RIFORMA PENSIONI, LA PROPOSTA UIL SUI COEFFICIENTI DI TRASFORMAZIONE

Domenico Proietti torna a chiedere al Governo di “aprire subito una discussione per sapere cosa dobbiamo fare per sostituire ‘Quota 100’. Il tempo vola: dobbiamo arrivare a giugno avendo definito un’ipotesi di flessibilità più diffusa che la sostituisca. È chiaro che la crisi di governo non aiuta questa ed altre questioni ma è un compito della politica e siamo pronti a confrontarci con i governi della Repubblica”. Intervistato da ilgiornale.it, il Segretario confederale della Uil spiega anche la proposta del suo sindacato per risolvere il problema dei coefficienti di trasformazione che, continuamente rivisti, portano a una diminuzione nell’importo delle pensioni via via liquidate con il passare degli anni. “Abbiamo proposto di assegnare questi coefficienti per coorti di età: significa che si assegna un coefficiente ai nati, ad esempio, nel 1960, uno ai nati nel 1963 e così via. Questo coefficiente rimane stabile per tutto il percorso lavorativo della persona e anche quando andrà in pensione. In questo modo si andrebbe ad eliminare una penalizzazione nei confronti dei lavoratori”, evidenzia Proietti.



IL PAGAMENTO ANTICIPATO DELLE PENSIONI DI FEBBRAIO

Lo stato di emergenza è stato protratto e di conseguenza prosegue il pagamento anticipato e spalmato su più giorni delle pensioni presso gli uffici postali. In una nota Poste Italiane ha fatto sapere che gli assegni di febbraio verranno messi in pagamento a partire da lunedì prossimo, in 25 gennaio. “Coloro che non possono evitare di ritirare la pensione in contanti in un Ufficio Postale, dovranno presentarsi agli sportelli rispettando la turnazione alfabetica prevista dal seguente calendario che potrà variare a seconda del numero di giorni di apertura dell’ufficio postale di riferimento: i cognomi dalla A alla B lunedì 25 gennaio; dalla C alla D martedì 26 gennaio; dalla E alla K mercoledì 27 gennaio; dalla L alla O giovedì 28 gennaio; dalla P alla R venerdì 29 gennaio; dalla S alla Z sabato mattina 30 gennaio”, si legge nella nota. C’è da evidenziare che la turnazione si chiuderà prima del 1° febbraio, giorno in  cui normalmente avviene l’accredito della mensalità sui conti dei pensionati.



TAGLIO PENSIONI, IL “RISCHIO” MARIO MONTI

Dopo il voto di fiducia del senatore a vita Mario Monti al Governo Conte-2 non sono poche i retroscena e ricostruzioni dei quotidiani vicini al Centrodestra che mettono in guardia la presenza dell’ex Premier per i temi cardine di pensioni, tasse e lavoro. Monti infatti prima di votare Sì a Conte aveva messo nero su bianco la lista di cose da fare per ottenere l’appoggio del suo voto: tra queste, la patrimoniale e una riforma fiscale basata su tagli e austerità sono i punti maggiormente contestati dal Il Giornale oggi nella sua edizione online. A fine 2021 scadrà la riforma di Quota 100 e Monti non ha mai nascosto di aver aborrito quella legge varata da Lega e M5s: «il timore, adesso, è che possa nuovamente tornare l’incubo Fornero con un inasprimento ulteriore dei requisiti per la pensione con un ulteriore ritocco all’età pensionabile». Altro tema quello della rivalutazione degli assegni pensionistici: nella prossima Manovra, lamentano i parlamentari della Lega, il rischio è che si riprenda l’obiettivo dell’allora Governo Monti di prorogare il blocco della rivalutazione anche per tutto il 2022.



RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE DI FURLAN

Annamaria Furlan chiede al Governo non solo un confronto sulle proposte relative allo “sblocco” parziale dei licenziamenti che potrebbe scattare a fine marzo, ma anche di portare avanti il tavolo già avviato in tema di riforma pensioni. “Aspettiamo si apra una discussione seria che tenga presente un fattore fondamentale: non tutti i lavori e non tutti i lavoratori sono uguali. La flessibilità in uscita garantisce equità. Discutiamone, assieme al grande tema di come assicurare pensioni dignitose ai giovani, e decidiamo insieme”, spiega la Segretaria generale della Cisl in un’intervista ad Avvenire. Sembra quindi emergere la volontà di affrontare al più presto il tema delle misure per il post-Quota 100 e di cercare di trovare una soluzione per il futuro pensionistico dei giovani su cui si dibatte ormai da diverso tempo. Molto probabile che se Conte rimarrà a palazzo Chigi non ci saranno stravolgimenti nemmeno al ministero del Lavoro e che sarà dunque Nunzia Catalfo a portare avanti il confronto con le parti sociali sul tema della previdenza.

INPS SPOSTA SCADENZE PER PENSIONATI ALL’ESTERO

L’Inps ha fatto sapere, con un nuovo messaggio, di aver slittato ulteriormente i termini per completare l’accertamento in vita dei pensionati residenti all’estero a causa dell’emergenza pandemica. Come spiega pensionioggi.it, coloro che risiedono nel Continente americano, Paesi scandinavi, Stati dell’est Europa e Paesi limitrofi, Asia, Medio ed Estremo Oriente, nonché ai pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania, avranno tempo fino al 19 giugno per completare le pratiche necessarie ed evitare la sospensione dell’erogazione della pensione. Per i pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania, invece, si avrà tempo fino al 19 ottobre. Questa differenza di scadenze è dovuta anche al fatto che nel primo caso si parla della campagna 2019-20 che già era stata prorogata fino al prossimo 5 febbraio, mentre nel secondo della campagna 2020-21. La decisione dell’Inps è stata presa in accordo con Citibank e non è da escludere che, specie per la nuova campagna in scadenza a ottobre, vi possa essere un’ulteriore proroga a causa sempre del Covid.

RIFORMA PENSIONI, LA FLESSIBILITÀ DI QUALITÀ

In un articolo recentemente pubblicato su Domani, Maurizio Franzini e Michele Raitano affrontano il tema importante della riforma pensioni post-Quota 100. Secondo i due economisti, varare una Quota 102 sarebbe “un cambiamento irrilevante”. Dal loro punto di vista “ciò che occorre – naturalmente tenendo conto dei vincoli di bilancio – è una dose ragionevole di flessibilità, di qualità migliore di tante altre flessibilità così spesso invocate, dato che potrebbe consentire risultati migliori sotto il profilo sia dell’equità, sia dell’efficienza. Infatti, appare equo consentire di accedere alle pensione in età più giovane a chi ha svolto lavori gravosi oppure ha o ha avuto problemi occupazionali o di salute”.

I BENEFICI PER LE IMPRESE

Inoltre, anticipare l’accesso alla pensione può “favorire una migliore organizzazione del lavoro da parte delle imprese, soprattutto se si dà corso a piani condivisi con i lavoratori sulla programmazione dei pensionamenti e sul turnover occupazionale”. Per non pesare troppo sui conti pubblici, Franzini e Raitano propongono una flessibilità con una penalizzazione che riduca la “quota retributiva della pensione (circa il 3 per cento per ogni anno di anticipo rispetto all’età legale)”. Ovviamente questa penalizzazione non dovrebbe pesare sulle categorie “svantaggiate” di cui si è prima parlato e perciò andrebbe avviata “una riflessione, scientificamente fondata, sulla gravosità delle mansioni, sui rischi occupazionali in età anziane e sull’influenza delle mansioni su salute e aspettativa di vita”.