L’ASSEGNO STRAORDINARIO E QUOTA 102
In un articolo sul Sole 24 Ore viene ricordato che, stando alla circolare dell’Inps relativa a Quota 102, la misura di riforma pensioni in vigore per il solo 2022, “nei settori dotati di Fondi di solidarietà che erogano un assegno straordinario di accompagnamento alla pensione (come credito o assicurazione)” esiste, come nel caso di Quota 100, “la possibilità di finalizzare l’assegno, oltre che al raggiungimento delle pensioni di vecchiaia o anticipata ordinaria, anche a raggiungere entro il 31 dicembre 2022, i requisiti di accesso a Quota 102. Il datore di lavoro deve applicare accordi collettivi aziendali o territoriali, con cui impegnarsi a sostituire chi esce con nuove assunzioni. Gli interessati percepiranno dall’Inps l’assegno straordinario fino alla decorrenza di Quota 102”. Inoltre, per raggiunge i 38 anni di contribuzione richiesti si possono anche sommare “contributi non coincidenti accreditati in gestioni previdenziali obbligatorie diverse, salvo che si tratti delle Casse professionali”.
I DATI DELL’OSSERVATORIO INPS
Dati dati dell’Osservatorio dell’Inps sulle pensioni emerge che tra gli assegni vigenti il 1° gennaio 2022, “le prestazioni inferiori a mille euro sono i due terzi del totale”, ma, come ricorda Ansa, “i pensionati hanno anche più prestazioni, quindi il reddito del pensionato non coincide con la singola prestazione”. Come riporta il sito del Sole 24 Ore, dagli stessi dati emerge “come il 75,1% degli assegni anticipati e d’anzianità sia erogato a uomini, ai quali è destinato anche il 37,1% dei trattamenti di vecchiaia”, mentre “k’area geografica con la percentuale più elevata di prestazioni pensionistiche è l’Italia settentrionale, con il 47,85%. Al Centro viene erogato il 19,31% delle pensioni, mentre in Italia meridionale e nelle Isole il 30,77%; il restante 2,06% (366.226 pensioni) è destinato a soggetti residenti all’estero”. Infine, “il monitoraggio dell’Inps evidenzia una età media dei pensionati di 74,1 anni. Con una differenza tra i due generi di 4,7 anni: 71,5 anni per gli uomini e 76,2 anni per le donne”.
LE PENSIONI VIGENTI AL 1° GENNAIO
Come riportato da Radiocor, dai dati comunicati dall’Inps emerge che “le pensioni vigenti al primo gennaio 2022 sono 17.749.278, di cui 13.766.604 (77,6%) di natura previdenziale e 3.982.674 (22,4%) di natura assistenziale. L’importo complessivo annuo è pari a 218,6 miliardi, di cui 195,4 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali e 23,2 miliardi da quelle assistenziali. Il 48,4% delle pensioni è in carico alle gestioni dei dipendenti privati: quella di maggior rilievo è’ il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti che gestisce il 45,8% del totale e il 58,7% degli importi. Le gestioni dei lavoratori autonomi erogano il 28,2% delle pensioni per un importo in pagamento pari al 24,3% del totale, mentre le gestioni assistenziali erogano il 22,4% delle prestazioni, con un importo in pagamento pari al 10,6% del totale”.
LA VERTENZA CHIESTA DALL’USB
Venerdì scorso si è tenuta la riunione di Usb pensionati della Campania, “utile a dare continuità alle iniziative di lotta e agli obiettivi che ci siamo prefissi in questi mesi” e “non ha potuto non tenere conto dei cambiamenti e degli scenari che determina la situazione di guerra in atto in Europa”, si legge in una nota del sindacato di base, secondo cui “risulta urgente avviare un ragionamento più ampio e congiunto sulle conseguenze della guerra, sul carovita che essa sta comportando e che ricadono sulle pensioni, sui salari e di conseguenza sul potere d’acquisto di questi. Usb pensionati rilancia per questo con forza la costruzione della vertenza nazionale sulla possibilità della detassazione delle pensioni congiuntamente alle iniziative per il rilancio dei servizi pubblici e in modo particolare su una sanità capace di garantire assistenza vera”. L’organizzazione ritiene anche importante “avere risposte sui tempi e sulle modalità di erogazione del Tfr ai neopensionati dei trasporti”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SCHIRÒ
“È un anno che mi batto per sensibilizzare Governo, Ministeri, Istituzioni competenti, partiti, enti di tutela dei lavoratori e dei pensionati italiani all’estero ma ho l’impressione, almeno finora, che i diritti degli italiani all’estero non siano nel novero delle cose da tutelare, tanto è vero che anche gli emendamenti presentati al Senato dai colleghi Porta e Giacobbe nell’ambito della discussione del decreto ‘Sostegni-ter’ – che se approvati avrebbero tutelato i diritti dei nostri connazionali all’estero consentendo il mantenimento delle detrazioni e dell’Anf per gli iscritti all’Aire – non sono stati accolti”. Così Angela Schirò evidenzia come si sarebbe potuta evitare una brutta sorpresa per gli italiani all’estero, compresi alcuni pensionati.
IL PROBLEMA DEI PENSIONATI ALL’ESTERO
Riguardo la riforma delle pensioni, la deputata del Pd eletta in Europa, come riporta l’agenzia Aise, spiega infatti di aver ricevuto lettere ed e-mail da molti italiani residenti all’estero per la perdita dal mese di marzo delle detrazioni per i figli a carico e dell’Assegno al nucleo familiare, in quanto sostituiti dall’Assegno unico che però non viene erogato all’estero. Tra le persone che hanno scritto a Schirò c’è anche un pensionato residente in Venezuela con figlio disabile a carico, il cui assegno è stato sostanzialmente più che dimezzato. “Restiamo fiduciosi, tuttavia, che con il nostro impegno, passato e futuro, e con il sostegno dei sindacati e delle associazioni dell’emigrazione riusciremo a sensibilizzare il Governo al fine di correggere una normativa che penalizza iniquamente molti nostri connazionali”.
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