LA NOTA DI CGIL, CISL E UIL
La situazione politica porta Cgil, Cisl e Uil a chiedere insieme che “alla vigilia di un’importante legge di stabilità” vi sia “il coinvolgimento delle parti sociali avendo come obiettivo la crescita e la creazione di lavoro stabile con diritti pieni ed esigibili. Tra le priorità indicate dalle confederazione c’è anche quella di “una vera riforma delle pensioni che dia un futuro ai giovani, risponda ai bisogni delle donne e riconosca i lavori più disagiati”. Inoltre, vi è la richiesta di “una riforma fiscale fondata sul principio della progressività che riduca le tasse al lavoro dipendente e ai pensionati”. Cgil, Cisl e Uil sottolineano anche che se la situazione di instabilità politica non viene “risolta rapidamente, può ulteriormente ridurre le condizioni per la crescita del Paese, aggravare la situazione economica e sociale di tutto il mondo del lavoro e dei pensionati”. Per i sindacati, “la soluzione della crisi compete al Parlamento che, dopo un dibattito ampio, libero e trasparente, deve votare o sfiduciare il governo, e al presidente della Repubblica”.
DI MAIO: QUOTA 100 A RISCHIO
Luigi Di Maio attacca Matteo Salvini tirando in ballo anche la riforma pensioni. “Mattarella è l’unico che decide quando e se andare a votare. Già è surreale che ci debba essere crisi a Ferragosto. Ai cittadini viene scaricata addosso la preoccupazione non delle elezioni ma di una crisi che colpirà misure per loro importanti. Un governo non si insedierà prima di dicembre: salterà tutto quello che abbiamo fatto, quindi reddito, quota 100… Stiamo parlando del futuro del nostro Paese”, sono le parole del leader pentastellato riportate dal sito del Messaggero. Rincara la dose Lucia Azzolina, portavoce M5s alla Camera, che in un post su Facebook, rivolta a Salvini, scrive, “grazie ai suoi capricci e alla sua incoscienza lo spread si alza, l’Iva rischia di aumentare, tante riforme fatte corrono il rischio di non avere più ossigeno in futuro, tante altre riforme in cantiere potrebbero non vedere mai la luce”. La pentastellata tra le misure a rischio segnala appunto Quota 100, oltre che il reddito di cittadinanza, provvedimento bandiera dei 5 stelle.
QUOTA 100, NUOVE INDICAZIONI SUL CUMULO
La riforma pensioni con Quota 100 ha previsto un divieto di cumulo con redditi da lavoro, salvo che provenienti da lavoro autonomo occasionale fino a un limite di 5.000 euro l’anno. Come spiega però Il Sole 24 Ore, in una recente circolare l’Inps ha fatto capire che “i compensi da lavoro autonomo occasionale rilevano anche se percepiti nei mesi antecedenti la decorrenza della pensione nonché quelli successivi al compimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia”. Questo vuol dire che se una persona accede a Quota 100 il 1° settembre, verranno considerati eventuali redditi percepiti nei primi otto mesi dell’anno. E che se, una volta usata Quota 100, si compiranno i 67 anni a gennaio, conteranno i redditi percepiti fino a dicembre dello stesso anno. Durante il godimento della pensione è comunque possibile riscuotere redditi per attività di lavoro svolto prima dell’accesso della pensione. Insomma, è bene effettuare tutte le verifiche del caso con dei professionisti per evitare brutte sorprese, ovvero la sospensione del trattamento pensionistico.
