LE RICHIESTE SINDACALI
Ancora non è chiaro quale esito avrà la crisi di Governo, che “se non risolta in tempi rapidi, avrà ripercussioni molto pesanti su un’economia già in affanno e sul mondo del lavoro”. dicono Franco Taneselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti, Segretari generali rispettivamente di Cgil, Cisl e Uil del Trentino. Il sito di Rassegna sindacale riporta il testo della nota unitaria, in cui viene evidenziato che “gli appelli a mettere al centro le questioni dell’economia e del lavoro sono rimasti sostanzialmente inascoltati, nessuna politica industriale, nessun piano serio di rilancio dell’occupazione, nessuna vera riforma delle pensioni, ma provvedimenti onerosi finanziati in deficit e finalizzati solo a onorare le promesse elettorali”. Per i sindacalisti ora “è auspicabile che tutte le forze politiche in campo facciano un passo indietro rispetto ai loro tornaconti e mettano al centro l’interesse del Paese. Per quanto ci riguarda crediamo che servano soluzioni coraggiose, in grado di varare una legge di bilancio responsabile ed equa, che risponda ai reali bisogni degli italiani e coerente con gli impegni assunti anche a livello europeo”.
LA “TRAPPOLA” PER PD E M5S
Il direttore de Linkiesta, Francesco Cancellato, evidenzia come Pd e M5s siano di fatto “prigionieri” della “narrazione” di Matteo Salvini, basata su riforma pensioni, emergenza migranti e conflitto con l’Europa. “La vera mossa giusta sarebbe stata quella di parlare d’altro. Di spiegare agli italiani che non c’è nessuna emergenza migranti, che non c’è nessuna necessità di anticipare le pensioni, che non c’è nessun motivo al mondo per battibeccare un giorno sì e l’altro pure con una Commissione europea che ci ha concesso regolarmente tutta la flessibilità che volevamo”, è quanto Cancellato scrive rivolto evidentemente a dem e pentastellati. “Volete togliere ossigeno a Salvini? Dovete parlate di ambiente, di donne, di giovani, di scuola e di povertà quanto lui parla di immigrazione, Europa e pensione, forse pure di più. E non c’è modo migliore di farlo che incardinare un’azione di governo seria e coraggiosa su questi temi”, aggiunge come sorta di “consiglio non richiesto” ai due partiti che sembra possano formare un Governo.
PASSERA E IL FUTURO DEI GIOVANI
In un’intervista pubblicata sul Sole 24 Ore, Corrado Passera spiega l’importanza della formazione per combattere la disoccupazione giovanile, ma affronta anche implicitamente un tema di riforma pensioni. In particolare quando spiega che l’invecchiamento della popolazione “significa pensioni più lontane e più basse, quindi ricambio più lento e, senza adeguata crescita, meno spazio all’introduzione dei giovani”. Per il numero uno di Illimity Bank, quindi, “va profondamente ridisegnato l’intero sistema di welfare prima che diventi un incubo invecchiare nei nostri Paesi. Una urgenza su tutte: l’assicurazione universale per coprire il rischio della non autosufficienza”. Dal suo punto di vista, poi, “il mondo del lavoro del prossimo futuro è in parte imprevedibile, ma certamente se fai un lavoro a basso valore aggiunto il tuo lavoro andrà ad un immigrato o comunque non ti permetterà di vivere dignitosamente. Ci saranno, purtroppo, sempre più lavoratori poveri”. Cosa che, non serve che Passera lo espliciti, porta ad avere assegni pensionistici bassi.
L’EMERGENZA NELLA SCUOLA
In un articolo pubblicato sul Manifesto, si ricordano le conseguenze della crisi di Governo sul mondo della scuola. “La fine clamorosa del governo Conte ha lasciato in mezzo al guado la cancellazione della chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi”, scrive Roberto Ciccarelli, ricordando che che la riforma pensioni con Quota 100 creerà “enormi problemi”, visto che “il provvedimento ha accelerato la carenza dei docenti. Le richieste dei pensionamenti arrivate sono state 17.807 che si sono aggiunte ai 15.371 pensionamenti ordinari. I posti liberati dai pensionati Quota 100 non saranno coperti dal personale di ruolo: le domande dovevano arrivare all’Inps entro febbraio e i numeri non sono stati elaborati nei tempi utili”. Come se non bastasse, “questa situazione si è abbattuta su un’altra emergenza strutturale della scuola italiana: le cattedre vacanti. I supplenti necessari per occuparle oscillano oggi tra i 120 mila secondo la Flc Cgil e i 180 mila calcolati dalla Uil, fino ai 200 mila per l’Anief”. Una situazione quindi tutt’altro che rosea.
I DEBITI DI QUOTA 100
L’esperienza del Governo Conte è giunta al capolinea. Ladigetto.it, il quotidiano online del Trentino-Alto Adige, ricorda ai suoi lettori di non essere mai stato favorevole a questo esecutivo. “Non solo perché si sono messe insieme due forze politiche tra loro incompatibili, ma perché in poco più di un anno hanno sperperato le risorse del Paese già povero in spese improduttive che hanno indebitato le casse dello Stato in maniera superiore alle nostre forze. Il reddito di cittadinanza e le pensioni quota 100 erano degli obiettivi più che apprezzabili, solo che il Paese non può permetterseli. In una famiglia indebitata, di solito, le spese vengono ridotte, non aumentate”. Si è dunque aumentato il debito pubblico e “i risultati non sono quelli che si aspettavano i nostri governanti. I richiedenti reddito di cittadinanza sono stati molto meno del previsto, le pensioni anticipate hanno messo in crisi (ad esempio) la sanità e non hanno prodotto l’aumento di assunzioni in sostituzione dei nuovi pensionati”.
RIFORMA PENSIONI, IL DESTINO DI QUOTA 100
Non è chiaro quale sbocco avrà la crisi di Governo dopo che Giuseppe Conte ha rimesso il suo mandato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Sole 24 Ore prova ad analizzare la situazione e ipotizzare scenari anche sul destino di provvedimenti come la riforma pensioni con Quota 100, partendo dal presupposto che “le misure di flessibilità pensionistica introdotte l’anno scorso – su input della Lega – sono le più criticate dalla Commissione europea perché rappresentano una decisiva deviazione verso l’alto della spesa previdenziale, rimettendone in discussione la sostenibilità”. Dunque se dovesse nascere un Governo Pd-M5s, per il quotidiano di Confindustria “ci potrebbe essere une tentativo di revisione in senso restrittivo di Quota 100 con la scusa della bassa adesione il primo anno (30% di richieste, ndr) e per il fatto che determina una disparità forte tra lavoratrici e lavoratori”.
L’IPOTESI DI PARZIALE SOSPENSIONE
Probabile anche un riordino delle pensioni assistenziali e possibile che si cominci a paventare l’introduzione di una pensione di garanzia per i giovani. Se invece dovesse nascere un nuovo Governo giallo-verde, “nulla cambierebbe, con la Lega orientata a proporre Quota 41 alla fine del triennio di sperimentazione”. La situazione resterebbe invariata, secondo il Sole, anche nel caso di Governo istituzionale con prospettiva di voto anticipato, mentre se l’obiettivo fosse finire la legislatura, “si potrebbe immaginare una parziale sospensione della sperimentazione di Quota 100 con una norma di garanzia per chi ha fatto domanda entro una certa data”.