LE ISTANZE DEL CODS

L’arrivo della pandemia da coronavirus ha sì bloccato il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni, ma il tema previdenza resta nel dibattito e anzi le conseguenze della crisi hanno portato alla ribalta diverse ipotesi di intervento sulla materia. Orietta Armiliato, nel riassumerne alcune sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, ha voluto ricordare che “rimangono in piedi le nostre istanze che riepilogo di seguito e che provvederemo a veicolare a chi è preposto a raccogliere e a proporre nelle sedi deputate con il nostro incondizionato sostegno: Riconoscimento e Valorizzazione del Lavoro di cura domestico ordinario (anche via QuotaCentoRosa); Riconoscimento della possibilità di cumulare i contributi versati nelle diverse casse previdenziali per accedere all’istituto dell’Opzione Donna; Proroga dell’Anticipo Pensionistico – Ape Social; Proroga della misura dell’Opzione Donna, auspicabilmente fino al 2023”. Sarà interessante vedere se alla ripresa del confronto sarà possibile fare in modo che queste istanze possano tramutarsi in concreti provvedimenti.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI RICCIARDI

Dalle pagine di Avvenire, Gian Marco Ricciardi parla a nome di tutti gli italiani con più di 65 anni, evidenziando che “abbiamo lavorato, spesso e volentieri, anche il sabato e la domenica, calpestando troppe volte gli affetti di casa, alzandoci alle quattro del mattino, per il primo turno alla Fiat, perché si partiva da Ivrea o da Alba. Quindi è arrivato il benessere e c’è chi ha pensato ad acquistare l’alloggio e, a volte, anche la casetta al mare. La pensione è stata una conquista dopo anni in cui i politici hanno prima varato pensioni baby e mini senza ritegno e poi stretto i cordoni della borsa in modo indegno. Ma le nostre sono tutte pensioni guadagnate sul campo, con la corsa a fare straordinari per comprare qualcosa di più”.



IL WELFARE DEI NONNI

Una difesa, quella di Ricciardi, che passa anche dal ricordare che “negli anni in cui, colpevolmente, lo Stato si è dimenticato di larghe fasce di popolazione, ha tagliato i posti in ospedale, quelli negli asili nido, nelle scuole materne, noi siamo stati pronti a colmare con il ‘welfare dei nonni’, le mancanze di strategia di una situazione sociale non gestita con intelligenza”. Gli over 65 hanno inoltre “contribuito alla crescita esponenziale del volontariato che ha fatto e fa tanto bene e, piano piano, ha assunto mille forme”. Anche per questo, “non accettiamo di essere l’oggetto speciale di questa pandemia. Non è giusto: per ciò che documentano le nostre vite, per la vita stessa, per la dignità. Vogliamo, infatti, al mattino, continuare a prendere metro, auto, tram per coprire i buchi di assistenza ai nipoti quando padri e madri tornano al lavoro. Con la dignità e la tenerezza di sempre”.

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