IL 3,3% CHE COMPLICA LA RIFORMA PENSIONI

Sembra complicarsi ulteriormente la strada verso nuove misure di riforma pensioni, perlomeno se l’obiettivo è quello di inserirle già nella prossima Legge di bilancio senza aspettare che Quota 100 vada a scadenza alla fine del 2021. Come spiega Il Sole 24 Ore, infatti, per effetto degli ultimi provvedimenti presi dal Governo per fronteggiare l’emergenza da coronavirus, il deficit salirà al 3,3% del Pil. Ovviamente con l’accordo della Commissione europea. Non è da escludere che vengano messe sul piatto altre risorse, andando ulteriormente ad alzare l’asticella del disavanzo rispetto al Prodotto interno lordo che inevitabilmente andrà nel frattempo a scendere. Per questo motivo sembra difficile pensare che possano essere utilizzate delle risorse per interventi riguardanti la previdenza per introdurre flessibilità rispetto alla Legge Fornero. Semmai si potrebbe pensare di utilizzare le risorse già stanziate per Quota 100 su questo fronte, ma di certo non si andrebbe verso l’accoglimento delle richieste presentate dal sindacato.



AD APRILE ALCUNI ASSEGNI PIÙ ALTI

Dopo l’ennesima fake new in tema di riforma pensioni, val la pena segnalare invece una vera e buona notizia che arriva dall’Inps per quel che riguarda l’erogazione dell’assegno di aprile. Come ricorda vivicentro.it, infatti, con l’ultima Legge di bilancio era stata ampliata la fascia di assegni con rivalutazione piena. Tuttavia, stanti i tempi di approvazione della legge stessa, con la mensilità di gennaio l’Inps non era riuscita a prevedere tale nuova indicizzazione per quegli assegni che ne avrebbero avuto diritto a differenza di quanto avvenuto nel 2019. Per questo, arrivati ad aprile, non solo negli assegni si avrà il nuovo e giusto importo, ma si avranno anche gli arretrati dovuti. Va detto tuttavia che stiamo parlando degli assegni tra le tre e le quattro volte il minimo, quindi tra 1.500 e i 2.000 euro circa, che avranno la rivalutazione piena rispetto alla precedente che era del 97%. Dunque la differenza sarà di minima entità, com’era del resto stato evidenziato dai sindacati a fine anno quando chiedevano una vera rivalutazione delle pensioni.



LE PAROLE DI DELASA

Continua a far notizia, in tema di riforma pensioni, la bufala, già smascherata, riguardante il presunto taglio del 50% delle pensioni nel mese di aprile dovuta all’emergenza coronavirus. L’Eco di Bergamo riporta in merito le parole di Caterina Delasa, Segretaria generale della Fnp-Cisl di Bergamo: “Che i pensionati, per via dell’età, siano le vittime più colpite dall’infezione da coronavirus è oramai un dato di fatto. Che debbano anche essere bersaglio di insensibili perditempo, che al danno di un contagio aggiungono la beffa di preoccupazioni economiche, sembra davvero il colmo”. “Per chi come la grande maggioranza dei pensionati bergamaschi è costretto a sopravvivere con una media di 1000 euro al mese di pensione, la sola idea di vedersi dimezzato l’assegno non può provocare allegria, ma solo paura e preoccupazione, tale magari da indebolire organismi già provati e metterli ancor più alla mercé di un virus che non aspetta altro. Chissà se i buontemponi che si divertono sulle tastiere dei pc hanno pensato ai loro genitori, o ai loro nonni…”, ha aggiunto la sindacalista.



LA PROPOSTA DI FIGUCCIA

Si è detto come la particolare emergenza di questi giorni rischi di avere effetti sugli interventi di riforma pensioni allo studio. Vincenzo Figuccia, deputato dell’Udc all’Ars, evidenzia come questo sarebbe un momento per “adottare un provvedimento di proroga per il rinnovo dell’esenzione ticket relativo all’anno 2020 al fine di evitare occasioni di diffusione del contagio”. Secondo il leader del Movimento Cambiamo la Sicilia, “tenuto conto che sono interessati molti anziani ultra 65enni, E01, EO3 percettori di pensioni sociali, E04 titolari di pensioni minime la cui età è superiore ai 60 anni ed EO2 disoccupati, sarebbe auspicabile adottare provvedimenti organizzativi conseguenti a darne adeguate informazioni ai cittadini, prevenendo occasioni di ricorso con assembramento agli sportelli dell’Asp e dei centri servizi”. Come riporta siciliaogginotizie.it, Figuccia esorta “l’assessorato regionale alla sanità a porre in essere con apposito decreto inviato ai direttori delle Asp siciliane, un’opportuna proroga di tre mesi che estenda i termini di rinnovo a fine giugno”.

RIFORMA PENSIONI, I DATI DELLA UIL

La Uil di Rieti e della Sabina romana ha fatto sapere che in tutta la provincia reatina sono state presentate 664 domande per aderire a Quota 100, la misura di riforma pensioni introdotta a partire dalla scorso anno. Alberto Paolucci, Segretario generale del sindacato provinciale, evidenzia che “il nostro territorio è quello con meno domande. Escludendo Roma, che con le sue oltre 18mila richieste fa registrare il numero più altro in tutta Italia, la provincia laziale con il maggior numero di adesioni a Quota Cento è Frosinone che ne conta 2689” e che “i numeri del reatino sono simili a quelli della provincia di Lodi che ha totalizzato 650 domande e quella di Vercelli che ne conta 642. Spostandoci invece nella vicina Umbria e nelle Marche, notiamo il dato di Terni con 787 adesioni e quello di Ascoli Piceno con 1031 richieste”.

LE PAROLE DI PAOLUCCI

Paolucci ricorda anche che la sperimentazione di Quota 100 “finirà fra un anno. Adesso si tratta di superarla con una flessibilità diffusa che ripristini sempre più elementi di equità e giustizia, che differenzi le tipologie dei lavori più usuranti. Ma non solo. La Uil si sta confrontando con il governo per affrontare il tema delle future pensioni dei giovani di oggi, dei loro buchi contributivi causati dal lavoro precario, e sta affrontando anche il tema della valorizzazione del lavoro di cura per le donne e della maternità ai fini previdenziali. Complessivamente il nostro obiettivo è dare un segnale di fiducia al Paese, perché i sistemi previdenziali per funzionare hanno bisogno di stabilità e certezze normative”.