LE ALTERNATIVE PER NON PESARE SUI CONTI PUBBLICI

In un articolo pubblicato su orizzontescuola.it, Patrizia Del Pidio spiega che in tema di riforma pensioni c’è l’idea di non andare a gravare troppo sui conti pubblici sostituendo Quota 100 “con una misura che, in qualche modo ricalchi la pensione anticipata contributiva, oggi riservata a coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996 (o che hanno scelto il computo nella Gestione Separata Inps). La misura contributiva oggi richiede almeno 64 anni di età, almeno 20 anni di contributi versati a partire dal 1996 (e nessuno prima) e che l’assegno percepito sia pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale Inps (una pensione pari a circa 1280 euro). L’idea è quella di estendere questa misura anche a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 con il vincolo, però, del ricalcolo interamente contributivo della somma spettante”. L’alternativa sarebbe “la pensione a quote che permetterebbe di uscire a 62/63 anni con la sola quota contributiva dell’assegno previdenziale per ricevere la quota retributiva solo al compimento dei 67 anni”, come proposto da Pasquale Tridico.



DAL 20 AGOSTO APERTE ISCRIZIONI AL FONDO CREDITO

Come riporta pensionioggi.it a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del Ministero del Lavoro n. 110 del 12 maggio 2021, l’Inps in un messaggio ha spiegato che “pensionati ex dipendenti pubblici e lavoratori dipendenti di amministrazioni pubbliche potranno presentare istanza di iscrizione al Fondo Credito dal 20 agosto 2021 al 20 febbraio 2022”. Interessati da tale misura sono “i pensionati già dipendenti di amministrazioni pubbliche titolari di un trattamento pensionistico diretto a carico delle gestioni pubbliche”, i “pensionati di amministrazioni pubbliche, che fruiscono di un trattamento pensionistico diretto a carico di gestioni o fondi speciali diversi dalle suddette casse pensionistiche pubbliche”, e “i dipendenti (in attività) di amministrazioni pubbliche non iscritti alle casse pensionistiche o ai fondi della gestione pubblica”. L’iscrizione, facoltativa ma irrevocabile una volta esercitata, comporta un prelievo sulla pensione o sullo stipendio “per il finanziamento delle prestazioni creditizie e sociali erogate dal Fondo (es. per persone non autosufficienti, mutui e piccoli prestiti a condizioni di vantaggio, eccetera)”.



I CAMBIAMENTI PER I LAVORATORI DELLO SPORT

Vittorio Spinelli su Avvenire evidenzia alcuni cambiamenti riguardanti i lavoratori dello sport che scatteranno l’anno prossimo, con “una modifica all’attuale gestione dell’Inps specializzata per le pensioni degli sportivi professionisti, e che viene sostituita ora dal nuovo ‘Fondo Pensione dei Lavoratori Sportivi’. Al Fondo affluiscono obbligatoriamente i ‘lavoratori’ sportivi, professionisti e dilettanti, legati alla propria società da un contratto di lavoro subordinato. La maggiore ‘coorte’ degli assicurati è costituita da 1 milione e 400 mila italiani e stranieri tesserati nel settore calcio (atleti, allenatori, preparatori, tecnici, dirigenti ecc.), che producono ogni anno una contribuzione fiscale e previdenziale superiore al miliardo di euro”. I lavoratori “dei settori dilettantistici, come le prestazioni autonome e le collaborazioni, sono state convogliate dalla riforma nella Gestione Separata dell’Inps. Se non hanno altre assicurazioni, i collaboratori pagheranno nel prossimo anno un contributo del 15%. Chi è iscritto invece a più assicurazioni pagherà per la Gestione separata solo un 10%”.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ARMILIATO

In un post sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, l’amministratrice Orietta Armiliato torna a parlare di una proposta di riforma pensioni che il Cods porta avanti da tempo: una proroga di Opzione donna che non sia ripetutamente annuale com’è avvenuto negli anni passati e come potrebbe avvenire in occasione della prossima Legge di bilancio, in modo da dare più certezze alle italiane. “Più discuto, propongo, sostengo, supporto e mi confronto, più mi rendo conto che prorogare una misura pensionistica come quella dell’Opzione Donna per un periodo di più ampio respiro che non può essere chiaramente un solo anno, così come il dare la possibilità di accedere a quella misura cumulando gratuitamente i contributi che sono stati versati in casse diverse come avviene per tutti gli altri lavoratori, così come riconoscere il lavoro di cura domestico ordinario, sarebbero davvero importanti segnali da parte di Tutti”, è l’incipit del post.

I SEGNALI IMPORTANTI SU OPZIONE DONNA

Armiliato aggiunge che “sarebbero senza meno significativi segni rispetto alla volontà dichiarata dai più, di voler ripristinare quei concetti di equità e rispetto per le donne dei quali si parla da anni e anni, ma, soprattutto, si percepirebbe la reale presa di coscienza delle condizioni complesse nelle quali si trovano le Donne. Così, finalmente, si restituirebbe la giusta dignità al lavoro svolto dalle stesse sia in casa sia fuori casa giacché debbono sopperire per cultura e consuetudine alle mille scompostezze e carenze create e sostenute dal sistema e di cui le Donne si fanno carico ogni giorno, tutti i santi giorni”. L’amministratrice del Cods ricorda quindi un’altra istanza importante: fare in modo che il cumulo contributivo gratuito si possa utilizzare anche per accedere a Opzione donna, così oggi non consentita.

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