GLI IMPEGNI DI CATALFO
Con un post su Facebook, la Cgil spiega com’è andato l’incontro tra sindacati e Governo in tema di riforma pensioni. Il sindacato di Corso d’Italia evidenzia che Nunzia Catalfo “si è impegnata a convocare un tavolo specifico su quattro temi: 1. giovani e pensione di garanzia (arriverà nei prossimi giorni la convocazione); 2. flessibilità (con all’interno tema donne e gravosi); 3. pensioni in essere (rivalutazione-quattordicesima); 4. previdenza complementare”. Per quanto riguarda la Legge di bilancio, i sindacati giudicano positivamente il “non aver toccato quota 100, aver prorogato opzione donna e ape sociale e aver costituito le Commissioni tecniche per lavori gravosi e divisione spesa previdenziale e assistenziale”. Tuttavia sottolineano l’assenza del tema “pensionati e mancata rivalutazioni delle pensioni”, che verrà affrontato in un incontro con il Premier Conte. La ministra del Lavoro ha invece confermato che verrà risolto il problema del part-time verticale ciclico e si procederà “a spostare in avanti il problema della prescrizione dei contributi pubblici”. Non è stato però preso “ancora nessun impegno per una soluzione definitiva per gli esodati”.
MARATTIN E QUOTA 100
Luigi Marattin torna a parlare di abolizione della riforma pensioni con Quota 100 dal 2020. In un’intervista al Corriere della Sera spiega infatti che “per cancellare plastic, sugar e auto aziendali proponiamo tre soluzioni alternative. Spostare dall’1 luglio all’1 ottobre il cuneo fiscale. Cancellare o rimodulare fortemente quota 100. Agire sulla spending review: negli ultimi 10 anni la spesa in acquisto di beni e servizi è salita da 86 a 100 miliardi. Quella per gli stipendi pubblici, invece, è rimasta costante”. Il deputato di Italia Viva dunque avanza la proposta di intervenire sulla misura previdenziale per evitare che scattino delle tasse durante il prossimo anno. “Ci limitiamo a produrre idee e soluzioni per migliorare la manovra. Che da sempre viene modificata da ottobre a dicembre: non si capisce perché questo sia visto come un ricatto o un sabotaggio”, aggiunge Marattin, evidenziando quindi quelle che sarebbero le intenzioni reali di Italia Viva rispetto a quanto viene osservato da alcuni esponenti dei partiti alleati di governo.
I DATI ALLARMANTI PER LE PENSIONI
Nel suo ultimo Rapporto diffuso oggi, la Svimez non picchia duro solo contro il reddito di cittadinanza, ma per certi versi lancia un allarme sulla previdenza in un periodo in cui si torna a parlare di misure di riforma pensioni. Come riporta fanpage.it, infatti, la bassa natalità, l’emigrazione dei giovani e l’invecchiamento della popolazione che contraddistinguono il Sud porterebbero “come diretta conseguenza una riduzione delle risorse per finanziare una spesa pubblica in aumento per il maggior numero di pensioni e per l’assistenza sociale e sanitaria”. A quanto pare non si potrà contare nemmeno molto sui contributi versati dagli immigrati, poiché, come spiega il sito del Giornale, commentando i dati della Fondazione Moressa sull’impatto degli immigrati sull’economia italiana, questi “ottengono dallo Stato misure assistenziali per certi versi più convenienti di quelle che toccano agli italiani. Le pensioni erogate dall’Inps a cittadini extracomunitari denotano una prevalenza di assegni concessi a stranieri di classi di età più giovani rispetto alla media; infatti il 36,5% di queste pensioni finisce nelle tasche di extracomunitari under 60, contro il 4,1% del totale”.
LE SCELTE CON LA MANOVRA
La Legge di bilancio ha ricevuto la “bollinatura” della Ragioneria generale dello Stato e in tema di riforma pensioni, come spiega Adnkronos, vi sono questi dati che si evincono dalla relazione tecnica: “La rivalutazione delle pensioni costerà solo 6 milioni nel 2020. In realtà la spesa al loro dell’effetto fiscale, per il prossimo anno, sarebbe di 8 milioni di euro, ma sottraendo la quota di tasse che dovranno essere pagate sugli aumenti la spesa effettiva per lo Stato, pari a 2 milioni di euro, l’indicizzazione delle pensioni porterà maggiori entrate nei portafogli degli anziani per soli 6 milioni di euro”. L’Ape social verra estesa “anche a coloro che maturano i requisiti nel 2020” e “avrà un costo di 108 milioni nel 2020, che saliranno a 219 milioni nel 2021, per poi scendere a 185 milioni nel 2022”. In tema di rivalutazioni, ad Avvenire il Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, ha detto: “Leggiamo che il viceministro Misiani parla di rinviare al 2022 la revisione del sistema delle rivalutazioni. Mi auguro che si tratti di un refuso: il sindacato ha sempre chiesto l’immediata e piena indicizzazione per tutte le pensioni”.
