LE RICHIESTE DELLA UIL

La Uil dall’incontro di domani con il Governo in tema di riforma pensioni, “si aspetta di entrare nel dettaglio delle misure previdenziali da inserire nella prossima Legge di Bilancio”. Il Segretario confederale evidenzia in particolare la necessità di “definire la proroga dell’Ape sociale eliminando alcune criticità che in questi anni non hanno permesso la piena fruizione di questo importante strumento, quali i codici Istat e gli anni di contribuzione per alcune categorie tipo, l’edilizia e il lavoro agricolo, ed estendendo la misura ad altre categorie fragili”. Per il sindacalista “bisogna, inoltre, affrontare il tema del pensionamento anticipato per i lavori precoci dando una risposta a tutti i lavoratori che hanno 41 anni di contribuzione, definire la proroga di ‘Opzione donna’ con i criteri originali, equiparare il part-time verticale a quello orizzontale ai fini della contribuzione, dettagliare in maniera efficace la staffetta generazionale, promuovere un nuovo semestre di silenzio assenso per l’iscrizione ai Fondi Pensione integrativi ed estendere la quattordicesima per le pensioni fino a 1.500 euro”.



RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA DEGLI ESODATI ESCLUSI

Come noto domani riprenderà il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni. Il Comitato 6.000 esodati esclusi con un comunicato stampa chiede che già nella prossima Legge di bilancio si provveda a sanare definitivamente la situazione per quelle persone che da ormai più di otto anni attendono giustizia. L’unico modo per farlo, spiega il Comitato, è “la riapertura dei termini dell’Ottava Salvaguardia per gli Esodati che maturano il ‘requisito previdenziale’ entro il 31/12/2021”. “La ‘lotteria’ delle scorse Leggi di Bilancio ha già ripetutamente messo da parte gli Esodati, quindi questa sarebbe la quarta Legge di bilancio nella quale gli Esodati, essendo una platea esigua e, in quanto tale, colpevolmente accantonabile, non vogliono rischiare di essere nuovamente ignorati”. Nel comunicato si legge anche che “gli ultimi Esodati residui non chiedono un ‘anticipo pensionistico’” e viene quindi fatto appello a Nunzia Catalfo e a tutto il Governo “affinché onorino le promesse fatte”.



DOMANI IL TAVOLO GOVERNO-SINDACATI SULLE PENSIONI

Riprende domani 14 ottobre il dialogo tra Governo e sindacati, con la mediazione della Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo sul tema caldo della riforma pensioni post-Quota 100: nell’ultima intervista rilasciata a Collettiva.it il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli ha sottolineato i punti chiave e gli obiettivi delle sigle nazionali per i prossimi mesi. «Avere un sistema flessibile, che rompa gli schemi della Legge Fornero e la superi permettendo alle pensioni di poter scegliere liberamente quando andare in pensione. Noi diciamo dopo i 62 anni le persone devono esser in condizione di scegliere quando andare in pensione, oppure dopo 41 anni di contributi»; la Quota 41 per i sindacati può e deve essere un punto cardine, «Poi crediamo che in questo scenario generale occorre riconoscere ancora una volta i lavori usuranti e gravosi veramente, come è opportuno riconoscere il lavoro di cura e delle donne che sono fortemente penalizzate ed il lavoro dei giovani», conclude il sindacalista Cgil.



RIFORMA PENSIONI, LA DOMANDA PER AUMENTO ASSEGNI INVALIDITÀ

Come ricorda il sito del Fatto Quotidiano, “è stata prorogata al 30 ottobre la scadenza per fare domanda di aumento della pensione di invalidità civile” sulla base della norma contenuta nel decreto agosto che è arrivata dopo la sentenza della Corte Costituzionale. “La domanda può essere presentata direttamente dal beneficiario o da un intermediario accedendo al servizio ‘Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci’ sul sito Inps. Facendone ‘espressa richiesta’ la maggiorazione verrà riconosciuta con decorrenza dal 1° agosto 2020: nel campo ‘Note’ della domanda bisogna scrivere ‘Richiedo il riconoscimento della maggiorazione con decorrenza dal 1° Agosto 2020’”; inoltre, “il beneficiario se non coniugato deve possedere redditi propri non superiori a 8.469,63 euro (pari all’importo massimo moltiplicato per tredici mensilità) e se coniugato deve avere redditi propri non superiori alla stessa cifra e redditi cumulati con quello del coniuge non superiori a 14.447,42 euro. Se entrambi i coniugi hanno diritto all’incremento, questo concorre al calcolo reddituale”.

LA MANCANZA DI MEDICI E INFERMIERI

In un articolo pubblicato su Repubblica viene evidenziato che le Unità speciali di continuità assistenziale dovrebbero essere 1.200 in tutta Italia, ma in realtà sono meno della metà. Un problema di non poco conto in questo periodo in cui è importante cercare di svolgere attività diagnostiche per il Covid direttamente sul territorio per evitare di “intasare” gli ospedali. Il quotidiano romano spiega che “complessivamente mancano all’appello almeno 20 mila tra medici di famiglia, camici bianchi nelle aziende sanitarie e infermieri del territorio per coprire le piante organiche”. Assenze dovute alle mancate assunzioni e al contemporaneo pensionamento di molti professionisti del settore. Viene in questo senso citato Silvestro Scotti, Segretario del sindacato Fimmg, secondo cui sono circa 3.000 i medici di famiglia andati in pensione quest’anno “e altri 2 mila ci andranno all’inizio del prossimo”. La situazione rischia quindi di farsi molto difficile e non è da escludere che proprio la situazione determinata dal Covid possa spingere i medici e gli infermieri che hanno i requisiti ad andare in quiescenza.

RIFORMA PENSIONI, IL PDL DI REFORMING.IT

Dal sito reforming.it, che raccoglie analisi e proposte per l’Economia e le Istituzioni, arriva una proposta di riforma pensioni attraverso un progetto di legge che introdurrebbe dal prossimo 1° gennaio “il pensionamento flessibile partire da 62 anni di età con vincolo di almeno 35 anni di anzianità contributiva. Sono fatte salve tutte le possibilità di pensionamento già esistenti nella normativa vigente”. Nella presentazione di tale progetto, viene specificato che “a fronte di questa più ampia possibilità di scelta per lavoratrici e lavoratori, gli importi delle quote di pensione calcolate secondo il sistema contributivo sono già predisposte a ridursi, nel rispetto dell’equità attuariale, per tenere conto dell’anticipo con cui l’assegno può essere erogato. Per gli importi delle quote di pensione calcolate secondo il sistema retributivo è invece necessario introdurre dei fattori correttivi”.

LA FLESSIBILITÀ CON PENALIZZAZIONE

Più nello specifico, “la proposta di legge prevede che, se nel calcolo retributivo della pensione ogni anno di anzianità aggiunge il 2 per cento della retribuzione pensionabile, allo stesso modo ogni anno di anticipo dell’uscita rispetto ai requisiti statutari (o pivotali) sottragga il 2 per cento della retribuzione pensionabile”. Nel testo viene anche specificato che “i requisiti statutari (o pivotali) di età e anzianità sono fissati per il biennio 2021-2022 in 67 anni di età e 42 anni di contribuzione. Saranno adeguati con cadenza biennale alla variazione della speranza di vita”, “nella misura della metà della stessa variazione, in modo da equiripartire l’allungamento della vita tra fase di attività e fase di quiescenza”.