IL NODO IRRISOLTO DA QUOTA 101

In un articolo pubblicato su ilvaloreitaliano.it, Claudio Maria Perfetto commenta l’ipotesi di una riforma pensioni con Quota 101 al posto di Quota 100, evidenziando come nell’avanzare tali proposte si guardi al problema dell’invecchiamento della popolazione. Dal suo punto di vista si potrebbe invertire la tendenza del calo delle nascite dando “ai giovani la possibilità di avere un lavoro, adeguatamente retribuito, non precario, con uno Stato sociale che provveda ad alimentare una rete di maggior sostegno agli anziani (sgravando così le donne dal lavoro di cura) e di maggior sostegno all’infanzia (con asili nido e istituti specializzati)”. Il problema è che anche ci sono anche già dei posti di lavoro che restano vacanti. “Forse è il caso di affrontare in maniera congiunta riforma delle pensioni e riforma del lavoro. Quota 101 può evitare lo scalone dei 5 anni, ma non scioglie il nodo pensioni. Quel nodo che unisce in maniera così stretta pensioni e lavoro”, è quindi la conclusione di Perfetto.



L’ASSISTENZA DI EPACA

Dalla Coldiretti Lombardia arriva una notizia importante che potrà aiutare molti anziani alle prese con gli effetti delle diverse norme di riforma pensioni. Come riporta milanotoday.it, infatti, il patronato Epaca ha deciso di attivare il primo servizio di consulenza e assistenza previdenziale presso il farmers’ market di Campagna Amica in via Friuli 10/a a Milano. “L’obiettivo è quello di fornire un nuovo servizio di prossimità, in un contesto innovativo come quello del mercato coperto di Campagna Amica che, per sua stessa natura, si propone ai cittadini non solo come punto dove fare una spesa italiana di qualità, ma anche come luogo di incontro e di socialità”, spiega Massimo Bocci, responsabile Epaca della Coldiretti di Milano, che evidenzia che la consulenza offerta “sarà gratuita e rivolta principalmente al tema delle pensioni, sia per il calcolo che per il controllo, fermo restando che siamo a disposizione anche per tutti gli altri servizi che fa il nostro patronato, dagli infortuni e malattie professionali al diritto di famiglia e successioni, fino alla consulenza sulle prestazioni sociali legate al reddito”.



LE PAROLE DI ARMILIATO

Con un post sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, Orietta Armiliato promuove e appoggia l’iniziativa di Walter Rizzetto a proposito di un intervento del Governo sull’Enasarco. “Il CODS condivide e sostiene l’azione del On. Walter Rizzetto (FdI) così come sosterrà chiunque voglia portare avanti la questione di quei contributi c.d. ‘silenti’ che, sebbene versati nelle casse dell’istituto previdenziale, non sono comunque sufficienti per ottenere alcun tipo di trattamento, così come sosterrà ogni iniziativa volta a far sì che il cumulo gratuito dei contributi versati alle casse non Ago, sebbene gestite anch’esse da INPS, possa essere fruibile anche per gli Esodati e per le donne che intendono optare per la misura dell’Opzione Donna”, scrive Armiliato, ricordando quindi anche un intervento di riforma pensioni che il Cods stesso sollecita da tempo, visto che attualmente chi vuole utilizzare Opzione donna non può avvalersi del cumulo gratuito dei contributi. Un intervento che sarebbe dovuto essere adottato alla fine della scorsa legislatura, ma che ancora manca all’appello.



ENASARCO, RIZZETTO SOLLECITA INTERVENTO

Walter Rizzetto intende chiedere al Governo, tramite un question time alla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, un intervento di riforma pensioni riguardante gli iscritti all’Ente nazionale di assistenza per gli agenti e i rappresentanti di commercio. “Occorre mettere fine all’ambiguo sistema che alimenta le casse di Enasarco, un meccanismo perverso per il quale la maggior parte dei lavoratori obbligati ad iscriversi a questo ente privato, difficilmente vedrà riconoscersi le prestazioni a cui è tenuto, a causa del mancato raggiungimento dei requisiti contributivi richiesti”, dichiara il deputato di Fratelli d’Italia, spiegando che “l’Enasarco, infatti, in questi casi non riconosce alcun diritto e non prevede la restituzione, nemmeno parziale, delle somme versate. Di fatto, agenti e rappresentanti di commercio perdono i contributi corrisposti in anni di lavoro che restano nella gestione, tra l’altro, poco trasparente, di Enasarco”. Secondo quanto riporta Lapresse, Rizzetto chiede quindi al Governo “un intervento normativo per eliminare questa assurda anomalia che danneggia centinaia di migliaia di ex agenti e rappresentanti di commercio”.

LO STOP AL CARO-CONTRIBUTI

In tema di riforma pensioni val la pena segnalare la notizia riportata da Tuttosoldi, l’inserto economico de La Stampa: “Nel 2020 il caro-contributi Inps s’è fermato: la corsa ha raggiunto lo stop finale e si attesta al 24% del reddito di impresa per gli artigiani e a una quota quasi identica (24,09%) per i commercianti. Per i familiari coadiuvanti e collaboratori fino a 21 anni di età invece la corsa continua e si assottiglia lo sconto: quest’anno è di 2,10 punti. Ai contributi per la pensione si aggiunge poi la piccola quota annua di 7,44 euro per finanziare l’indennità di maternità”. Nell’articolo viene anche ricordato che se “il reddito di impresa supera 43.379 euro lordi, sulle quote superiore scatta l’addizionale 1%”. Se invece non si arriva ai 15,953 euro, occorre comunque calcolare i contributi su questa soglia minima. Previsti sconti sui contributi, ridotti della metà, per artigiani e commercianti over 65 già pensionati. “E chi è nel regime fiscale agevolato può chiedere all’Inps lo sconto del 35%”.

RIFORMA PENSIONI, L’EFFETTO CORONAVIRUS

L’emergenza sul coronavirus può avere ripercussioni sul tavolo di confronto avviato tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni? La domanda sorge spontanea nel momento in cui l’esecutivo annuncia misure per almeno 3,6 miliardi di euro, uno stanziamento che dovrà essere approvato anche dal Parlamento in virtù della necessità di cambiare i saldi di bilancio rispetto a quelli previsti con l’ultima manovra finanziaria. Tutto questo potrebbe incidere sulla trattativa in corso in ambito previdenziale non solo perché questi 3,6 miliardi potrebbero essere insufficienti e le risorse eventualmente disponibili sul fronte previdenziale dovrebbero essere dirottate sull’emergenza coronavirus, ma anche perché lo sforamento rispetto ai parametri di bilancio attualmente in vigore dovrà essere concordato con la Commissione europea, che potrebbe chiedere di non aggravare il bilancio della spesa pensionistica. Del resto ancora nei giorni scorsi sono arrivati richiami da Bruxelles proprio sui passi indietro compiuti dal nostro Paese su questo fronte.

LA COPERTA CORTA

Non bisogna poi dimenticare che si prevede un calo del Pil che potrebbe incidere negativamente sui rapporti deficit/Pil e debito/Pil. Cosa che non aiuterebbe a ricavare risorse per le pensioni. Infine, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, l’aumento dello spread registrato negli ultimi giorni avrebbe già sottratto 500 milioni al “tesoretto” dovuto all’abbassamento del differenziale Btp/Bund registrato all’inizio dell’anno. La coperta è dunque corta. Non resta che attendere l’incontro Governo e sindacati del 13 marzo per avere qualche indicazione in più.