RIFORMA PENSIONI ANCORA IN CAMPAGNA ELETTORALE
Il tema riforma pensioni viene ancora citato in queste ultime battute di campagna elettorale per le europee. Silvio Berlusconi, come spiega primapaginanews.it, in un’intervista a Canale Italia è tornato a ribadire la volontà, una volta che tornerà al Governo, dopo quindi che cadrà quello attuale, cosa che si augura possa avvenire presto, di aumentare le pensioni minime a 1.000 euro e di erogarle anche a tutte le mamme. Francesco Boccia, deputato del Pd, durante una conferenza stampa a Brindisi, ha invece detto, secondo quanto riporta agenzianova.com, che “votare Pd significa votare per un’Europa che deve occuparsi di coesione sociale e integrazione, di convergenza economica e sviluppo. Il Mezzogiorno ha bisogno di più Europa e non di meno Europa. Dobbiamo pretendere gli stessi salari, lo stesso fisco, le stesse pensioni, oltre alla stessa bandiera e alla stessa moneta. La battaglia su lavoro, scuola e ambiente può essere vinta solo dal Pd che con Zingaretti è tornato lì dove da sempre risiede la sinistra: nelle periferie e nei luoghi del disagio”.
RIFORMA PENSIONI, FISSATO INCONTRO MIUR-SINDACATI
I sindacati della scuola avevano chiesto a Miur e Inps un incontro per parlare della riforma pensioni con Quota 100, che nel mondo della scuola rischia di avere impatti importanti. Come scrive orizzontescuola.it, il ministero ha convocato per mercoledì 29 maggio le organizzazioni sindacali “per una informativa sui pensionamenti”. Tra l’altro, il Miur ha anche spostato dal 25 al 27 maggio la scadenza per l’inserimento nel Sistema informativo dell’istruzione “dei dati disponibili per la costituzione degli organici di diritto. Dati che ci diranno quanti saranno i posti per la mobilità e le immissioni in ruolo dell’a.s. 2019/20”. Tuttavia, “i sindacati hanno già giudicato insufficiente questa proroga di un solo giorno, atteso che numerose province non hanno completato l’elaborazione dei dati relativi alle domande di Quota 100 e affini”. Vedremo quindi se ci saranno altre novità nelle prossime ore. Intanto il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno ha dato il via libera al contratto per i presidi, che avranno circa 160 euro al mese di aumento.
RIFORMA PENSIONI NEL MIRINO DEI SINDACATI
Prosegue la marcia di avvicinamento dei sindacati alla manifestazione unitaria del 1° giugno contro la riforma pensioni. Come ricorda Adnkronos, all’appuntamento in piazza del Popolo a Roma ci saranno anche Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, quindi i vertici di Cgil, Cisl e Uil. “L’unica misura messa in campo è quella del taglio della rivalutazione partita il 1° aprile a cui si aggiungerà un corposo conguaglio che i pensionati dovranno restituire nei prossimi mesi mentre la tanto sbandierata pensione di cittadinanza finirà per riguardare un numero molto limitato di persone e non basterà ad affrontare il tema della povertà”, è quel che Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil indicano essere l’impegno del Governo verso i pensionati. Come spiega lavocediasti.it, i locali sindacati dei pensionati saranno presenti in piazza Alfieri ad Asti per spiegare le ragioni per cui scenderanno in piazza tra una settimana. Tra le loro richieste, “una rivalutazione efficace e definitiva delle pensioni, la riduzione della tassazione (la più alta d’Europa) sulle pensioni, il diritto alle cure, una legge a tutela della non autosufficienza e la separazione dell’assistenza dalla previdenza”.
PRIMA QUOTA 100, CONTINUA IL DIBATTITO SULL’INPS
L’articolo di Repubblica, dedicato all’Inps, in cui si torna a evidenziare l’esistenza di una sorta di “corsia preferenziale” data alla lavorazione delle domande per accedere a Quota 100, la novità di riforma pensioni del Governo, come ci si poteva aspettare fa discutere. Marco Leonardi, ex Consigliere di palazzo Chigi, sulla sua pagina Facebook scrive: “Noi lo diciamo da tempo ma dobbiamo ringraziare Repubblica che ne fa un vero scandalo. Ma perché una persona che va in pensione normalmente deve aspettare mesi e invece i fortunati che hanno vinto la lotteria di quota100 (che pagheranno gli altri) vanno in pensione subito? Lo stesso vale per le altre prestazioni Inps tutte passate dietro a reddito di cittadinanza e quota100”. Claudio Durigon, intervistato da Circo Massimo, la trasmissione di Radio Capital, smentisce invece quanto scritto dal quotidiano romano: “L’Inps, nella veste del direttore generale, mi ha garantito che stanno lavorando tutte le pratiche in maniera equa. Non c’è una corsia preferenziale per quota 100”, sono le parole del sottosegretario al Lavoro riportate da Adnkronos.
