RIFORMA PENSIONI, PRESIDIO ESODATI PER NONA SALVAGUARDIA
I comitati dei seimila esodati esclusi chiedono al governo una nona salvaguardia pensionistica. E intendono rilanciare questo messaggio con un presidio: è stato indetto per il prossimo 27 giugno davanti alla sede del ministero del Lavoro. Il comitato coordinato da Gabriella Stojan, come riportato da Pensioni Oggi, denuncia il silenzio in cui è finita la vicenda dopo gli incontri politici e governativi. Finora sono stati salvaguardati circa 150mila lavoratori che nel dicembre 2011 erano privi di occupazione o avevano firmato accordi con l’azienda per la risoluzione del rapporto di lavoro. Ma secondo i comitati ci sono ancora seimila lavoratori senza tutela a cui la politica ha più volte promesso, anche formalmente, un intervento ristoratore senza però dare alcun seguito. «Non si riesce a vedere la luce di un provvedimento che restituisca il diritto alla pensione loro sottratto e più volte promesso dai due partiti di maggioranza», si legge nel comunicato che è stato diffuso. (agg. di Silvana Palazzo)
RIFORMA PENSIONI, QUATTORDICESIMA MEDIA DA 525 EURO
È tempo di quattordicesima per gli italiani, sia per quelli che lavorano, sia per quelli che sono in pensione. Come ricorda l’Ufficio economico di Confesercenti, complessivamente saranno distribuiti circa 7 miliardi di euro. I lavoratori avranno mediamente un extra di 1.263 euro, mentre i pensionati di circa 525 euro. Andando agli assegni di importo più basso è chiaro che la quattordicesima per le pensioni sia di una cifra più modesta, che resta comunque importante per i ceti meno abbienti. Soprattutto perché circa metà dell’importo complessivo delle quattordicesima dovrà essere impiegata per spese obbligate. In particolare, spiega l’Ufficio economico Confesercenti, sulla base di dati Istat e Swg, per mutui, spese sanitarie, bollette scadute, debiti con il fisco o rimborso di finanziamenti. Per i consumi, in particolare vacanze e prodotti di moda, si prevede una spesa di circa 2,3 miliardi complessivi. C’è anche chi riuscirà a destinare la quattordicesima, o una quota della stessa, al risparmio, per complessivi 1,28 miliardi di euro.
RIFORMA PENSIONI, LA SITUAZIONE INPGI
Appare sempre più complicata la situazione dell’Inpgi cui è stata chiesta una riforma pensioni. Il Sole 24 Ore evidenzia infatti che nel decreto crescita, lo stesso provvedimento che contiene il maxi scivolo per consentire alle grandi imprese prepensionamenti con anticipo fino a 5 anni, è stato inserito un emendamento che sospende il commissariamento dell’istituto previdenziale de giornalisti fino al 31 ottobre 2019. Prevedendo altresì dei fondi per finanziare “l’eventuale passaggio di soggetti assicurati dall’Inps all’Inpgi” in un periodo tra il 2023 e il 2030. Secondo l’Inpgi si rischia di creare confusione, visto che si danno 12 mesi per fare delle riforme, ma si apre al commissariamento. Inoltre, si stanziano risorse, ma da usare solo tra quattro anni. Giulio Centemero, deputato della Lega, che ha presentato l’emendamento in questione insieme al collega Raphael Roduzzi del Movimento 5 Stelle, ha detto: “Stiamo lavorando perché non ci siano i costi sociali di un default. Non escludo che ci saranno ulteriori provvedimenti, non solo da parte nostra c’è la volontà politica di farlo, anche perché portare l’Inpgi nell’Inps costerebbe più che non ampliare la platea dell’istituto”.
RIFORMA PENSIONI, SALVINI CONFERMA QUOTA 100
C’era attesa per l’intervento odierno di Matteo Salvini al Festival del lavoro. Con l’occasione il vicepremier ha ribadito che la riforma pensioni con Quota 100 “non si tocca, la confermo anche per gli anni a venire”. Secondo quanto riporta Adnkronos, il leader della Lega ha voluto fare anche un esempio pratico di quelle che sono le conseguenze di Quota 100. “Eni nel 2019 manderà in pensione 600 lavoratori a tempo indeterminato e ne assumerà 1.100 a tempo indeterminato nel 2019”, ha detto Salvini, secondo cui attraverso Quota 100 “si dà diritto alla pensione ma anche il diritto al lavoro per i giovani”. Sempre dalla kermesse milanese arrivano le parole di Alberto Brambilla, che ha lavorato alla stesura del programma elettorale della Lega, secondo cui quest’anno i risparmi su Quota 100 potrebbero superare il miliardo di euro e ammontare a più di due miliardi l’anno prossimo. Da registrare anche, grazie alle risposte fornite dalla Fondazione studi consulenti del lavoro ai quesiti posti sul sito di Repubblica, che per accedere a Quota 100 si può utilizzare il cumulo contributivo, purché non vi siano sovrapposizioni cronologiche nei periodi contributivi.
