SALVINI E LE SARDINE

Matteo Salvini in un video su Facebook ha commentato la manifestazione che le Sardine terranno a Roma il prossimo 14 dicembre e non ha perso occasione per citare il fatto che la Lega intende promuovere nuove misure di riforma pensioni dopo Quota 100. “Io sono l’ultimo etichettabile come odiatore, io amo chi ama, amo chi costruisce, chi propone, chi guarda al futuro lascio agli altri la rabbia, l’incazzatura, l’odio, il rancore. Il 14 dicembre ci sarà una manifestazione a Roma contro Salvini e la Lega: lo stesso sabato 14 in tutte le regioni italiane da Trento alla Campania, a Roma, in Toscana Calabria, Puglia…la Lega sarà presente per spiegare le nostre idee, le nostre proposte su lavoro, tasse, impresa partite Iva, donne al lavoro, casalinghe, riforma della scuola, pensioni, sul taglio della burocrazia. Il no tax day in tutte le regioni italiane, da Venezia passando per Genova, saremo lì a fare proposte”, ha detto Salvini secondo quanto riporta Askanews.



LE PAROLE DI BEPPE SALA

Per il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, l’Italia “ha bisogno di un rilancio, purtroppo va anche un po’ a pezzi e vediamo tragedie ogni giorno. Vi invito a riflettere perché la situazione se non drammatica è molto difficile, in questo momento c’è più che mai bisogno dell’esempio che nasce da questo territorio”. Secondo quanto riporta l’Ansa, durante il suo discorso alla cerimonia di consegna delle Onorificenze dell’ordine al merito della Repubblica, Sala ha anche sottolineato che “ormai siamo un Paese in cui lavora il 45% dei cittadini, in cui le pensioni stanno avendo un impatto sul Pil incredibile. Quindi non è che voglio fare a tutti i costi il milanese che dice ‘prima di tutto si lavora’ però il Paese ha bisogno di un rilancio. Da questo punto di vista colgo l’occasione di oggi per rilanciare con il nostro credo che è ‘testa bassa e andare avanti’”. Sala ha dunque evidenziato un problema noto in tema di riforma pensioni. “Diamoci una mano a vicenda e facciamo così in modo che la necessaria svolta di questo Paese ci sia”, ha aggiunto poi il primo cittadino meneghino.



LE RICHIESTE ANP-CIA

L’Associazione nazionale pensionati, aderente alla Cia, ha organizzato stamattina una manifestazione a Montecitorio. “Il nostro flash mob vuole essere l’ennesima, ma se vogliamo più determinata, richiesta di ascolto. Stiamo incontrando con grande piacere, i rappresentanti di governo che si sono mostrati disponibili al dialogo e ai quali confermiamo piena collaborazione”, ha detto Alessandro Del Carlo, Presidente nazionale Anp-Cia, secondo quanto riportato da Adnkronos. Come noto, l’Anp chiede misure di riforma pensioni che vadano nella direzione di aumentare le minime e di estendere e stabilizzare la quattordicesima, oltre che prevedere una rivalutazione piena degli assegni e comprendere gli agricoltori tra i lavoratori usuranti. “Alla fine, anche su questi temi, conteranno solo i risultati e saranno fondamentali per lo sviluppo socio-economico dell’Italia, così come sosteniamo nel progetto ‘Il Paese che Vogliamo’, che presto ci porterà a presentare un dossier dettagliato al governo”, ha detto il Presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino.



APPELLO DI DAMIANO PER GLI ESODATI

Secondo Cesare Damiano, il Partito democratico deve mettere al centro della propria azione iniziativa politica e parlamentare il lavoro e lo Stato sociale, comprendendo in questo anche il tema della riforma pensioni. L’ex ministro del Lavoro ritiene che “per realizzare questo obiettivo occorre dare continuità e stabilità all’occupazione per uscire dalla finta contrapposizione tra posto fisso e precarietà; tutelare dai licenziamenti illegittimi reintroducendo la reintegrazione nel posto di lavoro; introdurre un salario minimo di legge che non indebolisca la contrattazione; indirizzare le ricadute positive della riduzione del cuneo fiscale anche a vantaggio degli ‘incapienti’; applicare la legge per l’equo compenso; allargare la platea dei pensionati che godono della quattordicesima; salvaguardare gli ultimi 6.000 esodati; assumere gli idonei di concorso; ripristinare la percentuale dei subappalti al 30% e lottare contro il massimo ribasso mascherato”. Dichiarazioni importanti che si aggiungono a quelle in favore di un intervento per gli esodati ancora privi di salvaguardia.

