DECRETO SU TFS RESTA IN SOSPESO

C’è un effetto non secondario della crisi di Governo sulla riforma pensioni con Quota 100. Il Governo, infatti, aveva previsto la possibilità per i dipendenti pubblici pensionandi di avere un anticipo sulla liquidazione del Tfs fino a 45.000 euro. Tuttavia occorre un decreto attuativo per dare specifico e concreto avvio alla misura. La necessaria convenzione con le banche ha creato dei ritardi in tal senso, ma a inizio luglio Giulia Bongiorno, ministro per la Pubblica amministrazione, aveva fatto sapere che il provvedimento era pronto per essere inviato al Garante per la protezione dei dati personali e all’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Ne sarebbe seguito anche un invio al Consiglio di Stato. Trascorso un mese e mezzo non si hanno aggiornamenti (cosa comprensibile considerando anche il periodo di vacanze) e la crisi di Governo potrebbe comportare ulteriori ritardi nella concreta attuazione del provvedimento, con tutto quel che ne consegue, considerando che dal 1° settembre ci saranno anche i primi pensionamenti nel mondo della scuola.



LA LOTTA DEGLI ESODATI

Stamane a Radio Cusano Campus si è parlato di un tema di riforma pensioni importante: quello degli esodati ancora esclusi dalle salvaguardie a distanza di otto anni ormai dalla Legge Fornero. Si tratta di circa 6.000 persone e una di loro Gabriella Stojan, è stato intervistata dall’emittente e sul suo profilo Facebook ha scritto poi un post in cui ricorda che “i 6.000 Esodati Esclusi non intendono pagare anche lo scotto dell’attuale instabilità politica di cui siamo le prime vittime. La crisi di governo è una circostanza che mette gravemente a repentaglio la soluzione del nostro dramma in quanto ritenevamo di avere finalmente aperto uno spiraglio di dialogo costruttivo con il Ministero del Lavoro in merito alla riapertura dei termini della Ottava Salvaguardia che avrebbe finalmente dato la possibilità anche a noi ultimi 6.000 Esodati di andare in pensione con le stesse regole degli altri 144.000 Esodati”. Dunque, qualunque sia il Governo che metterà a punto la Legge di bilancio occorre che provveda a riaprire “i termini dell’Ottava Salvaguardia per gli Esodati che maturano il requisito pensionistico entro il 31/12/2021” o varare un “decreto apposito con gli stessi contenuti”.



LE REGOLE SULLA LIQUIDAZIONE DEL TFS

La riforma pensioni con Quota 100 avrà effetti importanti sul pubblico impiego e per diversi dipendenti pubblici si dovrà capire quanto occorrerà aspettare per ricevere la liquidazione, stante comunque la possibilità di averne un anticipo fino a 45.000 euro non appena sarà pronto il relativo provvedimento atteso da mesi. Orizzontescuola.it ricorda quindi che dal 2014 “la liquidazione del TFS non può avvenire prima che siano trascorsi 12 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro per raggiunti limiti di età. In proposito, rientrano tra le cessazioni per limiti di età i collocamenti a riposo d’ufficio disposti dalle amministrazioni al raggiungimento dei 67 anni (per la maggior parte dei dipendenti pubblici). La liquidazione del TFS entro 12 mesi spetta anche per cessazione dal servizio in conseguenza dell’estinzione del rapporto di lavoro a tempo determinato o per risoluzione unilaterale dello stesso ai sensi dell’art. 72, comma 11, del decreto legge 112/2008”. “Il TFS non può essere liquidato e messo in pagamento prima che siano trascorsi 24 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro in tutti gli altri casi, anche nell’ipotesi in cui non sia stato maturato il diritto a pensione”.



QUOTA 100 E IL RICAMBIO GENERAZIONALE

Jean Dondeynaz, Segretario generale della Cisl Valle d’Aosta, in un’intervista ad aostacronaca.it ha parlato anche di riforma pensioni, facendo un punto della situazione in regione. “L’economia valdostana è ad un bivio, vi sono tante ‘buone pratiche’, vi sono aziende tecnologicamente avanzatissime, altre ben strutturate, forse però manca è una regia, un progetto economico – funzionale più aderente ai nuovi bisogni del mercato. Pensioni, quota 100, sono strettamente legate ad un ricambio generazionale, i giovani in questo senso potrebbero essere attori protagonisti del cambiamento. La famiglia ha bisogno di stabilità, servizi, tanti servizi, e conciliazione casa lavoro più sfruttabile. Non a caso stiamo studiando come CISL un approccio a 360 più integrato senza distinzioni tra i servizi offerti ammodernando la nostra azione. La valorizzazione del sindacato è essere maggiormente vicini alle persone ai lavoratori ai pensionati a chi ha bisogno, a chi soffre”.  “I lavoratori ed i pensionati sono al centro della nostra attenzione ieri come oggi”, ha aggiunto il sindacalista.

LA CRITICA NEL CENTRO-SINISTRA

Simone Oggionni non usa giri di parole per criticare l’atteggiamento che sta tenendo il centrosinistra di fronte alla crisi di Governo, evidenziando come il centro della discussione interna non riguardi temi sociali come la riforma pensioni o le politiche per il lavoro, ma cosa fare con il Movimento 5 Stelle. “Non troviamo niente di meglio da fare che litigare e, dentro il Partito democratico, alludere a (o organizzare) una scissione. Su cosa? Sulla politica economica e sociale, sul lavoro, il giudizio sul Jobs Act o sul reddito di cittadinanza? Sul tema delle pensioni? Sulla riforma costituzionale? Sull’Europa, forse, sulla politica internazionale? No, sul rapporto con il Movimento Cinque Stelle e sulla durata della legislatura. Con una (a volte comica) inversione delle posizioni, con una parte di quelli che fino a ieri erano a favore che diventano contrari e con quelli che fino a ieri erano contrari che improvvisamente diventano a favore. Già questo servirebbe a spiegare perché a votarci siamo rimasti in pochi”, scrive il Responsabile nazionale Cultura di Articolo Uno in un intervento sull’Huffington Post.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI D’ALESSANDRO

Secondo Antonio D’Alessandro, di fronte alla crisi di Governo “è necessario un atto di responsabilità per scongiurare che il Paese resti senza guida”. Secondo quanto riportato da termolionline.it, il Segretario generale della Cisl Poste Molise, evidenzia che “al sistema Paese serve il prima possibile un piano straordinario di investimenti pubblici, una riforma fiscale fondata sul principio della progressività che riduca le tasse al lavoro dipendente e ai pensionati, una vera lotta all’evasione fiscale e al lavoro nero, il rinnovo dei contratti nazionali pubblici e privati, la detassazione degli aumenti salariali e il superamento dei contratti pirata”. Come noto la riforma pensioni Quota 100 avrà effetti importanti sulla Pubblica amministrazione. Non a caso D’Alessandro chiede che vi sia “assunzione di personale in tutti i comparti pubblici a partire dalla sanità”.

LA RICHIESTA PER GIOVANI E DONNE

Per il sindacalista occorre anche “una nuova politica industriale che indirizzi i processi di innovazione, di crescita dimensionale delle imprese, garantisca il diritto permanente alla formazione e metta al centro la salute e la sicurezza sul lavoro, una nuova politica della cultura e del turismo asse di crescita per un Paese quale l’Italia”, ma anche “una vera riforma delle pensioni che dia un futuro ai giovani, risponda ai bisogni delle donne e riconosca i lavori più disagiati”. Come si vede, “le cose da fare sono tante non è possibile aspettare oltre, ogni giorno perso per litigare serve solo a non far crescere il nostro Paese”.