LA RICHIESTA ANAP SULL’IMPORTO DEGLI ASSEGNI
Sul proprio sito l’Associazione nazionale anziani e pensionati, aderente a Confartigianato, torna ad avanzare la richiesta di una riforma pensioni che aumenti gli assegni più bassi. Questo perché la pensione di cittadinanza, che doveva servire a questo scopo, non sta funzionando, visto il numero esiguo di domande presentate. Secondo l’Anap, i principali motivi di un numero così basso di domande “risiedono nei meccanismi e nei numerosi paletti che sono insiti nei requisiti occorrenti, tra cui spiccano i requisiti dell’età (almeno 67 anni per tutti i membri del nucleo familiare), quelli relativi ai patrimoni, alla casa di abitazione, e soprattutto quelli reddituali (non tanto l’Isee quanto l’Isr, vale a dire l’Indicatore della situazione reddituale), assai stringenti, specie se si è una coppia”. “Insomma, se la Pensione di cittadinanza è questa che si sta profilando nei suoi primi mesi di applicazione, allora le nostre rivendicazioni riguardo alla necessità di intervenire per aumentare le pensioni più basse rimangono assolutamente integre”, è la conclusione dell’Anap.
M5S: QUOTA 100 NON SI TOCCA
Il Movimento 5 Stelle va all’attacco della Lega usando anche la riforma pensioni. “Si prendano la responsabilità di bloccare riforme che i cittadini aspettano da anni come il salario minimo, la riduzione del costo del lavoro (dunque stipendi più alti), le norme sui riders, sull’acqua pubblica, il dimezzamento dei tempi dei processi e una legge #SalvaMare. Tra le altre. Ma attenzione, una cosa deve essere chiara: misure come il Reddito e la Pensione di Cittadinanza e Quota 100 non si toccano!”, si legge in un post pubblicato sul Blog delle Stelle. “Se e quando questo Governo vedrà la fine, nessuno dovrà penalizzare le oltre 900mila persone che hanno fatto domanda per ricevere un sostegno al reddito o i tanti che dopo una vita di sacrifici vogliono godersi l’agognata pensione”, “la rivoluzione deve andare avanti e nessuno dovrà provare a fermarla. Quota 100 ci ha permesso di smantellare l’assurda riforma Fornero, che ha creato squilibri devastanti nel mercato del lavoro. Con il Reddito e la Pensione di Cittadinanza abbiamo cominciato a rimediare a problemi che erano stati ignorati per anni dai governi precedenti”, si legge ancora nel post.
RIFORMA PENSIONI, I CONTI INPS
In tema di riforma pensioni si registrano dei dati poco incoraggianti sulla situazione dell’Inps. A riportarli è truenumbers.it, che ricorda come a maggio l’Istituto guidato da Tridico abbia aggiornato le previsioni per fine anno: “Il disavanzo è passato da 4 miliardi e 324 milioni immaginati nel 2018 a 6 miliardi e 831 milioni iscritti a maggio. L’incremento della perdita dell’Inps è, quindi, pari a 2 miliardi e 507 milioni di euro”. Un punto importante dell’analisi è però relativa alle pensioni dei dipendenti pubblici, che “erano in rosso di 9 miliardi e 695 milioni, ora lo sono di 11 miliardi e 125 milioni. Se non fosse per esse il bilancio dell’Inps sarebbe decisamente in attivo”.
I BUCHI NERI CHE PEGGIORANO
Le pensioni dei commercianti hanno un passivo di oltre 2 miliardi, mentre a essere in attivo sono le gestioni dei lavoratori dipendenti e dei parasubordinati. “Insomma, laddove le cose andavano bene continuano ad andare positivamente o addirittura a migliorare. I buchi neri come la gestione delle pensioni pubbliche continuano, invece, a peggiorare”, viene evidenziato nell’analisi, dove poi si va a vedere la situazione del patrimonio delle gestioni: complessivamente c’è stata una riduzione di 6 miliardi e 831 milioni, specie per la gestione dei dipendenti pubblici. In attivo, da questo punto di vista, ci sono solo i lavoratori subordinati. Il punto è che se i conti non miglioreranno, il patrimonio rischia di essere mangiato in pochi anni. A quel punto sarebbe chiamato a intervenire lo Stato, con tutto quello che ciò comporta.