INCONTRO GOVERNO-SINDACATI, LE PAROLE DI PROIETTI
Oggi ci sarà un incontro importante tra sindacati e Governo in tema di riforma pensioni. Domenico Proietti spiega che spingerà per fare in modo di “valorizzare ai fini previdenziali il lavoro di cura e prevedere un anno di sconto alle donne per ogni figlio. Stabilire che 41 di contributi bastano per andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica. Completare la salvaguardia degli esodati”. Il Segretario confederale della Uil, in dichiarazioni raccolte da pensionipertutti.it, aggiunge anche quanto sia importante “separare finalmente l’assistenza dalla Previdenza dimostrando la piena sostenibilità del nostro sistema pensionistico. È necessario ripristinare una piena rivalutazione delle pensioni in essere dopo 8 anni di blocco prevedendo un recupero del montante è un diverso paniere che non penalizzi i pensionati”. “La Uil è convinta che ci sono tutte le condizioni per fare un buon lavoro che dia alla nostra previdenza stabilità, certezze ed equità”, è la sua conclusione sull’esito che può avere l’odierno incontro
PER I BANCARI FINO A 7 ANNI DI ANTICIPO
Il gruppo Bper ha siglato un accordo con i sindacati dei lavoratori bancari che “permetterà di raggiungere importanti obiettivi previsti dal Piano industriale quali l’ottimizzazione della forza lavoro e la riduzione strutturale degli oneri del personale, oltre a favorire un importante cambio generazionale e al contempo lo sviluppo di qualificate competenze professionali”. Come spiega Il Sole 24 Ore, ci sarà una riduzione del personale da 14.039 a 12.739 unità, grazie anche alle misure di riforma pensioni varate l’anno scorso. Infatti, “escono 1.300 persone volontariamente attraverso un’ampia rosa di opzione, incentivate in diverso modo. Opzione donna, Quota 100, pensionamenti e prepensionamenti per chi matura i requisiti pensionistici entro il primo gennaio 2022 e poi adesione volontaria al fondo di solidarietà che sarà aperto con la finestra massima, ossia 7 anni. Questo significa che potranno aderire coloro che matureranno la decorrenza del pagamento della prestazione pensionistica tra il 1° gennaio 2021 e il 1° gennaio 2026. Dirigenti inclusi”.
RIFORMA PENSIONI E PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Ultimamente si sta tornando a parlare della necessità di un intervento di riforma pensioni riguardante la previdenza complementare. Come spiega Il Sole 24 Ore, infatti, “passando da retributivo a contributivo, il sistema pensionistico italiano ha conquistato più stabilità, scaricando però le criticità sul tema adeguatezza delle prestazioni e quindi sugli iscritti agli enti previdenziali. Che devono essere in grado di mettere in campo scelte coerenti con gli obiettivi. Ci sono riusciti in questi anni? Dicono di no molti numeri: dai tassi di adesione alla previdenza complementare, meno di un terzo degli aventi diritto, all’allocazione delle scelte”. La conferma arriva dai dati del Fondo Tesoreria dell’Inps, che ha avuto rendimenti che si sono rivelati inferiori ai comparti garantiti dei fondi pensione.
LE PAROLE DI ORESTE GALLO
Il quotidiano di Confindustria riporta anche le dichiarazioni di Oreste Gallo, Presidente del fondo pensione Cometa, dedicato ai dipendenti dell’industria metalmeccanica, degli impianti e del settore orafo e argentiero: “La previdenza complementare è una storia di grande successo, di collaborazione efficace tra imprese e sindacati, che ha prodotto un capitale umano straordinario e una cultura previdenziale che vorremmo venisse usata a sostegno dell’economia reale. L’Italia ha come imperativo affrontare e vincere questa sfida, e i fondi pensione possono dare un grande contributo in questo senso”. Vedremo se l’esecutivo cercherà di puntare sui fondi pensione o se invece porterà avanti il progetto di istituire presso l’Inps un fondo di previdenza pubblica da dedicare al futuro pensionistico dei giovani.