LE PAROLE DI SILEONI

C’è la possibilità che anche i bancari possano scioperare nei prossimi giorni. Reuters riporta infatti le parole pronunciate durante un videoforum del Sole 24 Ore da Lando Sileoni, Segretario generale della Fabi, che segnala che “il 40-45% del personale non ha mascherine né guanti non ha nulla, sono perfino assenti le barriere di plastica… Ci vedremo costretti allo sciopero in assenza di risposte”. In particolare, il sindacato si aspetta “un’ondata importante il primo aprile, qualche giorno dopo che i pensionati avranno riscosso la pensione agli uffici postali. Vanno date le indicazioni giuste, vanno invitati i pensionati a non recarsi presso gli sportelli bancari per versare nel conto corrente la pensione riscossa agli uffici postali e questo è un problema che dovremo affrontare oggi con l’Abi. Sarà uno dei punti principali e ci aspettiamo risposte vere”. Sileoni ha anche ricordato che più di un mese fa ai diversi istituti di credito era stato chiesto di fornire materiale di protezione adeguato al personale.



LA NOTA DEI SINDACATI DELLE POSTE

I Segretari regionali Toscana di Slc-Cgil, Slp-Cisl e Uilposte, Graziano Benedetti, Marco Nocentini e Silvia Cirillo, evidenziano di aver ottenuto che negli uffici postali vengano “installate nelle postazioni degli operatori di sportello, i divisori in plexiglass per una maggior sicurezza dei lavoratori dal possibile contagio al Covid-19”. Tali “installazioni saranno completate entro la data di pagamento delle pensioni”. “Inoltre constatiamo che, a seguito delle nostre denunce riguardo i tentativi di aggressioni subite nei giorni scorsi da molti operatori di sportello, Poste Italiane ci ha informato di aver chiesto l’intervento delle Prefetture, Carabinieri, Polizia postale e si avvarrà di un servizio privato di vigilanza; chiaramente continuiamo ad auspicare la dotazione capillare per tutti i lavoratori dei vari settori, di mascherine, gel igienizzante e guanti, diventati oramai dpi fondamentali”, aggiungono i sindacalisti in una nota riportata da gonews.it, nella quale si invitano i pensionati a ritirare la pensione presso gli sportelli automatici Postamat.



IL RISCHIO PER GLI ANZIANI ALLE POSTE

Si avvicina l’appuntamento con il pagamento anticipato delle pensioni presso gli uffici postali, che comincerà da giovedì 26 marzo. Per Dario Francolino non resta molto tempo, quindi “per evitare una catastrofe di cui nessuno sembra accorgersi”. Secondo quanto riportato da newtuscia.it, infatti, per l’esperto di crisis communications management in Axess Public Relations e docente di comunicazione d’impresa presso il CUOA, business school di Altavilla Vicentina “esiste il gravissimo rischio suicida che tra i 10 e i 13 milioni di pensionati italiani, sprovvisti di moneta elettronica e che non accreditano in banca la propria pensione, potrebbero aumentare rapidamente il contagio, recandosi, seppur in modo scaglionato ma fisicamente, dal 26 marzo al primo aprile in ordine alfabetico, presso gli uffici postali. Non possiamo chiedere agli anziani di stare in casa e poi invitarli, se non hanno strumenti di pagamento elettronico, ad andare all’ufficio postale!”. Dal suo punto di vista c’è quindi il forte rischio di vanificare tutti gli sforzi fatti finora per contenere il contagio.



LE PAROLE DI FURLAN

In questi giorni si stanno registrando molte vittime da Covid-19, soprattutto tra gli anziani. Annamaria Furlan sottolinea che si tratta anche di “pensionati e pensionate che hanno cresciuto anche i nostri figli, con amore e grande pazienza, sempre senza lamentarsi, con grande dignità”. Intervistata da Il Dubbio, la Segretaria generale della Cisl evidenzia che “per fortuna il nostro Paese ha una grande rete di associazioni, a partire dai nostri sindacati dei pensionati, che sono un presidio di solidarietà, di tutela e di sostegno alla popolazione anziana, uno strumento attivo per combattere spesso la solitudine di tante persone sole e non autosufficienti”. Quanto alle risorse stanziate con il decreto cura Italia, Furlan sottolinea che “è chiaro a tutti, anche allo stesso Esecutivo, che queste risorse non basteranno. Bisogna fare presto: reagire alla tempesta, accelerando l’attuazione dei provvedimenti sulla sanità e sull’economia, superando tutti gli ostacoli burocratici che oggi sono la vera palla al piede del nostro Paese”.

L’ASSISTENZA SULLE PENSIONI DI REVERSIBILITÀ

Sono giorni drammatici questi in Lombardia, in particolar modo nelle province di Brescia e Bergamo, dove si è registrato un alto numero di vittime da coronavirus. L’Eco di Bergamo riporta le parole di Caterina Delasa, Segretaria generale della locala Fnp-Cisl: “Chi vive in paese, in particolare in Valseriana dove il contagio è particolarmente intenso, e vede ogni giorno un conoscente, un amico, un parente che viene a mancare, sa bene che i dati reali sono molto più pesanti. È un momento straziante, reso ancora più difficile dal fatto che non si può in genere né assistere, né accompagnare le persone care che ci lasciano. In mezzo a tutto questo c’è pure la necessità di espletare alcune pratiche necessarie e urgenti, come la pensione per i superstiti che spesso resta l’unico reddito familiare. Tra l’altro in una situazione di emergenza che ci impedisce di uscire di casa”. Il patronato Inas si rende quindi disponibile, tramite mail e telefono, a fornire supporto per il disbrigo delle pratiche per le pensioni di reversibilità.

RIFORMA PENSIONI, LE ASSUNZIONI NELLA SANITÀ

Continuano le assunzioni dei medici e del personale sanitario in pensione per far fronte all’emergenza coronavirus. Reteabruzzo.com racconta di 500 medici della regione che sono pronti a prestare servizio in ospedale. “Abbiamo deciso di chiamarci ‘i riservisti’ perché nel passato, in periodo di guerra, e questa lotta contro il coronavirus è una guerra, il Paese per aumentare la sua forza combattiva richiamava in servizio coloro i quali avevano lasciato il servizio militare attivo”, sono le parole usate dal gruppo di operatori sanitari formato per lo più da persone abituate all’attività ospedaliera. Tra di loro ci sarà probabilmente anche chi ha deciso di utilizzare Quota 100, la principale misura di riforma pensioni entrata in vigore l’anno scorso.

LA DEROGA SU QUOTA 100

Per loro, come noto, è stata varata una deroga al divieto di cumulo con reddito da lavoro autonomo proprio per consentirgli di tornare in servizio in questa situazione d’emergenza. Repubblica ha invece intervistato Giampiero Giron, che a 85 anni si è messo a disposizione dell’azienda ospedaliera di Padova. “Tengo il telefonino sempre in mano, per rispondere subito se c’è bisogno”, ha detto l’uomo che era in sala operatoria quando ci fu il primo trapianto di cuore in Italia e che può dire “di aver fondato all’Università di Padova l’istituto di anestesia e rianimazione come disciplina autonoma”. Giron, tra l’altro, è direttore sanitario in una clinica privata di Mestre, dove continua ad andare in sala operatoria ogni settimana.