L’ANTICIPO TFS STATALI NON DECOLLA

In un recente articolo sul Messaggero è stato fatto il punto sull’anticipo del Tfs/Tfr degli statali, misura introdotta con la riforma pensioni con Quota 100, i cui decreti attuativi sono arrivati in grande ritardo e che non pare riuscire a decollare. Il quotidiano romano ha spiegato infatti che alcune delle già poche banche che avevano dato la loro disponibilità a partecipare all’operazione hanno poi comunicato “alla Funzione pubblica di non essere più disponibili ad anticipare agli statali l’indennità”. A quanto pare il problema sta nei bassi tassi che le banche incassano dal prestito legato a questa operazione. Infatti il saggio è collegato direttamente al rendimento dei titoli di stato, che negli ultimi mesi hanno continuato a restare bassi e che addirittura ora, con l’annuncio dell’incarico di formare un Governo dato a Mario Draghi, stanno raggiungendo i minimi dal 2014-15. Dunque per accedere alla misura, gli interessati non possono che rivolgersi alle poche banche che ancora erogano il prestito convenzionato.



M5S CONTRO MUSUMECI PER TAGLIO PENSIONI ARS

Il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Di Caro, evidenzia che in tempo di crisi i sacrifici “bisogna chiederli a tutti, ma non a se stessi. Sembra questo il motto di Musumeci che, secondo quanto apprendiamo dalla stampa, starebbe pensando al taglio delle pensioni dei regionali, quando i deputati che sostengono la sua maggioranza e parecchi dell’opposizione, tranne il M5S, appena pochi mesi fa avevano aumentato le proprie”. Secondo quanto riporta blogsicilia.it, per il pentastellato, “alla luce dei provvedimenti che starebbe mettendo a punto il governo Musumeci, appare ancora più inopportuno l’aumento delle pensioni sottoscritto dai deputati in piena pandemia, corredato dal ritocco al rialzo delle proprie liquidazioni. Resta ancora il dubbio se anche Musumeci si sia concesso questi aumenti. Sarebbe giusto dirlo ai siciliani, anche se ormai non ci speriamo più”. Di Caro evidenzia anche che “all’Ars ancora non abbiamo visto una sola carta”, ma della manovra si è appreso tutto dai giornali.



FORNERO VS SALVINI SULLA QUOTA 100

Una lite “eterna” quella tra Elsa Fornero e Matteo Salvini, rinfocolata ora dall’appoggio della Lega al Governo Draghi con le richieste del Carroccio su politiche importanti anche sul piano pensioni. E così a DiMartedì due giorni fa l’ex Ministra del Lavoro sotto il Governo Monti torna a contestare la riforma di Quota 100 voluta da Lega e M5s: «Salvini non ha capito che cosa è un sistema previdenziale. Adesso magari ha un po’ più di tempo, visto che farà meno apparizioni e starà meno sui social. Magari può farselo spiegare da Giorgetti». Per la Fornero la riforma pensioni di Quota 100 – come le possibili altre che prevedano il pensionamento anticipato – sono misure «inique per le generazioni […] Agli italiani piace il pensionamento anticipato. Questo è quello che vi do’. Ma quanto costa, chi lo paga, è una misura sensata? Non ha importanza. Adesso Salvini può andare anche a leggere cose sul sistema previdenziale che non Elsa Fornero ma Mario Draghi ha scritto».



RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA UIL SULLA COMPLEMENTARE

Come riporta telefriuli.it, nella provincia di Udine sette aziende hanno siglato degli accordi con la Uil per far accedere anticipatamente alla pensione una settantina di dipendenti “avvalendosi della norma che prevede la risoluzione consensuale e con incentivi economici. Dall’osservatorio della Uil il fenomeno si sta allargando a macchia di leopardo”. Intanto il Segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, evidenzia come “anche in questo periodo di crisi la scelta di aderire ad un fondo pensione negoziale si è dimostrata una scelta vincente”, stando ai dati diffusi dalla Covip. Il sindacalista è quindi tornato a chiedere una misura di riforma pensioni per “un nuovo semestre di silenzio assenso nel quale il lavoratore possa esprimere la propria volontà di aderire o meno ad un Fondo Pensione”. Inoltre, Proietti ha chiesto di “incentivare fiscalmente l’investimento previdenziale riportando la tassazione annuale dei rendimenti all’11%”. In questo momento si potrebbero utilmente riaccendere i riflettori sul secondo pilastro del nostro sistema previdenziale.

LE RICHIESTE UGL A DRAGHI

Dopo aver incontrato Mario Draghi nell’ambito delle consultazioni con le parti sociali, Paolo Capone, Segretario generale dell’Ugl ha spiegato di aver indicato al Premier incaricato la necessità di “sbloccare i cantieri e le infrastrutture con un superamento del Codice degli Appalti favorendo la gestione commissariale sul modello ponte Morandi. In  questa prospettiva appare prioritario intervenire  attraverso una seria riforma della Pubblica Amministrazione, della  giustizia civile e del fisco per attrarre gli investimenti delle  imprese, comprese quelle estere, anche per ridurre la distanza  oggi esistente fra scuola, università e aziende. È indispensabile, infine, stabilizzare gli strumenti ispirati al  principio della flessibilità in uscita verso la pensione e  incoraggiare, così, l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro”. Il sindacalista ha anche esposto a Draghi “l’urgenza di  adottare un serio progetto di rilancio industriale volto a  favorire l’occupazione del Paese”. Si attendono ora le mosse del Premier incaricato.

RIFORMA PENSIONI, L’IMPORTANZA DEI FONDI

In un articolo pubblicato su viverefermo.it, viene ricordata l’importanza della previdenza complementare, soprattutto alla luce del fatto che nei prossimi anni l’importo degli assegni che verranno liquidati andrà diminuendo. Secondo il consulente patrimoniale Massimo Formentini, è bene considerare i fondi pensioni, anche perché con i benefici fiscali risultano convenienti rispetto ad altre forme di risparmio in vista della vecchiaia che un tempo erano più utilizzate, come i titoli di stato piuttosto che le rendite derivanti da affitti di appartamenti di proprietà. Tuttavia appare fuorviante presentare i fondi “sempre e comunque come un veicolo di risparmio fiscale e non come uno strumento fondamentale per farsi seriamente una pensione integrativa”.

I VANTAGGI NON SOLO FISCALI

A Formentini, quindi, “piace molto l’idea, che quando si mette i soldi in un fondo pensione, il risultato della mia scelta la vedrò, a parte una serie di casi che ora tralascio, solo quando andrò in pensione. Ritengo che il fondo pensione sia l’unico strumento pensato e costruito per soddisfare una sola esigenza. Voglio aggiungere un bonifico mensile alla mia pensione? Lui lo fa. È questo il motivo che me lo fa piacere molto”. Ovviamente è meglio iniziare in giovane ad accantonare somme in vista della pensione. Più che misure di riforma pensioni, in questo caso il consulente patrimoniale si dice certo che “un’attenta sensibilizzazione rivolta ai giovani, in merito all’integrazione pensionistica, possa creare una generazione sempre più consapevole del proprio futuro”.