RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PALLINI (M5S)

Maria Pallini ha annunciato che nel testo della Legge di bilancio è prevista una misura in tema di riforma pensioni a favore dei lavoratori esposti all’amianto del settore della produzione di materiale rotabile ferroviario. Come riporta orticalab.it, infatti, la deputata del Movimento 5 Stelle ha evidenziato l’introduzione di “termini perentori per la presentazione della documentazione fornita dal datore di lavoro, su richiesta dell’Inps, a integrazione delle domande già presentate. Sono, inoltre, procedimentalizzate le successive fasi istruttorie di competenza dell’Inps e dell’Inail al fine di definire entro tempi certi la procedura volta al rilascio delle certificazioni necessarie per l’accesso ai richiamati benefici previdenziali”. Inoltre, è previsto “l’immediato accesso a pensione con il beneficio ai soggetti che hanno ottenuto la certificazione tecnica da parte di Inail entro il 30 giugno 2020 e che hanno maturato la decorrenza teorica del trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2021”.



L’APPOGGIO DI ROTTA (PD) ALLE ISTANZE DEL CODS

Mentre sul Sole 24 Ore viene ricordato che giovani, donne e lavoratori autonomi sono i più penalizzati dalla crisi derivante dal Covid, il Comitato Opzione donna continua a portare avanti la sua battaglia volta non solo al riconoscimento ai fini pensionistici dei lavori di cura svolti prevalentemente dalle donne, ma anche alla proroga di Opzione donna fino al 2023 di modo che non sia crei incertezza nelle italiane con il continuo rinnovo di anno in anno della misura, come peraltro previsto tra le misure di riforma pensioni della Legge di bilancio appena approvata dal Governo. Orietta Armiliato, amministratrice del Cods, ha condiviso il risultato ottenuto da Ornella Magnani, una delle iscritte al Comitato, che messasi in contatto con l’Onorevole Rotta ha ottenuto una risposta via mail in cui la deputata del Pd evidenzia di avere bene in mente il problema del “rinnovo a singhiozzo” di Opzione donna che le appare ingiustificato. Rotta ha inoltre ben presente la necessità di riconoscere “il lavoro delle donne” ai fini di consentire loro l’accesso anticipato alla pensione.



PART TIME, LE NOVITÀ IN MANOVRA

Come già anticipato dal piano Inps presentato nelle scorse settimane, in Manovra il Governo potrebbe inserire novità importanti per le pensioni dei lavoratori part-time. In sostanza, i periodi non lavorati nei part time verticali potrebbero comunque far scattare l’assegno pensionistico per decisione immediata nella nuova riforma previdenziale: il Governo punta ad equiparare il trattamento come contribuzione tra le due tipologie di part-time (verticale e orizzontale). In questo modo, sottolinea il focus di OrizzonteScuola, «potrebbe essere un toccasana per i lavoratori in attività con regime  di lavoro part-time verticale e ciclico per i quali ai fini pensionistici oggi vige una pesante anomalia rispetto ai lavoratori in part-time orizzontale». L’ultima bozza della Manovra giunta alla Camera dopo la firma del Presidente Sergio Mattarella vede inserita la novità anche ai fini del calcolo e del diritto alla pensione, ovvero il considerare i periodi di inattività a cui sono stati soggetti i lavoratori in part time verticale. (agg. di Niccolò Magnani)



I TIMORI DEI COMUNICATORI

Si era già parlato nei mesi scorsi della possibilità che i comunicatori potessero vedere “migrare” le proprie posizioni contributive dall’Inps all’Inpgi e sembra che questa sorta di riforma pensioni, che aiuterebbe certamente l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani che si trova a rischio commissariamento, potrebbe vedere la luce presto. Per questo, come riporta primaonline.it, “i comunicatori – riuniti con le principali sigle nell’associazione Retecom – ribadiscono la propria posizione contraria al passaggio contributivo, operazione ‘finalizzata esclusivamente evitare il commissariamento dell’Istituto previdenziale dei giornalisti’, si dichiarano ‘contrari a qualsiasi operazione legislativa di natura puramente contabile che punterebbe a privilegiare una categoria rispetto ad un’altra’ e ribadiscono ‘le forti preoccupazioni, più volte espresse, verso un provvedimento che, qualora malauguratamente posto in essere, produrrebbe ostacoli applicativi ed effetti negativi di varia natura’”.

RIFORMA PENSIONI, IL CHIARIMENTO SUI CONTRIBUTI FIGURATIVI

In un recente articolo sul sito di Repubblica, la Fondazione Consulenti del lavoro ha ricordato che “la contribuzione figurativa che viene accreditata nel caso di fruizione di cassa integrazione ordinaria, di assegno ordinario erogato dai fondi bilaterali e dal FIS, nonché in caso di cassa integrazione in deroga non determina alcun danno sulla futura pensione dei lavoratori. Infatti, tale contribuzione è pienamente valida sia ai fini del diritto alla pensione sia ai fini della misura”. In particolare, pensando anche alle misure di riforma pensioni che saranno attive nel 2021, viene spiegato che “per quanto riguarda le settimane accreditate nella posizione assicurativa dei lavoratori, la contribuzione da CIG è effettiva, dunque utile alla maturazione dei 35 anni di contribuzione richiesti per opzione donna, così come per la quota di contribuzione effettiva necessaria per Quota 100 e per la pensione anticipata”.

LE PAROLE DI ROMITI

Inoltre questi contributi “rilevano anche per i 20 anni richiesti dalla pensione di vecchiaia e per le varie pensioni ottenibili in cumulo contributivo. Sono contributi dunque pienamente validi a tutti gli effetti”. Intanto, dalle pagine dell’Opinione delle libertà, Claudio Romiti critica le attuali restrizioni alle attività economiche, “come se con qualche settimana senza bar, ristoranti, palestre, piscine e quant’altro il Coronavirus allenterà la presa”, evidenziando anche che se il settore privato andrà in crisi “poi voglio vedere chi finanzierà le pensioni e gli stipendi pubblici di quei milioni di tifosi, con le chiappe al caldo, del lockdown all’amatriciana”.