibile “il documento ‘ObisM’, meglio conosciuto come ‘la busta paga del pensionato’”, che serve “per capire ad esempio se si ha o meno diritto alle prestazioni accessorie, come gli assegni famigliari o le detrazioni”. Infine, viene evidenziato che mentre sul sito dell’Inps si parla di “quasi 950 mila” domande presentate per il reddito di cittadinanza, Pasquale Tridico, ospite di Porta a porta, indicato mercoledì un numero superiore al milione.