L’INSODDISFAZIONE DEI SINDACATI

L’insoddisfazione dei sindacati per quanto fatto è stato approvato con la finanziaria in tema di riforma pensioni viene ribadita da Enzo Zuardi, Segretario generale della Fnp-Cisl Basilicata. “Su oltre 4.000 emendamenti presentati da governo e opposizione alla ultima legge di bilancio nessuno ha riguardato la categoria dei pensionati, che continua ad essere considerata il bancomat delle finanze italiane e sopratutto l’unico vero ammortizzatore sociale per i figli e a volte i nipoti. La politica, tanto nazionale quanto locale, non può continuare ad ignorare i 16 milioni di pensionati, di cui 220 mila lucani, che contribuiscono attivamente al benessere di questo paese. La sfida che ci attende nel 2020 è molto impegnativa poiché se le risposte alle nostre rivendicazioni tarderanno ad arrivare dovremo essere in grado di mettere in atto nuove iniziative di protesta, senza escludere lo sciopero generale nazionale e regionale”, sono le parole del sindacalista riportate da basilicata24.it. Vedremo se la situazione migliorerà con l’apertura del confronto Governo-sindacati sulla previdenza.



LE DIVISIONI DEL GOVERNO SU QUOTA 100

La riforma pensioni con Quota 100 rischia di diventare nuovamente terreno di scontro nella maggioranza di governo in questo inizio 2020. Repubblica, ricordando i vari temi su cui i partiti che sostengono l’esecutivo dovranno confrontarsi presto ricorda che il Movimento 5 Stelle non intende mettere mano a Quota 100, visto che l’ha condivisa e approvata all’epoca del Governo Conte-1. “Del tutto contraria Italia Viva che ha già dato battaglia durante la discussione della legge finanziaria e che è convinta quelle risorse vadano messe in misure per i giovani”. C’è poi la posizione definita “neutrale” del Pd, che “non dà battaglia ma aspetta che non sia rinnovata”. Anche se non sono mancate dichiarazioni contro Quota 100 da parte di Marcucci. Il quotidiano romano evidenzia che M5s potrebbe però trovare un “appoggio esterno” a Quota 100 negli ex alleati della Lega, che non voterebbero mai per una sua cancellazione. Chiaramente però se si arrivasse a tanto vorrebbe dire che l’attuale maggioranza non avrebbe più senso di esistere.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PROSPERETTI

Il professor Giulio Prosperetti, Giudice Costituzionale, ha rilasciato un’intervista a Teleborsa in cui affronta anche temi di riforma pensioni. Ricorda infatti che “la sostenibilità delle pensioni è rimessa ad un sistema a ripartizione. I lavoratori sono convinti che i loro contributi versati servono a mantenere le loro pensioni, ma questo sistema in futuro sarà ridimensionato dal precariato dei giovani e dall’incertezza del posto di lavoro”. “Tutto questo fa si che sarà difficile mantenere una pensione dal punto di vista meritocratico”. Prosperetti sottolinea che “anche per questo è stato introdotto l’istituto della pensione di cittadinanza che cerca di recuperare un aspetto assistenziale rispetto a quello previdenziale. Per questo la pensione andrà via via fiscalizzandosi. Quando il rapporto tra lavoratori e pensionati sarà di uno ad uno il problema sarà evidente ed esploderà”.



LA PROPOSTA DI REVISIONE DEI CONTRIBUTI

Il Professore sottolinea anche che “attualmente l’impresa paga i contributi previdenziali sul numero dei lavoratori da lei impegnati – difatti rilevava a questi fini il lavoro umano -, ma ora è cambiato tutto, e nonostante questo è proprio l’impresa labor intensive spesso meno produttiva e con meno redditività che continua a finanziare il welfare. Bisognerà cambiare, si dovrà pensare ad un sistema in cui i contributi vengano pagati in ragione del profitto e non solo del numero dei lavoratori”. Di sicuro una prospettiva interessante che aiuta anche a capire quelli che sono “i limiti della sicurezza sociale che per tanti anni è stata una cintura protettiva per il lavoratore e il cittadino”.