UNIONI CIVILI E CASSE PROFESSIONALI

Non per effetto di una misura di riforma pensioni, ma per via della legge Cirinnà, le unioni civili sono equiparate al matrimonio per quel che riguarda i diritti pensionistici. E, come spiega Il Sole 24 Ore, “le Casse professionali aprono alle unioni civili. Sia attraverso il loro riconoscimento esplicito, come nel caso di Enpacl, l’ente di previdenza dei consulenti del lavoro, che dal 1° gennaio 2020 – con l’entrata in vigore del nuovo regolamento di assistenza e previdenza – sancirà in modo esplicito la parificazione tra le persone dello stesso sesso unite civilmente e i coniugi per quanto riguarda, ad esempio, il diritto ad ottenere pensione di reversibilità e indennità erogate in condizioni di bisogno. Sia procedendo all’equiparazione in modo più o meno automatico, senza modificare i propri ordinamenti, come avviene, ad esempio, per le Casse di notai, avvocati e commercialisti”. Il quotidiano di Confindustria evidenzia che “l’ente di previdenza degli avvocati ha già ricevuto nel 2019 una istanza per ottenere la pensione di reversibilità inoltrata da una persona unita civilmente (dal 2016) a un avvocato” e la domanda è stata accolta.

APE VOLONTARIA A RISCHIO?

Da più parti si sono aggiunte voci che lanciano l’allarme: l’Ape volontaria per il 2020 è a forte rischio e senza provvedimenti in extremis sul tema pensioni in Manovra la riforma nata coi Governi Pd potrebbe saltare per il prossimo anno. Tanto la versione “singola” quanto quella “aziendale”, il Governo è intenzionato a non rinnovare l’anticipa finanziario per il pensionamento anticipato con 63 anni di età e con un minimo di 20 anni di contributi già versati. Ricordiamo che l’Ape volontaria è una sorta di prestito erogato come rata mensile da parte di un istituto di credito, poi restituito dal pensionato con un piano di ammortamento ventennale attraverso trattenute operate dall’Inps sulla pensione. Il prestito ponte per poter andare prima in pensione non sembra essere confermato anche per il 2020: già nella scorsa Manovra si è tentata l’interruzione, poi però i diversi ritardi avevano suggerito di rinviare di un anno la decisione. Vengono invece confermate su tutta la linea tanto l’Ape sociale quanto l’Opzione Donna, sempre per il prossimo anno. (agg. di Niccolò Magnani)

LA CORSA A USARE QUOTA 100

La riforma pensioni con Quota 100, come noto, non verrà cancellata dalla manovra approvata dal Governo. Tuttavia, come spiega a La Nazione Ester Ciccarelli, responsabile toscana dei patronati Uil, “nonostante questo c’è stata una corsa ad andare in pensione, con un’impennata delle cessazioni dal lavoro fino a inizio 2020”. Non a caso, quindi, il quotidiano toscano parla di “corsa a lasciare il lavoro”. Ciccarelli evidenzia che comunque “attualmente le richieste si stanno esaurendo, perché chi ha maturato i 38 anni di contributi e 62 anni di età ha di fatto già fatto domanda”.  Vedremo quindi se con l’inizio del nuovo anno continuerà questa “fuga” dal lavoro di chi avrà maturato i requisiti necessari a utilizzare Quota 100. Giacomo Martelli, Presidente delle Acli della Toscana, ricorda che “il provvedimento ha penalizzato le carriere lavorative discontinue tipicamente più femminili perché per poter usufruire di Quota 100 sono necessari 38 anni di contributi ma 35 versati”.  E come noto si tratta di un traguardo che per le donne non è affatto scontato.

RIFORMA PENSIONI, L’INCONTRO DELLA CGIL

A Lucca la Cgil, ha in programma un incontro, nella giornata di oggi, per “costruire un movimento dal basso per una vera riforma delle pensioni che permetta di recuperare il potere d’acquisto, stimato nel 30 per cento, perso negli ultimi 15 anni”. Come spiega luccaindiretta.it, infatti, il sindacato evidenzia che “nell’ultima finanziaria il governo prevede un incremento delle pensioni fino a 2.000 euro lordi (circa 1.600 netti) di 6 euro l’anno, una vera vergogna: noi non ci stiamo e proponiamo di organizzare un movimento dal basso per incrementare notevolmente le pensioni medio basse”. Per la Cgil, “quello che da subito bisognerebbe fare è una vera riforma delle pensioni con la cancellazione delle ‘dannate’ leggi che hanno portato molti pensionati alla miseria attraverso interventi tesi ad incrementando tutte le pensione medie basse”.

LE PROPOSTE DEL SINDACATO

Inoltre, bisognerebbe “riportare tutto il sistema pensionistico al retributivo per garantire ai giovani una futura pensione dignitosa; stabilire la possibilità di andare in pensione a 60 anni di età o con 40 anni di contributi; dividere la previdenza a carico dell’Inps, con l’assistenza che deve andare a carico dello Stato; rimborsare quanto è stato tolto ai pensionati con il blocco perequazione semestrale; alzare il tetto per avere il diritto alle detrazione del coniuge a carico, oggi fermo a 2.800 euro l’anno come stabilito 40 anni fa (circa 5 milioni di lire che avevano un altro valore); obbligare le imprese statali o amministrazioni pubbliche a pagare i contributi assicurativi o in caso di mancato pagamento lo Stato deve intervenire per ripianare il deficit senza scaricarlo sul fondo dei lavoratori privati”.