RIFORMA PENSIONI, LA SOLUZIONE DEL “LAVORO RIPARTITO”

Mario Rusciano ritiene, in tema di riforma delle pensioni, che sia “giusto anticipare il pensionamento di chi svolge lavori pesanti logoranti e insalubri. Ma negli altri casi c’è da studiare la diversità di settori produttivi e categorie professionali. Per esempio, ove consentito dall’organizzazione del lavoro, si possono incrementare i contratti di ‘lavoro ripartito’: anziché pensionare gli ‘anziani’, alleggerirne il lavoro col part-time, affiancati da ‘giovani’ part-time. È una semplice soluzione logica: in tanti lavori giova alla produttività la sinergia tra esperienza e innovazione, grazie allo scambio prezioso d’un reciproco addestramento”. In un articolo pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno, il giuslavorista aggiunge che “pensionare qualsiasi lavoratore sessantenne, cioè ancora giovane, significa agevolarne il lavoro nero”. Intanto Carmelo Barbagallo, Segretario generale della Uilp, interpellato da Adnkronos spiega che “ora faccio il segretario dei pensionati e mi rendo conto che senza lavoratori attivi sarà poi difficile discutere delle pensioni del futuro”.



LE PAROLE DI PROIETTI

Dopo le relazioni Consob e Covip (Commissione Vigilanza Fondi Pensione), il tema dei fondi pensione torna di strettissima attualità per capire come comportarsi e quali scelte poter prendere in vista del rimbalzo dell’economia nei prossimi anni: nel commentare quanto prospettato dalle relazioni annuali lo scorso 14 giugno, il segretario confederale Uil Domenico Proietti ha ribadito la bontà dei fondi pensione italiani anche nel 2020, «nonostante la drammatica pandemia, i fondi pensione, in particolare quelli negoziali, hanno dato rendimenti superiori al TFR in azienda». Per il sindacato però ora il Governo nel discutere la prossima riforma delle pensioni dovrà anche occuparsi di «riaccendere i riflettori sulla previdenza complementare attraverso una campagna di informazione istituzionale e un nuovo semestre di silenzio assenso. L’obiettivo deve essere quello di incrementare l’adesione ai fondi, soprattutto tra le donne e i giovani, poiché la previdenza complementare oltre ad essere una necessità è una vera e propria opportunità per le lavoratrici e per i lavoratori». A riguardo, segnaliamo l’utile VideoForum del Sole 24 ore interamente dedicato ai fondi pensione e alla guida per poterli scegliere. (agg. di Niccolò Magnani)



LA DISPUTA SUI PREPENSIONATI COL FONDO BANCARI

Attraverso una delle domande poste all’esperto pensioni del sito di Repubblica si apprende che diverse persone che hanno avuto accesso al prepensionamento tramite il fondo di categoria dei bancari si sono visti richiedere dall’Agenzia dell’Entrate il versamento di imposte superiori a quanto preventivato per via di un ricalcolo delle aliquote che, viene spiegato nella riposta a cura della Fondazione consulenti del lavoro, l’Agenzia ha iniziato ad applicare recentemente all’assegno straordinario del Fondo del Credito. “Tale impostazione è stata confermata anche dalla risposta a Interpello dell’Agenzia delle Entrate n. 290/2020, anche se risulta che direzione centrale Pensioni Inps abbia richiesto un chiarimento alla amministrazione finanziaria, tenendo conto di una prassi più che decennale in cui non era mai stato applicato tale meccanismo di ricalcolo contributivo; approfondimenti sono stati richiesti anche dalle sigle sindacali del settore”, si legge ancora nella risposta. Occorreranno quindi altri passaggi per capire se questo ricalcolo verrà confermato o meno.



LA NO TAX AREA PER I PENSIONATI

Anche dalle notizie di carattere locale in tema di riforma pensioni si possono trarre indicazioni importanti a livello nazionale. Ad esempio, come riporta primavercelli.it, Renato Ciocchetti è stato confermato presidente del gruppo CNA Pensionati Piemonte Nord per i prossimi quattro anni e ha ricordato che la priorità, in tema previdenziale, sarà la richiesta di innalzamento della no tax area per i pensionati e l’innalzamento delle minime almeno fino al valore del reddito di cittadinanza. Messinatoday.it riporta invece le parole dell’avvocato Aura Notarianni, che da tempo con il suo studio segue le vicende di alcuni precari marittimi di Rfi, che, dopo l’assunzione tramite concorso hanno dovuto rinunciare, per via di una clausola, a tutte le cause nei confronti dell’azienda, comprese quelle relative ai contributi previdenziali perduti. “Le pensioni che questi marittimi percepiranno saranno minime, soprattutto se rapportate agli stipendi, e quindi non adeguate”, spiega l’avvocato.

RIFORMA PENSIONI, IL CONTRATTO DI ESPANSIONE

Come ricorda Il Sole 24 Ore, al contratto di espansione, considerato ormai tra le misure di riforma pensioni, possono accedere “le aziende, anche riunite in gruppo, con almeno 100 unità lavorative. I lavoratori prepensionabili su base volontaria sono quelli a cui mancano non più di 5 anni dalla prima decorrenza della pensione di vecchia con 67 anni di età, o con la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi se uomini, 41 anni e 10 mesi di contributi se donne, includendo nei 5 anni anche la finestra di 3 mesi della pensione anticipata”. Una notazione, quest’ultima, importante. Il quotidiano di Confindustria ricorda che l’indennità che spetta al lavoratore “è finanziata dal datore di lavoro, che riceve un contributo dello Stato calcolato sul valore della Naspi”.

IL RUOLO DEI FONDI BILATERIALI DI SOLIDARIETÀ

In un altro articolo, sempre Il Sole 24 Ore spiega che i fondi bilateriali di solidarietà “potrebbero essere il futuro degli ammortizzatori sociali e del sistema previdenziale”. Questo anche perché il ministro del Lavoro Orlando sta lavorando alla riforma degli ammortizzatori sociali in cui “i Fondi saranno un pilastro”, addirittura rendendo obbligatorio per le imprese iscriversi e contribuire al fondo bilaterale di riferimento pena il mancato rilascio del Durc. Come già avviene nel settore bancario, i fondi possono servire a finanziare prepensionamenti in caso di operazioni di aggregazioni o ristrutturazioni. Anche Alberto Brambilla ritiene che tali fondi debbano avere sempre più spazio come strumento di supporto del sistema previdenziale.

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