RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SBARRA
Luigi Sbarra, a margine di un convegno sindacale a Lamezia Terme, ha ricordato che “stiamo chiedendo al ministro Orlando di aprire subito il tavolo di confronto sul tema della previdenza e delle pensioni. A dicembre scade la terza annualità di sperimentazione di quota cento. Non accettiamo che dal primo gennaio 2022 davanti alle lavoratrici e ai lavoratori si prospetti l’allungamento dell’età pensionabile di ulteriori 5 anni”. Il Segretario generale della Cisl, come riporta catanzaroinforma.it, ha spiegato che “bisogna fare una trattativa vera, per noi da 62 anni bisogna uscire dal mercato del lavoro. Quarantuno anni di contributi bastano per godersi il sacrosanto diritto alla pensione, dobbiamo costruire una pensione di garanzia per i giovani e le donne, incentivare le persone ad aderire alla previdenza complementare, allargare l’area dell’Ape sociale, del lavoro pesante, usurante, rischioso e faticoso”. Le richieste dei sindacati in materia di riforma pensioni sono chiare: vedremo quale sarà la risposta del Governo.
QUATTORDICESIMA PENSIONI, LE NOVITÀ DA OGGI
Dal oggi 1 luglio 2021 alcune pensioni saranno pagate con la quattordicesima nel tradizionale “doppio appuntamento” annuale (a luglio e a dicembre): in attesa che a livello sindacale e politico si riesca a raggiungere un’intesa per una prossima, nuova riforma pensioni, le novità che interessano i tanti pensionati italiani partono ovviamente da cosa contengono i rispettivi assegni mensili. A beneficiare del pagamento postdatato della mensilità aggiuntiva saranno tutti coloro che diventano titolari di pensione o i pensionati che raggiungeranno il requisito anagrafico dei 64 anni entro l’anno, fatti salvi come sempre i requisiti reddituali: rimanendo al messaggio 2047 dell’INPS, la rata in luglio vedrà aumentare la quota per la presenza della quattordicesima solo per chi alla data del 30 giugno 2021 ha già raggiunto i 64 di età e rispetta i requisiti reddituali. Queste categorie riceveranno la somma aggiuntiva nella pensione a luglio 2021: per tutti gli altri che matureranno questi requisiti dopo il 30 giugno, la quattordicesima arriverà con l’assegno di dicembre 2021. (agg di Niccolò Magnani)
PREVIDENZA COMPLEMENTARE E CAMBIO LAVORO
Tra le indicazioni utili in tema di riforma pensioni che si trovano nell’inserto del Sole 24 Ore L’esperto risponde, ve n’è una che ricorda che in base a una deliberazione della Covip che risale al 2007, “la scelta già fatta di destinare il Tfr a previdenza complementare rimane efficace anche nel caso di un nuovo rapporto di lavoro”. In base, inoltre, a successive delibere della Covip, “in occasione della nuova assunzione il lavoratore dovrà fornire al datore di lavoro, entro sei mesi dalla data di assunzione, indicazioni circa la forma di previdenza complementare cui intende destinare il Tfr e l’eventuale contribuzione aggiuntiva: considerata la continuità della posizione previdenziale, gli effetti della scelta retroagiranno alla data di assunzione. Tra le altre indicazioni anche quella relativa a casi di buchi previdenziali a seguito “del tempo necessario per il disbrigo delle pratiche” nel passaggio di un dipendente da una società all’altra dello stesso gruppo in cui vi è stata retribuzione “con ricevuta da prestazione occasionale”: non v’è possibilità di colmare tale buco.
LA BATTAGLIA DI ANP E INAC PER AUMENTO QUATTORDICESIMA
Per diversi pensionati oggi, insieme al normale assegno mensile, è arrivata anche la quattordicesima. Il presidente nazionale dell’Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, evidenzia che “nonostante la buona notizia, si tratta di risorse del tutto insufficienti per far fronte alle più elementari esigenze della vita quotidiana”. Anche per questo motivo, spiega il Presidente del Patronato Inac-Cia, “insistiamo affinché la quattordicesima sia estesa fino a 3 volte il trattamento minimo (1.520 euro al mese) e i minimi di pensione siano portati, almeno, a quanto previsto dalla Carta Sociale Europea (40% del reddito medio nazionale, cioè almeno 780 euro)”. Come riporta ciatoscana.eu, Barile ricorda anche che “la richiesta di aumento della quattordicesima mensilità è storicamente una battaglia del Patronato Cia che ha trovato, dopo numerosi incontri istituzionali, una prima risposta con la legge di Bilancio del 2017 attraverso l’estensione del beneficio fino al doppio del trattamento minimo, oggi 1.030 euro, e l’aumento del 30% per quelle più basse”.
RIFORMA PENSIONI, L’ALLARME CONSULCESI
Il network legale Consulcesi & Partners lancia un allarme riguardante gli operatori sanitari e le loro pensioni. Infatti, come riporta Labitalia, ci sono stati degli errori nelle buste paga, negli scorsi mesi contraddistinti dall’emergenza pandemica, che rischiano di pesare sull’importo degli assegni pensionistici futuri. “Le segnalazioni e le richieste di verifica sono di circa il 20% dall’inizio della pandemia. I motivi sono vari ma i principali sono errori nell’accreditamento delle settimane lavorate, oppure semplicemente si può aver diritto a delle maggiorazioni per invalidità o per servizio, o alla neutralizzazione di determinati periodi sfavorevoli”, spiega Francesco Russo, professionista della Con.Ser.Imp, studio associato a Consulcesi & Partners.
LA VERIFICA DA COMPIERE
“A tutto questo si aggiungono pratiche di ricongiunzione, cumulo e totalizzazione per cui dovendo optare nella scelta migliore tra i metodi di calcolo della pensione ‘retributivo, contributivo e misto’ non è semplice. Il Covid ha peggiorato una situazione già preesistente”. “Gli errori non dipendono quasi mai da un ricalcolo sbagliato da parte dell’Inps. Il problema nasce spesso da errori di pratiche amministrative delle amministrazioni cliniche e ospedaliere. Può capitare che nell’invio mensile dei flussi per l’accredito dei contributi del personale medico ci siano anomalie che possono portare a delle problematiche di cui un dipendente si rende conto solo in fase di chiusura pensionistica. Per questo, il mio consiglio è quello di verificare sempre l’eventuale presenza di tali anomalie già dai primi anni di attività”, aggiunge Russo.
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