LE PAROLE DI SALVINI
Matteo Salvini ha sentito oggi Mario Draghi, “per parlare di Afghanistan, salute e lavoro. Non penso che abbia come sua priorità i parchi di Latina”. Il leader della Lega, a margine di un evento elettorale a Roma, secondo quanto riporta Askanews, ha risposto così a chi gli chiedeva delle richieste di dimissioni del sottosegretario all’Economia Claudio Durigon. Salvini ha ricordato che “con Claudio Durigon stiamo lavorando alla nuova riforma delle pensioni che interessa milioni di italiani, la storia ha già condannato fascismo e comunismo. Quasi tutti gli estremismi tranne quelli islamici”. Secondo quanto riporta barbadillo.it, l’ex ministro dell’Interno ha anche aggiunto che “non sono una mia preoccupazione le mozioni contro Durigon. Io sono al governo per risolvere i problemi, non per crearli come fanno Pd e M5S. Noi lavoriamo per costruire, non per distruggere”. Vedremo se dagli altri partiti della maggioranza torneranno le pressioni per un passo indietro del sottosegretario leghista.
ADDIO AL PIN PER L’INPS
In un articolo pubblicato su Italia Oggi, Daniele Cirioli ricorda che dal 1° ottobre diventerà inutilizzabile il pin “per accedere ai servizi online sul sito Inps” per i cittadini, mentre questo stop scatterà dal 1° settembre per gli utenti registrati con un profilo diverso, come intermediari, imprese, consulenti e professionisti). Bisognerà quindi munirsi delle credenziali Spid, Cie e Cns. Il primo caso è quello più noto e che ha portato recentemente anche a code alle Poste per avere la propria “identità digitale”. Meno nota la possibilità di utilizzare la Carta di identità elettronica (Cie) tramite smartphone dotato di lettore NFC. Come pure la possibilità di usare la Tessera sanitaria, che ormai contiene anche la Carta nazionale dei servizi (Cns), tramite un lettore di smart card (che va acquistato) collegato al computer e un codice pin. Procedure non semplici per tutti i pensionati, ma con cui bisogna fare i conti in questa fase di passaggio.
I DATI SUGLI INATTIVI
Sandro Neri, in un articolo pubblicato su Il Giorno, quotidiano che dirige, ricorda che nonostante i nuovi 400.000 occupati del primo semestre, restano “ancora tutti da sciogliere i nodi che riguardano il mondo del lavoro. E che sono spesso alla base dell’alto tasso di disoccupazione. Considerando pensionati e studenti l’Italia ha almeno 4 milioni di occupati in meno rispetto alla media europea. Un’anomalia che assegna al nostro Paese un triste primato, visto anche l’aggravamento del 3 per cento legato all’esplosione del Covid”. Neri ricorda che ci sono 1,2 milioni di giovani Neet e un altro milione di senza lavoro tra “uomini e donne fra i 30 e i 69 anni di età”. Tra l’altro tra gli inattivi ci sono anche quanti “hanno deciso di dedicarsi allo studio, a un periodo “sabbatico”, alla gestione della famiglia, perché il lavoro e la retribuzione offerta non sono considerati accettabili o perché possono vivere con una pensione o un sussidio”. Dati che con tutta probabilità verranno presi in considerazione nel momento di studiare misure di riforma pensioni.
RIFORMA PENSIONI, IL QUADRO COMPLICATO
Diventa sempre più complicato il quadro sui possibili interventi di riforma pensioni. In un articolo su ildomaniditalia.eu, Francesco Provinciali ricorda che si parla di prorogare Opzione donna, “sempre che il Ddl Zan non definisca ‘sessista’ questa scelta accondiscendente verso il mondo del lavoro al femminile. Detta così può sembrare una sciocchezza, ma in realtà mette a nudo la vulnerabilità e il pericolo di interpretare alla lettera il ‘coming out’ che il Ddl Zan postula e sostiene. Perché – come accaduto in altri ambiti della vita civile e dello sport – se passa la linea dell’identità sessuale ‘percepita’ come prevalente rispetto a quella data da madre natura (espressione forse anch’essa discriminante nella definizione del genere femminile della natura) potrebbero verificarsi dei casi di traslazione di genere per beneficiare di questa opzione”.
L’IPOTESI DI UN MUTUO
In linea del tutto teorica, infatti, un uomo potrebbe dire di sentirsi donna per usufruire di Opzione donna. Tuttavia, ciò comporterebbe un ricalcolo contributivo dell’assegno pensionistico piuttosto penalizzante. Il sito del Secolo d’Italia rilancia invece quanto riportato da Investire Oggi circa la possibilità che possa essere introdotta una misura per anticipare il pensionamento tramite un mutuo con cui poter versare i contributi mancanti al raggiungimento dei requisiti minimi. Un’ipotesi che appare una versione molto più complicata dell’Ape volontario che non è più in vigore. Difficile quindi che incontri il favore degli italiani. Sarebbe quanto mai opportuno che il Governo si pronunciasse sulla materia previdenziale dopo la pausa estiva.
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