LE CHANCE DI QUOTA 102 (E QUOTA 41)
In un articolo pubblicato sul Quotidiano del Sud viene spiegato che la polemica relativa alla situazione contabile dell’Inps di questi giorni, “per quanto strumentale, rappresenta il paravento per un tema più importante. Siamo entrati nell’ultimo anno di quota 100, che dal primo gennaio 2022 non esisterà più. Il confronto sulla riforma del sistema pensionistico entra nella fase calda perché va evitato l’effetto scalone: in assenza di una riforma si tornerebbe alla legge Fornero (42 anni e 10 mesi per gli uomini, o 41 anni e 10 mesi per le donne oppure 67 anni per tutti)”. Per questa misura di riforma pensioni, che dovrà fare i conti con i giudizi di Bruxelles, “le ipotesi sul tavolo sono molte. Le ultime indiscrezioni danno al rialzo le chance di ‘quota 102’”. In pratica, si tratterebbe di alzare di due anni il requisito anagrafico di Quota 100, portandolo da 62 a 64 anni. “Andare alle urne con una eventuale vittoria della Lega di Matteo Salvini potrebbe magari rilanciare il discorso su Quota 41 Pensioni per tutti”, aggiunge il Quotidiano del Sud.
PENSIONI CITTADINANZA, LE NOVITÀ SULL’ISEE
Mentre il mondo delle pensioni vive le ore di “tensione” dovute al cambio Governo e al ‘buco’ da 16 miliardi di euro, emergono alcune novità rispetto alle pensioni di cittadinanza: in attesa di una possibile riforma che possa modificare/eliminare alcuni aspetti del Reddito-pensione di cittadinanza, l’Inps fa sapere che varrà l’ISEE del 2021. «Per il mese di febbraio il calcolo dei Redditi e delle Pensioni di cittadinanza sarà ricavato dalle nuove Dichiarazioni del mese di gennaio e sarà quindi necessario disporre di un Isee aggiornato. Tutte le nuove dichiarazioni avranno validità fino al 31 dicembre 2021» riporta il comunicato dell’Istituto utile a far chiarezza sulle norme prossime. Per questo motivo, è fondamentale il rinnovo dell’ISEE per continuare a percepire tutte le numerose prestazioni assistenziali, bonus e indennità Covid anche per l’anno appena cominciato.
TRIDICO: BUCO INPS SARÀ RIPIANATO
Pasquale Tridico ribadisce l’assenza di ogni tipo di allarme sui conti dell’Inps. “Non c’è alcun allarme per il pagamento delle pensioni e di altre prestazioni. Come è sempre avvenuto, anche questa volta il buco sarà ripianato in tempi brevi”, spiega all’Huffington Post il Presidente dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, che non nega il fatto che per anticipare le diverse prestazioni dovute all’impatto del Covid sull’economia c’è stata un’erosione del patrimonio, dovuta anche al mancato afflusso dei contributi nel periodo in cui le diverse attività produttive sono rimaste chiuse. “Questo genere di deficit si è già registrato ogni qual volta si è andati incontro alla crisi. Anche durante la crisi del 2009-2014, l’Inps ha accumulato lo stesso deficit, anche se spalmato su più anni”, e “con la precedente crisi abbiamo assistito alla stessa dinamica: il buco fu poi ripianato nel 2018 e il bilancio dell’Inps del 2019 è stato il più positivo degli ultimi dieci anni”, evidenzia ancora Tridico.
L’ESENZIONE PER I PENSIONATI ALL’ESTERO
In un recente articolo del Sole 24 Ore è stato ricordato che tra le misure contenute della Legge di bilancio, oltre a quelle relative ai tema di riforma pensioni, ve n’è anche una che riguarda i pensionati residenti all’estero. Infatti, essendo venuta meno l’esenzione sull’Imu, i cittadini italiani che trasferiscono all’estero la propria residenza e hanno un immobile nel nostro Paese non possono certo farlo passare come prima abitazione evitando di pagare l’imposta. “Dopo la soppressione dell’agevolazione nel 2020, la stessa è stata parzialmente reintrodotta con la Legge di bilancio 2021 (articolo 1, comma 48) che ha previsto l’esonero parziale del 50% per il pensionato all’estero, oltre al beneficio della riduzione a un terzo della Tari”, si legge sul quotidiano di Confindustria. Riguardo a quest’ultima agevolazione, Il Sole 24 Ore specifica che “pare riguardare anche i pensionati stranieri a condizione che la pensione sia maturata in convenzione internazionale con l’Italia (come precisato dalla risoluzione 6/2015).
RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE EUROPEE
In un articolo su startmag.it, Michele Arnese spiega che “presto in Italia si saprà che la Commissione europea imporrà anche al nostro Paese interventi sulle pensioni nell’ambito delle riforme auspicate della Pubblica amministrazione che dovranno essere inserite nell’ambito del Recovery Plan da sottoporre al vaglio di Bruxelles. È quanto si sussurra in ambienti parlamentari della maggioranza di governo in vista di disfacimento, peraltro, vista la crisi di governo ormai conclamata. Finora nessun indizio pubblico va in questa direzione per l’Italia. Ma le ultime indicazioni generali della Commissione europea sono inequivocabili”. In questo senso viene citato un articolo del quotidiano tedesco Handelsblatt in cui la Commissione europea avrebbe sollecitato la Germania a varare una riforma pensioni nell’ambito del proprio Recovery plan.
LA PIENA ATTUAZIONE DELLA LEGGE FORNERO
Money.it cita anche il fatto che da Bruxelles sarebbe arrivata all’Italia la richiesta di dare piena attuazione alla Legge Fornero. Concretamente questo vuol dire che “se in futuro l’Italia vorrà avere accesso alle risorse del Recovery Fund non potrà ripetere quanto fatto con Quota 100. Non ci dovranno essere strade alternative a quella tracciata dalla Legge Fornero, con l’obiettivo di mantenere la spesa pensionistica sotto determinati standard. Un vincolo che potrebbe anche compromettere il buon esito delle trattative tra Ministero del Lavoro e sindacati rispetto ad una misura di flessibilità che possa prendere il posto di Quota 100 dal 1° gennaio 2022, a meno che comunque questa misura non preveda delle penalizzazioni sufficienti da non far aumentare ulteriormente la spesa per le pensioni”.