SALTA L’INCONTRO GOVERNO-SINDACATI
Governo e sindacati si erano lasciati un mese fa con la promessa di ritrovarsi l’8 settembre per discutere ancora di riforma pensioni, in particolare con un incontro destinato a delineare gli interventi da inserire nella prossima Legge di bilancio. Tuttavia, come ricorda collettiva.it, “l’incontro dell’8 settembre tra governo e sindacati sulle pensioni è saltato. Il governo propone quindi una nuova scaletta di incontri che partiranno dal 16 settembre”, data che originariamente sarebbe dovuta servire per discutere del ridisegno complessivo del sistema pensionistico a partire dal 2022, una volta andata in scadenza Quota 100. L’incontro si terrà invece il 25 settembre. Intanto si parla anche di una misura specifica “per facilitare l’uscita di lavoratori vicini alla pensione in cambio di nuove assunzioni”, come il contratto di espansione o una nuova versione dell’isopensione. Sembra che la ministra del Lavoro Catalfo voglia muoversi in questa direzione, visto che si parla di un piano, che porta il suo nome, che contiene anche la staffetta generazionale tra i suoi punti.
IL FUNZIONAMENTO DELLA RITA
In un articolo su orizzontescuola.it viene ricordato il funzionamento della Rita, la Rendita integrativa temporanea anticipata, per accedere alla quale “è necessario aver maturato almeno i 20 anni di contributi che, poi, al compimento dei 67 anni, daranno diritto ad accedere alla pensione di vecchiaia. È, inoltre, necessario aver versato nel fondo previdenziale complementare almeno 5 anni di contributi. Ovviamente per poter fruire della pensione con la rendita si deve rinunciare, in tutto o in parte alla futura pensione integrativa. Il requisito anagrafico richiesto, attualmente, è di 62 anni per chi è ancora in servizio (ma è richiesta la cessazione dell’attività lavorativa) o di 57 anni per chi, invece, risulta disoccupato da almeno 24 mesi”. Intanto Matteo Salvini prosegue il suo tour elettorale e a Lavis, come riporta secolo-trentino.com, ha ricordato che “quando noi siamo arrivati al Governo siamo andati con un programma sulla sicurezza, sulle pensioni, sulla tassazione e sugli sbarchi”. Quello previdenziale resta quindi un tema centrale dei discorsi del leader leghista.
“QUOTA 100 È IMPRODUTTIVA”: IL PUNTO DI DE NICOLA
Intervenendo a Omnibus su La7 questa mattina, l’economista Alessandro De Nicola della Adam Smith Society si inerisce nel dibattito sulle spese “improduttive” che potranno/dovranno cambiare nel prossimo Recovery Fund, a partire dalla riforma pensioni di Quota 100 e del Reddito di Cittadinanza. «È una spesa pubblica completamente improduttiva: il collasso intellettuale, come ad esempio abbiamo visto sui navigator, era ovvio che non avesse risultati catastrofici». Reddito è stato uno spreco di risorse pubbliche – secondo l’economista che critica duramente l’impianto delle riforme Lega-M5s – come del resto «lo è stata la Quota 100. Le due misure sono simmetriche perché sono state risorse improduttive». Gli strumenti precedenti individuati dai Governi Renzi e Gentiloni, secondo De Nicola, «avevano un impianto sostenibile e con molto più senso». (agg. di Niccolò Magnani)
ANP-CIA: AUMENTARE LE PENSIONI DEGLI AGRICOLTORI
Come noto, la Corte Costituzionale ha stabilito con sentenza che le pensioni degli invalidi civili totali debbano essere aumentate. L’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, come riporta Askanews, evidenzia che “le pensioni degli agricoltori sono ancora le più basse, ferme a 515 euro” e il Governo ne dovrebbe tenere conto. Secondo Alessandro Del Carlo, Presidente nazionale di Anp-Cia, “il tema delle pensioni minime deve essere affrontato con serietà e rigore nella prossima legge di Bilancio 2021 nella quale risulterà senz’altro possibile rintracciare le risorse necessarie”, anche perché “la cosiddetta pensione di cittadinanza non ha dato soluzione a questo problema, in quanto la stragrande maggioranza dei pensionati non ha potuto accedervi a causa dei previsti criteri restrittivi, mentre l’epidemia del Covid-19 ne ha aggravato notevolmente le condizioni. Continueremo a batterci per i pensionati e gli anziani affinché vengano loro riconosciuti assegni dignitosi e servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali d’Italia”.
GLI ADEMPIMENTI PER I FONDI PENSIONE
In un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore viene spiegato che “il rientro dalle vacanze per i responsabili dei fondi pensione risulterà sicuramente impegnativo alla luce delle ultime linee guida emanate il 29 luglio dalla Covip per l’attuazione della direttiva Iorp2 (la direttiva 2016/2341, recepita dal nostro ordinamento attraverso il Dlgs 147/2018 che ha modificato il Dlgs 252/2005). Diversi sono, infatti, gli adempimenti che dovranno essere ultimati entro la fine dell’anno o al massimo nei primi mesi del 2021”. Entro fine 2020 “dovranno essere costituire le tre funzioni fondamentali ora richieste: quella di gestione dei rischi, di revisione interna e, ove applicabile, quella attuariale”. Inoltre, “dovrà essere definita la politica di remunerazione adottata dal fondo pensione, nonché i principi attraverso i quali sarà condotta la prima autovalutazione dei rischi”. Entro la data di approvazione del bilancio 2020, inoltre, bisognerà predisporre il documento di sistema di governo, il documento sulle politiche di governance e il manuale operativo delle procedure.
RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA DELLA COLDIRETTI PUGLIA
L’abolizione del superticket viene accolta positivamente dalla Coldiretti Puglia, il cui Presidente Savino Muraglia, come riporta leccesette.it, evidenzia come si tratti solo di “una prima risposta al grave disagio avvertito dagli anziani lavoratori autonomi come gli agricoltori, costretti a vivere con pensioni spesso al di sotto di 515 euro mensili e, quindi, ai limiti della fascia di povertà, e con uno Stato Sociale sempre meno attento ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie”. Considerando che le pensioni aiutano i bilancio di una famiglia su tre e che la crisi da coronavirus ha peggiorato la situazione degli anziani a basso reddito, dalla Coldiretti Puglia arriva quindi la richiesta di “intervenire per recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse”.
IL TAGLIO FISCALE NECESSARIO
In tale direzione va anche la richiesta dello Spi-Cgil di Perugia, il cui Segretario provinciale Mario Bravi, come riporta tuttoggi.info, segnala la necessità di fare in modo che il taglio del cuneo fiscale recentemente ampliato per diversi lavoratori dipendenti venga esteso anche ai pensionati. “Il problema di un prelievo fiscale iniquo sulle pensioni è un problema di carattere nazionale, ma nei nostri territori assume una dimensione ancora più rilevante”, aggiunge Bravi, ricordando che “nonostante il fatto che in provincia di Perugia e nel territorio di Foligno le pensioni siano del 7% più basse delle già povere pensioni a livello nazionale, circa il 40% delle entrate complessive Irpef vengono dalle pensioni”.