MINI TAGLI PENSIONI DAL 2021: CHI “LA SCAMPA”
In merito alla novità di questi giorni, con i mini-tagli su alcuni assegni di pensioni dal gennaio 2021, il portale “LaLeggePerTutti” ha specificato alcune conseguenze dell’ultimo decreto siglato da Inps e Ministero del Lavoro: oltre all’assegno più basso per chi andrà in pensione dal 2021, con una riduzione rispetto a quello attuale per l’abbassamento della quota contributiva, ci sono alcune categorie potranno vedere minore impatto “negativo” di questa formula. «Va meglio a chi ha accumulato nell’arco della sua vita lavorativa almeno 18 anni di contributi entro la fine del 1995, visto che la quota contributiva viene calcolata dal 1° gennaio 2012», spiega il portale esperto di pensioni, sottolineando come proprio a fronte di un montante contributivo di 100mila euro, derivante da uno stipendio annuo di 30mila, «la quota C di pensione scenderà da 5.604 euro a 5.575 euro, con un taglio di 29 euro lordi annuali». L’impatto può essere quasi “nullo” per effetto del doppio calcolo previsto dalla legge n. 190/2014, dove non è prevista la quota contributiva. (agg. di Niccolò Magnani)
PENSIONI INVALIDI: OK ALLE VISITE
Nel pieno del lockdown e dell’emergenza Covid-19 le visite per le domande sulle pensioni invalidi civili erano state bloccate e messe in stand by: ora però, dopo l’ultimo messaggio Inps numero 2330/2020 l’intera operazione è stata di nuovo sbloccata riprendendo il normale iter. «A seguito del progressivo e graduale superamento della prima fase emergenziale legata alla crisi epidemiologica da COVID-19 a decorrere dal 4 giugno sono stati riaperti i canali di comunicazione legati agli accertamenti medico-legali delle ASL» tanto per quanto riguarda i primi accertamenti sia per coloro che chiedono il riconoscimento di un aggravamento della propria invalidità. Non solo, l’Inps annuncia che le stesse Asl possono riprendere l’attività di calendarizzazione delle visite nel sistema VOA, secondo le consuete modalità: «i soggetti chiamati a visita riceveranno una lettera di convocazione e gli sms di remind dell’appuntamento. Si precisa che la riapertura della procedura comporta l’invio delle convocazioni per tutte le visite programmate dopo la riapertura, indipendentemente dal momento in cui siano state effettivamente calendarizzate. Qualora le ASL non intendano dare seguito a tali visite, sarà quindi loro cura procedere autonomamente alla disdetta manuale delle convocazioni». In attesa di novità sulla possibile riforma pensioni a livello generale sul fronte previdenziale, un’iniziale ritorno alla “normalità” come quello del settore invalidi civili è certamente un elemento positivo in vista di una fase si spera il più breve possibile di ulteriore crisi economico-sociale nel nostro Paese. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, IL DECRETO DEL MINISTERO DEL LAVORO
In tema di riforma pensioni va segnalata la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del ministero del Lavoro che rivede al ribasso i coefficienti di trasformazione del montante contributivo validi per il 2021 e il 2022. Come ricorda Italia Oggi, si tratta della quinta revisione dal 2009, anno in cui è stata introdotta, e tutte sono state negative. Il che vuol dire che le future pensioni calcolate con il sistema contributivo saranno più basse di quanto lo sarebbero se liquidate oggi con la stessa base di contributi versati. Il Messaggero spiega che “la variazione demografica, che non era stata sufficiente a far scattare un incremento del requisito di età per la pensione di vecchiaia (rimasto a 67 anni), ha invece prodotto una variazione limitata dei parametri usati per la trasformazione in rendita del montante contributivo accumulato dai pensionandi”.
GLI EFFETTI PER LE PENSIONI FUTURE
In pratica, “coloro che lasceranno il lavoro a partire dal prossimo anno avranno, a parità di età, una quota contributiva della pensione leggermente inferiore a quella di chi si è ritirato quest’anno: l’impatto è minimo per chi ha il retributivo fino al 2011, più visibile per chi ricade nel ‘misto’ o nel sistema contributivo puro”. Pensionioggi.it fa un esempio pratico. “un montante contributivo di 300mila euro al 31.12.2020 vale in pensione 14.370 euro all’età di 62 anni; dal 2021 il medesimo montante alla stessa età vale 60 euro in meno; all’età di 67 anni la differenza è di 87 euro in meno”. Come sottolinea Italia Oggi, “scappatoie da questa tagliola non ci sono, se non quella di lavorare di più”, così da aumentare la propria base contributiva.