INCONTRO ESODATI-MINISTERO LAVORO
La riforma pensioni con Quota 100 non ha risolto il problema dei circa 6.000 esodati ancora privi di salvaguardia. Dopo l’impegno preso in televisione da Claudio Durigon per trovare una soluzione, c’è stato un incontro tra una rappresentanza degli esodati e funzionari del ministero del Lavoro. Come spiega Elide Alboni, sulla pagina Facebook del Comitato esodati licenziati e cessati, i rappresentanti presenti al tavolo hanno fatto sapere che è stato un incontro “ancora interlocutorio. Si è percepita una intenzione di trovare una soluzione, ma tempi e modi sono ancora da elaborare”. È chiaro che la soluzione migliore sarebbe una nona salvaguardia, provvedimento che viene chiesto da tempo, ma che nemmeno nella scorsa legislatura è stato possibile adottare, nonostante vi fossero parlamentari di maggioranza e opposizione a esso favorevoli. Resta da capire quali soluzioni possano essere alternative a questa, che oltretutto potrebbe essere finanziata con i risparmi delle precedenti salvaguardie.
RIFORMA PENSIONI, LA VERIFICA SULLE PAROLE DI ZINGARETTI
Ancora ieri, dopo averlo scritto su Twitter, Nicola Zingaretti è tornato a evidenziare che con la riforma pensioni il Governo ha “tagliato le pensioni a 6 milioni di persone”. L’Agi ha deciso di verificare la veridicità di questa affermazione. In primo luogo, dato che si è di fronte a un blocco parziale delle indicizzazioni, non si può dire che le pensioni diminuiranno, anche se è vero che non aumenteranno come previsto. Per l’Agi, “Zingaretti fa un’affermazione fuorviante. Se adottiamo, come abbiamo fatto in passato, una definizione di ‘taglio’ che comprenda anche la riduzione di aumenti previsti in passato, è vero che il governo abbia tagliato le pensioni a quasi 6 milioni di persone (5,6 milioni per la precisione) che ricevono una pensione superiore ai 1.500 (1.539) euro al mese. Ma si tratta di una riduzione che interessa in misura minima chi prende una pensione vicina ai 1.500 euro, per cui l’aumento previsto si ridurrà di meno di un euro al mese. I più penalizzati saranno quelli che ricevono pensioni vicine ai cinquemila euro al mese, per i quali comunque la riduzione dell’aumento previsto sarà di poche decine di euro”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI LOY
Repubblica torna ad affrontare il tema di riforma pensioni riguardante la “corsia preferenziale” data dall’Inps alla lavorazione delle domande per Quota 100. Il quotidiano romano ha intervistato Guglielmo Loy, secondo cui “il cittadino non sempre ha ragione. Ma deve sempre sapere. I ritardi nelle pratiche sono inaccettabili. Come anche la mancata comunicazione sul conguaglio. I pensionati hanno tutto il diritto di sapere perché la loro pensione verrà tagliata, a partire da quando e perché”. Il Presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps spiega anche che è stata chiesta, da parte del Civ, “meno opacità sui numeri. Ci aspettiamo una risposta sul monitoraggio delle nuove prestazioni. E pari condizioni per l’accesso ai dati da parte di enti di ricerca, studiosi, università”. In particolare, “non sappiamo come stanno andando veramente reddito di cittadinanza e quota 100, quali categorie ne usufruiscono, chi ha aiutato, qual è il legame con il turnover”.
LA CRITICA ALL’INPS
Alla domanda se “l’Inps giallo-verde” funzioni, Loy risponde: “In modo forzato dalla politica, almeno in questa prima fase. Ma non è un bene. Perché l’Inps non può essere un termometro della fibrillazione elettorale. Le parti sociali, rappresentate dal Civ, si augurano che venga al più presto nominato un consiglio di amministrazione che garantisca pluralità e rappresentatività”. Dal suo punto di vista, “l’Inps non può entrare nel merito dei provvedimenti che il governo propone e il Parlamento approva. Li deve solo gestire, senza scorciatoie o accondiscendenze, in efficienza e trasparenza”.