UIL CONTESTA GREEN PASS PER RITIRO PENSIONI
Mentre prosegue il difficile tavolo al Ministero del Lavoro sul cantiere della riforma pensioni, non mancano i segni dello “scontro” tra sindacati e Governo anche su altre tematiche che negli ultimi giorni hanno preso la “scena” politica (in attesa del voto sul Quirinale).
Alle sigle non è andata giù la decisione dell’esecutivo nell’ultimo Dpcm di inserire gli sportelli delle Poste per il ritiro delle pensioni come luoghi dove permane l’obbligo di Green Pass: scrive in una nota l’ex segretario nazionale della Uil, oggi responsabile della Uil Pensionati, Carmelo Barbagallo, «Il green pass obbligatorio negli uffici postali per ritirare la pensione pone un problema non di principio, ma di possibilità effettiva di esibirlo” per molti dei pensionati più anziani che magari hanno difficoltà a scaricare e stampare il certificato». Per il segretario della UilP, «La maggior parte degli anziani il green pass ce l’ha e anche con tre dosi, il problema è saperlo utilizzare, problema che si collega strettamente con l’alfabetizzazione digitale; la maggioranza dei più anziani (e non solo) non l’ ha recepita; in Italia è un problema generale».
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DE LIETO
Nel contestare le ultime decisioni prese dal Governo con il Dpcm sull’utilizzo del super green pass, Antonio De Lieto, Segretario generale del Libero Sindacato di Polizia LI.SI.PO., evidenzia: “Siamo proprio all’assurdo, il Governo Draghi non si preoccupa di aumentare la pensione a 20milioni di persone che vivono con pensioni da fame. Oltre la metà percepisce una pensione di circa 500 euro mensile. L’unico aumento che si registra per i pensionati è quello relativo all’applicazione della perequazione che avviene al primo gennaio di ogni anno, l’adeguamento avviene sulla base degli incrementi dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat. In sostanza, si tratta di una vera elemosina, circa cinque sei euro al massimo”.
L’ANALISI DI MARINO
Tutto questo quando la Cna Pensionati spiega che i rincari delle bollette potrebbero assorbire più di una mensilità dell’assegno pensionistico medio. Intanto Mauro Marino, in un articolo pubblicato su pensionipertutti.it, auspica che dal confronto tra Governo e sindacati possa arrivare la proposta “del riscatto del corso di laurea in regime agevolato anche per i lavoratori che godono del sistema misto (al pari di quelli che hanno il contributivo) e l’eliminazione di quella assurda clausola che vale sia per quota 100 che per quota 102 di non poter svolgere attività lavorativa ad eccezione del lavoro occasionale fino a 5.000 € annui”. Dal suo punto di vista, infatti, la possibilità di restare al lavoro per chi va in pensione “dovrebbe essere favorita e non osteggiata dal momento che in questo modo vengono pagati ulteriori regolari contributi”.
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