RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PORTA (PD)
Snocciolando i dati sulle pensioni erogate agli italiani residenti all’estero, Fabio Porta ricorda che “sono esclusi dalla possibilità di ottenere la pensione in regime internazionale gli italiani i quali dopo aver lavorato in Italia sono emigrati in Paesi con cui l’Italia non ha stipulato una convenzione di sicurezza sociale”. Come riporta l’agenzia Aise, il senatore del Pd eletto all’estero evidenzia infatti che si è verificato negli ultimi anni “un arresto dell’attività negoziale italiana per la stipula di nuove convenzioni di sicurezza sociale (viste soprattutto le nuove mobilità migratorie), ma anche per il rinnovo di quelle oramai obsolete sia per quanto riguarda i soggetti che i diritti tutelati. Da stigmatizzare inoltre il fatto che gli importi delle pensioni erogate all’estero sono spesso irrisori anche a causa dell’iniquo e farraginoso meccanismo di rivalutazione delle pensioni”. “Sarà mio impegno prioritario sollecitare il Governo ad una oculata e necessaria ripresa della politica previdenziale in regime internazionale”, aggiunge Porta.
PENSIONI INVALIDITÀ, DOMANDE ENTRO IL 31 MARZO SUL FRONTE AMIANTO
Scade il 31 marzo la sessione di presentazione delle domande all’Inps sulle pensioni di invalidità da amianto: in attesa che vi sia un’evoluzione generale tra Governo e sindacati sulla strutturale riforma pensioni (possibilmente prima del Def, spingono le sigle nazionali) proseguono le varie scadenze naturali dei singoli settori pensionistici presso l’Istituto.
In particolare, scade domani il termine per presentare la domanda per la pensione di invalidità da amianto: chi rispetterà tale termine, dal 1 settembre potrà ottenere l’assegno pensionistico relativo. Come invece chiarito dal Ministero, ,e richieste presentate dal 1 aprile 2022 in poi, saranno istruite l’anno successivo. Secondo le stime raccolte dall’Osservatorio Nazionale Amianto – citato dall’Adkronos – «tutti i lavoratori esposti che hanno ricevuto la diagnosi di malattia professionale che, per avere la consulenza e l’assistenza gratuita è a disposizione il numero verde 800 034 294 o lo sportello https://onanotiziarioamianto.it/avv-ezio-bonanni-pensioni-esposizione-amianto/». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LA POSSIBILE CONVOCAZIONE DEI SINDACATI
In un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore viene ricordato che “Governo e sindacati si sono confrontati fino a metà febbraio nell’intento di siglare in tempo utile per la presentazione del Def un memorandum d’intesa sui possibili correttivi per rendere più flessibile la legge Fornero. Ma prima le problematiche collegate al caro energia e successivamente lo scoppio della guerra in Ucraina hanno portato al congelamento del tavolo. Che Cgil, Cisl e Uil chiedono a gran voce che venga riaperto in tempi rapidi. Non è ancora del tutto escluso che i leader sindacali possano essere convocati prima dell’approvazione del Documento di economia e finanza. In ogni caso un passaggio del Def dovrebbe essere dedicato proprio alla eventualità di adottare alcuni correttivi del sistema previdenziale ma rispettando il vincolo del metodo contributivo e non impattando in modo eccessivo sui conti pubblici”. Ma resta sempre il nodo di capire come tradurre tutto questo in una concreta riforma delle pensioni strutturale.
LA NOTA DI CGIL, CISL E UIL
Il Governo continua a lavorare alla messa a punto del Def e a quanto pare non verrà affrontato il nodo della riforma pensioni post-Quota 102 come invece si aspettavano i sindacati. I quali, in una nota congiunta, ricordano di aver chiesto “la settimana scorsa un incontro al Governo per discutere anche dei temi previdenziali, dopo gli utili confronti avvenuti sui tavoli tecnici”. Per Cgil, Cisl e Uil ora “è assolutamente necessario che il Governo prima della definizione del prossimo Def risponda con chiarezza alle questioni poste da Cgil, Cisl e Uil in merito all’adeguatezza delle future pensioni dei giovani, alla valorizzazione della maternità e del lavoro di cura e delle donne ai fini previdenziali, alla necessaria flessibilità di accesso alla pensione che riallinei l’Italia alla media dei Paesi europei e sul rilancio della previdenza complementare. Consapevoli della grave crisi internazionale è però necessario che il Governo trovi il tempo per dare una risposta a milioni di lavoratrici e lavoratori”. Vedremo cosa farà l’esecutivo in merito.
RIFORMA PENSIONI 2022 E DEF
In un articolo pubblicato sul sito di Panorama viene ricordato che “revisione al ribasso delle stime di crescita, aumento del deficit, sostegni mirati contro il caro energia e incremento della spesa militare sono i punti fondamentali del Documento di economia e finanze (Def) che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri giovedì.
Grande esclusa la riforma delle pensioni. A inizio anno quando i sindacati e il governo avevano dato il via ai loro incontri per trovare una soluzione alternativa alla Riforma pensioni della Fornero (se non dovesse cambiare niente nel 2023 tornerebbe la Fornero), per introdurre una pensione di garanzia per i giovani e per rendere più strutturali le misure come ‘Opzione donna’ e ‘L’ape social’, l’obiettivo finale era quello di arrivare ad inserire le soluzioni all’interno del Def di aprile”.
RIFORMA PENSIONI 2022, IL NODO DELLA FLESSIBILITÀ
Tuttavia, come detto, il cambiamento della riforma pensioni non sarà contemplato nel Documento di economia e finanza, se non altro perché non ci sono stati più incontri con Cgil, Cisl e Uil propedeutici a un accordo. Nell’articolo viene ricordato che “il quarto incontro, con il ministro del lavoro e dell’economia, sarebbe infatti dovuto essere a inizio marzo, ma così non è stato (data spostata al 15 aprile). E dunque dentro al Def non ci sarà la riforma delle pensioni, ma potrebbero forse confluire alcune migliorie all’Ape social e all’Opzione donna (strade che i sindacati avevano discusso negli incontri precedenti con il Governo)”. Resterebbe quindi da sciogliere il nodo della flessibilità in uscita post-Quota 102 da fare valere a partire dal prossimo anno.
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