Sindacati pronti a dialogare con il governo sulla riforma delle pensioni, Roberto Ghiselli traccia la strada. Il segretario confederale della Cgil ha fatto il punto della situazione sulle pagine di Collettiva e ha acceso i riflettori sui tagli degli ultimi anni, che hanno portato il Paese ad avere la normativa pensionistica più restrittiva in Europa. I sindacati invocano flessibilità, ma non solo…
Nel corso del suo intervento, Ghiselli s’è detto contrario al ricalcolo contributivo, considerando che «la componente retributiva di chi va in pensione è sempre più marginale e incide poco in termini di costi». L’esponente Cgil ha sottolineato successivamente: «E soprattutto pensiamo che il ricalcolo contributivo che l’Inps opera sul modello di Opzione Donna è iniquo anche sul piano attuariale. A questo punto è più che mai importante che il confronto governo e sindacati sulla previdenza decolli effettivamente e, malgrado le incertezze politiche che caratterizzano queste settimane, ci consenta di capire se vi sono le condizioni per una vera e stabile riforma previdenziale che tenga conto dei contenuti della Piattaforma sindacale. E a ora il previsto calendario d’incontri non ci è ancora arrivato». (Aggiornamento di MB)
GLI EFFETTI DI UNA RIFORMA FISCALE SULLA COMPLEMENTARE
Andrea Carbone ha svolto per Il Corriere della Sera alcune simulazioni sugli effetti che avrebbe la riforma della tassazione sulla previdenza complementare presentata dalla commissione Finanze della Camera. “I quarantenni avrebbero dei cali compresi tra lo 0% ed il -6%. I cinquantenni tra il -4% ed il -8%. I sessantenni tra il -7% ed il -9%. Solo i trentenni, a seconda di quando hanno iniziato il proprio fondo pensione e della linea di investimento scelta, potrebbero trovarsi tra un +2% ed un -6%. In termini assoluti, considerando un versamento annuo di 2.200 euro, pari alla media nazionale misurata dalla Covip, si tratta di un calo della rendita netta mensile fino a 14 euro netti mensili per i casi peggiori, o di un guadagno di 7 euro netti mensili per i più giovani”, scrive il fondatore di Smileconomy, ricordando anche ci sono “situazioni nelle quali la rendita o il capitale che potremo avere al tempo della pensione potrebbero subire cali ben più importanti del 9%: basta investire in un fondo pensione più costoso della media o con rendimenti bassi perché si è scelto una linea di rischio troppo prudenziale rispetto al proprio orizzonte temporale”.
LA CIRCOLARE INPS SUL PART-TIME VERTICALE
Come spiega il sito di Ipsoa, con una circolare di pochi giorni fa, l’Inps ha fornito “le indicazioni per l’utilizzo dell’applicativo per la presentazione telematica delle domande dirette alla valorizzazione del tempo non lavorato nei rapporti di lavoro subordinato a tempo parziale di tipo verticale o ciclico, ricompreso entro il 31 dicembre 2020”. “L’utente può quindi compilare le diverse sezioni della domanda, presentate in sequenza, indicando la gestione previdenziale presso cui si intende presentare l’istanza, i periodi che si intendono valorizzare ai fini del diritto a pensione e le ulteriori informazioni richieste, e allegando il modulo per l’attestazione del datore di lavoro tramite il pulsante ‘Allegati’”. Ricordiamo che la valorizzazione dei periodi non lavorati è molto importante per chi svolge attività in part-time verticale ai fini del calcolo dell’anzianità contributiva necessaria ad accedere alla quiescenza.
TRE ITALIANI SU QUATTRO CHIEDONO ANTICIPO ETÀ PENSIONABILE
Da un sondaggio condotto dall’Osservatorio Futura per conto della Cgil, emerge che “tre italiani su quattro ritengono che l’età pensionabile (fissata a 67 anni per la pensione di vecchiaia) andrebbe anticipata” e che “appena il 14 per cento degli intervistati ritiene invece che 67 anni sia l’età giusta”. Dalle risposte al sondaggio, come riporta collettiva.it, si deduce anche “che meno di un italiano su quattro è d’accordo con l’innalzamento della soglia per la pensione anticipata che era stata fissata a Quota 100, ma ora l’atteggiamento critico permane anche a proposito di Quota 102. Allo stesso tempo gli italiani sono scettici verso una soluzione che preveda un abbassamento dell’età pensionabile a fronte di una riduzione dell’assegno pensionistico”, dato che “solamente tre italiani su dieci sono molto/abbastanza favorevoli a questa soluzione”. Infine, poco meno di due italiani su tre si dichiarano molto/abbastanza favorevoli alla “proposta d’istituire una pensione di garanzia per i giovani che oggi svolgono lavori discontinui e precari”.
GLI EFFETTI DEL PASSAGGIO INPGI ALL’INPS
Tra le misure di riforma pensioni contenute nella Legge di bilancio c’è anche il passaggio dell’Inpgi 1 all’Inps dal 1° luglio 2022. Come spiega Il Sole 24 Ore, “per quanto concerne i requisiti di pensionamento, chi maturerà quelli Inpgi entro giugno 2022 potrà accedere alla pensione con tali regole anche successivamente. Per gli altri scatteranno le regole Inps. Nulla cambierà per la pensione di vecchiaia, dato che in entrambi in casi sono richiesti almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi (requisiti soggetti alla speranza di vita, attualmente ferma). Attualmente Inpgi prevede anche la pensione di anzianità accessibile con 40 anni e 5 mesi di contributi e almeno 62 anni e 5 mesi di età. Opzione che da luglio 2022 dovrebbe venir meno mentre rimarrà la pensione anticipata che si raggiunge con 41 anni e 10 mesi di contributi (uomini un anno in più) indipendentemente dall’età. Inoltre, secondo quanto riportato nella relazione tecnica della legge di Bilancio, il passaggio in Inps dovrebbe aprire l’accesso a opzione donna”.
RIFORMA PENSIONI, LA NOVITÀ PER LA CASSA FORENSE
Come spiega Adnkronos, è in arrivo una novità importante per gli iscritti alla Cassa Forense, che da lunedì 10 gennaio “potranno inoltrare la domanda di pensione direttamente via internet, utilizzando in via esclusiva il portale istituzionale. Una soluzione rapida ed efficace a disposizione dei colleghi – che potranno continuare a seguire anche la via tradizionale – per avvicinare Cassa Forense agli iscritti ed eliminare almeno in parte tutte quelle procedure burocratiche che finora hanno reso più complicato un passaggio delicato come questo”. L’ente previdenziale degli avvocati specifica che presto altri adempimenti burocratici si potranno effettuare online. “L’obiettivo è di realizzare la procedura on line per tutte le prestazioni previdenziali attualmente disponibili nei formati cartacei dell’area modulistica del sito”.
LA SENTENZA PER I PENSIONATI INPGI
Restando nel campo delle casse previdenziali dei professionisti, aostacronaca.it ricorda che “anche i giornalisti con pensioni di anzianità e prepensionati Inpgi (Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani) potranno cumulare senza alcun limite la pensione con i redditi di lavoro allo stesso modo dei loro colleghi titolari di pensioni di vecchiaia. Lo ha deciso definitivamente la Cassazione che ha disapplicato l’art. 15 del Regolamento dell’ente di previdenza. La Cassazione torna a ribadire, con la sentenza n. 33144/2021, il principio secondo il quale le pensioni di anzianità erogate dall’Inpgi sono pienamente cumulabili con i redditi da lavoro dipendente o autonomo”.
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