QUOTA 100 E LE MISURE PER LE DONNE
La riforma pensioni, oltre a Quota 100, ha previsto la proroga di Opzione donna, che, ricorda Orietta Armiliato, resta una misura di carattere sperimentale. Per questo “il Cods continua a insistere sulla necessità di trovare alternative a questa misura che, sebbene opzionale, è l’unica che consente il raggiungimento della quiescenza con un po’ di anticipo aiutando, ad esempio, le lavoratrici disoccupate di lungo periodo che non hanno altra alternativa per potersi garantire un reddito anche se spesso, con OD, risulta essere di modesta entità. Il riconoscimento del lavoro di cura, ad esempio, sarebbe già una valida alternativa, ma si potrebbero studiare anche altre forme affinché la popolazione femminile, gravata da oneri lavorativi dentro e fuori casa, possa raggiungere la quiescenza anticipatamente rispetto alle possibilità vigenti”, scrive l’amministratrice del Comitato Opzione donna social, secondo cui chiedere solamente la proroga di Opzione donna non incentiva certo la politica a prendere misura più importanti.
LA QUATTORDICESIMA A DICEMBRE
Tra dieci giorni diversi italiani in pensione riceveranno la quattordicesima. Come ricorda l’Associazione nazionale anziani e pensionati aderente a Confartigianato, “questo beneficio viene erogato dopo il compimento dei 64 anni ai pensionati che hanno un reddito non superiore a quello stabilito dalla legge (e cioè un reddito complessivo fino a un massimo di 1,5 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti fino al 2016 e fino a 2 volte il trattamento minimo annuo del Fondo lavoratori dipendenti dal 2017). Hanno diritto alla quattordicesima anche i titolari di assegno ordinario di invalidità e di pensione di inabilità”. Sono invece esclusi “i titolari di assegno sociale e le pensioni di natura assistenziale come ad esempio quella corrisposta per invalidità civile”. Altra cosa importante da ricordare è che i “pensionati che compiranno i 64 anni da agosto in poi, ed abbiano i requisiti reddituali richiamati, percepiranno il beneficio a dicembre”. Periodo in cui sicuramente si sarà nel pieno dibattito relativo alla riforma pensioni per l’anno successivo.
LE RISORSE PER GLI ESPOSTI ALL’AMIANTO
Nel decreto crescita è stata inserita una norma che introduce un maxi scivolo per le imprese che potranno anticipare fino a 5 anni il pensionamento dei loro dipendenti a precise e determinate condizioni. Non si tratta però dell’unica misura che interviene come una piccola riforma delle pensioni nel decreto. Come spiega Carlo Sibilia, infatti, “è stato introdotto l’art.41bis grazie al quale si scrive una nuova pagina per i lavoratori che esposti all’amianto in passato e quindi, tra gli altri, anche per gli operai dell’Isochimica”. Secondo quanto riporta orticalab.it, il sottosegretario all’Interno ha evidenziato che sono previste delle risorse che verranno “utilizzate per supportare economicamente le pensioni attribuite ai lavoratori che sono affetti da patologie da amianto. È un passo deciso a parziale risarcimento dei danni, fisici ed emotivi, subiti dagli operai e dalle loro famiglie in questi anni. Sono contento che questo Governo abbia raggiunto un obiettivo così importante. Molto sentito ad Avellino e in altre città d’Italia in cui erano presenti bombe ecologiche come l’ex Isochimica”.
RIFORMA PENSIONI, L’INDAGINE DEL MEFOP
Il Sole 24 Ore ha recentemente riportato i risultati della sesta indagine campionaria realizzata da Mefop, la società costituita nel 1999 dal ministero dell’Economia, partecipata anche da 95 fondi pensione (e molti fondi sanitari e Casse di previdenza) per la promozione della previdenza complementare e la conoscenza sulle politiche di welfare, da cui emerge che “nel Paese dove quasi ogni anno il governo di turno mette mano alle norme previdenziali, il 30% della popolazione dice di non sapere cos’è e come funziona il calcolo contributivo (percentuale in crescita rispetto al 23% del 2012) e più di un quinto (23% contro il 19% di sei anni fa) sostiene che il sistema vigente è interamente o prevalentemente a calcolo retributivo”.
IL GRANDIMENTO PER QUOTA 100
Con l’indagine è stato anche misurato il gradimento della riforma pensioni con Quota 100 ed è stato chiesto “se si possano alleggerire i requisiti di pensionamento aumentando il debito implicito che dovranno pagare i giovani”. Il risultato è che “solo il 26% del campione (duemila intervistati) si dice coerentemente non favorevole. A fronte di un 24% di molto favorevoli ai pensionamenti anticipati e un 19% di soggetti (furbi? incoerenti?) che si dicono contrari al trasferimento di ulteriori oneri sulle generazioni future ma favorevoli alle uscite anticipate”. Inoltre, “l’87% del campione è convinto che le pensioni future non saranno sufficienti per coprire i bisogni di vita e il 73% pensa la stessa cosa sulla sanità pubblica”. Tuttavia sono pochi gli italiani che investono in fondi pensione o in assicurazioni sanitarie.