LA BATTAGLIA SUI RISPARMI DI QUOTA 100

Tra i temi che saranno sul tavolo nel confronto interno alla maggioranza dopo le elezioni regionali c’è anche la riforma pensioni con Quota 100. Lo spiega Il Sole 24 Ore, evidenziando che i risparmi potrebbero essere superiori a quelli già stimati nell’ultima Legge di bilancio. Si andrebbe infatti ben oltre i 2 miliardi di euro, arrivando a 2,6 miliardi. “Una dote consistente che, in parte, dovrebbe essere utilizzata per irrobustire il taglio del cuneo fiscale nel 2021 (al momento è finanziato un intervento da 5 miliardi). E che, per un’altra fetta, potrebbe essere usata per allestire la riforma previdenziale con una ‘mission’ precisa: ammorbidire l’impatto dello scalone di inizio 2022, causato dalla fine della sperimentazione di Quota 100, e garantire nuova flessibilità d’uscita senza mettere a repentaglio la sostenibilità del sistema previdenziale. Ma nel Governo c’è anche chi punta a utilizzare tutti i risparmi per misure di tipo espansivo, in primis fiscali”. Non bisogna però dimenticare che a breve dovrebbe partire il tavolo Governo-sindacati proprio sulle pensioni.



GLI EFFETTI SULLA SANITÀ

Continuano a farsi sentire gli effetti della riforma pensioni con Quota 100 sulla sanità. Il capogruppo di Forza Italia in Emilia-Romagna Andrea Galli fa infatti presente che “da Modena Carpi, da Sassuolo a Pavullo in tutta la provincia di Modena è emergenza per la carenza di medici di base e pediatri. È l’Ausl stessa a certificare come a fronte di 42 nuovi ingressi nel 2019 vi siano state 50 posizioni cessate per pensionamenti o trasferimenti. Numeri che contraddicono in modo palese la tanto decantata sanità di eccellenza emiliana”. Dal suo punto di vista, secondo quanto riporta sulpanaro.net, “l’impressione è che l’eccellenza sbandierata dalla sinistra sia frutto di dati elaborati e letti su misura dalla sinistra stessa che governa da sempre la Regione”. Per Galli, “i dati relativi all’indice di occupazione dei posti letto nei reparti di Medicina Interna fotografano un problema reale sugli ospedali modenesi”, in cui “a fronte di un tasso ideale di utilizzo pari al 75% si registra spesso un indice superiore a 100 sia al Policlinico che a Baggiovara con picchi superiori a 130 nei mesi invernali”.



IL RAPPORTO GIOVANI-PENSIONATI DA CONSIDERARE

In un articolo pubblicato su Italia Oggi, Carlo Valentini evidenzia come bisognerebbe tener conto di un dato importante prima di parlare di nuove misure di riforma pensioni da varare: “ogni italiano che lavora ne ha a carico quasi un altro che non lavora”. Dal suo punto di vista, quindi, “i giovani si ritroveranno l’erba tagliata sotto i loro piedi, dovranno accollarsi il peso di una moltitudine di anziani che sono fuori dal mercato del lavoro e saranno costretti a sottoscrivere una qualche forma di assicurazione perché la pensione, per loro, sarà un miraggio. Dovranno ringraziare chi ha urlato contro la riforma Fornero, chi ha imposto Quota 100, chi non la cancella temendo di perdere consenso, il sindacato che difende l’indifendibile”. Valentini ricorda che “in Italia oggi vi sono 68,9 persone a riposo ogni 100 attive. E non si tratta di vegliardi”, dato che un ricerca dell’Ires-Cgil indica che su 354.847 pensionati ce ne sono 21.000 con meno di 55 anni e 46.000 che hanno tra i 55 e i 64 anni.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI LONARDO

In tema di riforma pensioni si è spesso parlato dei vantaggi fiscali che convincono molti italiani in quiescenza a trasferirsi all’estero. Dopo aver partecipato a un programma di Rai 3 dedicato al tema, Sandra Lonardo, come riporta ottopagine.it, ha annunciato che presenterà un disegno di legge “che riveda la tassazione per le pensioni, per lo meno quelle minime… E anche per creare pari condizioni di tassazione all’estero, perché non tutte le nostre pensioni, possono essere tassate all’estero”. La senatrice di Forza Italia non nasconde la speranza “di trovare condivisione a 360 gradi nei partiti politici. Non lasciamo che i nostri pensionati, che hanno fatto tanti sacrifici qui in Italia, debbano emigrare per poter cercare migliori condizioni di vita”.

I MIGLIORI PAESI PER RITIRARSI IN PENSIONE

A proposito di questo tema, firstonline.info recentemente ha ricordato la classifica dei dieci migliori Paesi al mondo dove poter andare a vivere una volta in quiescenza stilata dal magazine International Living. Una graduatoria, chiamata World’s Best Places to Retire in 2019, basata su quattro fattori: qualità e costo della vita, assistenza sanitaria e governo. Al primo posto si piazza Panama, davanti a Costa Rica e Messico. Si resta in America Centrale con il quarto posto dell’Ecuador, per poi spostarsi in Malesia e ritornare in Sud America con la Colombia. Al settimo posto troviamo una meta apprezzata anche dai pensionati italiani: il Portogallo. Chiudono la top ten Perù, Thailandia e Spagna, Paese, quest’ultimo, che può contare sull’attrattività delle Canarie, meta anch’esse di molti pensionati italiani.