IL DATO MANCANTE NELLA MANOVRA
Il Servizio Bilancio del Senato ha analizzato la Legge di bilancio che ha iniziato il suo iter parlamentare da palazzo Madama. Come riporta Il Sole 24 Ore, sono stati mossi dei rilievi anche per quel che riguarda le misure di riforma pensioni contenute nella manovra. I tecnici hanno in particolare rilevato che nella relazione tecnica non vi sono “indicazioni sulla distribuzione temporale dei nuovi ingressi anticipati e il ‘loro numero complessivo che è riportato solamente al termine di ogni annualità’, rendendo così difficili stime e variazioni”. Dunque risultano insufficienti le basi di calcolo per “verificare gli ‘oneri pensionistici’ di Quota 102”. Il Corriere della Sera segnala intanto come Domenico Proietti, Segretario confederale della Uil, ritenga Quota 102 “una beffa perché riguarderà pochissimi lavoratori, serve più flessibilità con l’accesso alla pensione a 62 anni”. Il suo omologo in Cisl, Ignazio Ganga, sollecita invece un utilizzo delle risorse per il taglio delle tasse che sia esclusivamente a favore di lavoratori e pensionati.
L’INTERVENTO DELLA CORTE DEI CONTI SULLA RIFORMA PENSIONI
Dopo Bankitalia, arriva anche dalla Corte dei Conti il giudizio complessivo sulla prossima Manovra di Bilancio, compreso focus sulla riforma pensioni: dall’audizione sulla Legge di Bilancio in Parlamento, i responsabili della Corte dei Conti riflettono su una valutazione complessiva delle misure «non del tutto positiva» (fonte agenzia ANSA).
Non solo, sul fronte pensionistico anche se viene confermata con la Finanziaria «la piena adesione al principio contributivo, «non si rimuove la forte incertezza che si è determinata nel sistema a seguito delle misure recate dal dl 4/2019», ovvero con Quota 100. I giudici revisori si auspicano una proroga dell’Ape con allargamento della platea e inoltre si ritiene necessario affrontare su base strutturale «il tema di come garantire una maggiore flessibilità preservando le caratteristiche proprie del sistema contributivo». (agg. di Niccolò Magnani)
BANKITALIA: GIUSTA PRUDENZA NELLA MANOVRA
Il capo del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, Fabrizio Balassone, nell’audizione al Senato sulla Legge di bilancio ha evidenziato che le misure di riforma pensioni “sono giustamente prudenti; in un contesto demografico avverso va tenuto sotto controllo l’onere che ricade su coorti di lavoratori che si vanno assottigliando”. Come riporta l’Ansa, per Bankitalia “i contenuti margini disponibili nell’immediato possono essere utilizzati per facilitare l’uscita dal lavoro di chi svolge mansioni particolarmente dure o è in condizioni di salute precarie (la proroga e l’ampliamento dell’Ape sociale andrebbero in questa direzione). Quando le pressioni sui conti pubblici si saranno ridotte, si potranno estendere i margini di flessibilità in uscita”. Intanto l’Inps, come spiega Il Sole 24 Ore, con la circolare 174/2021 ha chiarito che le prestazioni indebitamente erogate, comprese le pensioni, verranno recuperate “al netto delle imposte trattenute al momento dell’erogazione”.
IL DIVARIO DI GENERE DA RIDURRE
In un articolo pubblicato su we-wealth.com viene evidenziato che secondo la società di consulenza Mercer per contrastare il divario di genere presente nel sistema pensionistico, il Governo dovrebbero concentrarsi in interventi primariamente riguardanti “il potenziamento dell’assistenza alla prima infanzia (migliorando, dunque, l’accesso agli asili nido); il miglioramento delle retribuzioni per i lavori a basso reddito che spesso penalizzano proprio le donne; il potenziamento, attraverso interventi legislativi, della flessibilità sul lavoro. Fra i suggerimenti segnati con maggiore rilevanza, e rivolti in questo caso ai responsabili delle risorse umane, non manca la realizzazione di una vera parità nelle retribuzioni fra uomini e donne – che resta uno dei fenomeni più penalizzanti anche in vista della pensione. Anche le donne stesse possono fare qualcosa per provare a organizzare meglio il proprio futuro: Mercer ritiene importante l’acquisizione di un’adeguata preparazione finanziaria, la ricerca di un eventuale supporto professionale e lo sviluppo di una mentalità aperta a ‘mettere al lavoro’ i propri risparmi, in modo che possano dare frutti nel tempo”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI MASTRAPASQUA
Ad Antonio Mastrapasqua non piace “l’idea di quota 102, che vuol dire solo rinviare di un anno una decisione non presa. La previdenza è una materia seria, che segna la vita delle persone. Non è serio non consentire di programmare l’uscita dal lavoro, ed essere invece sempre appesi all’ultima trovata politica. Le persone devono poter sapere su quale scenario costruire il proprio futuro. La Riforma Fornero, con alcune ruvidezze smussate con ben nove salvaguardie, aveva impostato il futuro degli italiani e un orizzonte di sostenibilità finanziaria per i conti dello Stato. La previdenza ha bisogno di uno sguardo lungo, non di una continua manipolazione di regole e di attese”.
IL NEMICO PER LE PENSIONI DEI GIOVANI
Per l’ex Presidente dell’Inps, intervistato da investireoggi.it, non bisogna però dimenticare un aspetto negativo del sistema contributivo. Se da un lato, infatti, esso garantisce la sostenibilità del sistema pensionistico, dall’altro può determinare assegni molto bassi per i giovani precari o con carriere discontinue. Dunque, “il problema vero è come assicurare ai giovani l’accesso al mondo del lavoro. Vale per i giovani, ma vale per tutti. Senza lavoro non c’è pensione”, “con un lavoro regolare, remunerato adeguatamente non si dovrebbe temere il sistema contributivo. Il vero nemico per le pensioni dei giovani di oggi è il non-lavoro”. Questo anche dal punto di vista della pensione complementare, perché “solo con il lavoro si possono generare risorse per poter finanziare il sistema previdenziale e la propria posizione personale”.
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