INPS: NESSUN ALLARME SU PAGAMENTO PENSIONI

La situazione dei conti dell’Inps preoccupa non poco la Confederazione nazionale dei lavoratori, il cui Segretario generale Salvatore Ronghi, come riporta larampa.it, chiede il commissariamento dell’Inps. “Oltre un milione di lavoratori aspettano ancora la cassa integrazione. Migliaia di pratiche sono ferme da marzo scorso. Un ‘buco’ di oltre 16 miliardi che mette a rischio anche l’erogazione delle pensioni. Cos’altro si aspetta per commissariare l’Inps?”. Da parte sua, invece, l’Istituto nazionale di previdenza sociale fa sapere che “non esiste alcun allarme per il pagamento delle pensioni e delle altre prestazioni dell’Inps che possono essere finanziati attingendo, sulla base di vari strumenti che le legge mette a disposizione, a risorse dello Stato”. In effetti lo stesso Loy, Presidente del Civ dell’Inps, da cui è “partito” l’allarme, aveva parlato di “tentazione” di tirare la cinghia sulle prestazioni dell’Istituto, incluse le pensioni, evidenziando la necessità di un intervento urgente da parte del legislatore.



SALVINI E LA QUOTA 100: L’ULTIMO MONITO

La riforma pensioni come ‘chiave politica’ non è certo la prima volta che viene posta in essere dai leader nostrani: e così ad un anno dalla scadenza ultima della quota 100, è ancora il suo “padre politico” Matteo Salvini a difenderla contro gli attacchi dell’Europa e dello stesso Partito Democratico che pure l’ha confermata per l’ultimo anno nella Manovra 2021. Intervenendo ieri a “Non è l’Arena” il segretario della Lega esclude ogni ipotesi di “Governo di larghe intese” con chi quella riforma pensionistica la vuole smontare: «La dignita’ per me non ha prezzo, mai andrei al governo con chi ha smontato decreto sicurezza e vuole smontare quota 100. Non vale la pena un governo minestrone. Non tiriamo a campare altrimenti ci ritroveremo qui tra un anno». L’attacco del leghista al Governo Conte è diretto: «Il 90% dei messaggi e delle mail che ricevo sono di italiani disperati. Partite Iva, artigiani, nonni che danno la loro pensione ai nipoti perche’ sono ripartite le cartelle esattoriali. Io penso che nel centrodestra ci sia la consapevolezza che in questo Parlamento non siano possibili nuove maggioranze, non servono 5 o 6 transfughi a dare risposte certe».



I RISCHI DEL BUCO DI 16 MLD NEI CONTI INPS

In un’intervista a Repubblica dedicata al “buco di quasi 16 miliardi nel bilancio Inps” causato dall’erogazione della Cig per il Covid, Guglielmo Loy spiega che se tale ammanco non verrà ripianato, “quando si tornerà all’ordinario l’Inps rischia di non avere le risorse, che ricordo sono frutto di contributi di imprese e lavoratori, per erogare le prestazioni. O doverle ridurre”. E, seppur appaia un’ipotesi estrema, non è certo peregrina quella che a farne le spese possano essere anche le pensioni. Secondo il Presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, “se il sistema non è più in equilibrio, qualcuno potrebbe essere tentato di tirare la cinghia sulle prestazioni, pensioni incluse. La profonda recessione poi inciderà molto, con contributi calanti. Il legislatore deve intervenire quanto prima”. Si tratterà di fatto di andare a operare dei trasferimenti per ripianare i conti dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, determinando però un aumento del deficit e quindi anche del debito pubblico.



LA PROPOSTA PER AIUTARE I GIOVANI

In una lettera al direttore dell’Avanti, Luigi Mainolfi ha spiegato che “le polemiche tra le forze politiche, che ci stanno inondando da diversi giorni, sono più pericolose del Covid 19”. Di fronte alle difficoltà economiche, all’ampliarsi delle disuguaglianze sociali, dal suo punto di vista, “invece di elaborare metodi e prospettive per evitare il disastro sociologico, di cui parlano istituti specializzati, assistiamo a barzellette tosco-pugliesi (Renzi-Conte)”. Mainolfi ha avanzato quindi una proposta che appare strettamente collegata ai temi di riforma pensioni: “Mi permetto di esporre una mia idea. Forse dovremmo incominciare a pensare di ridurre drasticamente le pensioni superiori a una certa cifra, per creare un fondo da utilizzare per investimenti a favore dei giovani, che vivono nell’ansia per un futuro incerto. Un 75 enne ha bisogno di una buona sanità pubblica non di pensioni favolose. I giovani hanno bisogno di tranquillità per crearsi una famiglia”. Una proposta non certo inedita, ma che ancora, in questi tempi di pandemia, non era stata riportata alla luce.

RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA DEL CODS

Secondo Orietta Armiliato, insieme a una riforma delle pensioni improntata alla flessibilità occorre agire per diminuire e azzerare nel medio lungo termine le disuguaglianze e le disparità, tra cui quelle salariali che si riflettono poi nelle differenze esistenti tra gli importi degli assegni erogati agli uomini e di quelli erogati alle donne. In un post sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social ritiene quindi che tramite il Recovery plan si possa iniziare un “percorso educativo già nelle classi delle scuole elementari” per fare in modo che si sviluppi una cultura che non lasci sulle spalle delle donne il lavoro di cura che va poi a svantaggio delle loro carriere e pensioni. Sarebbe comunque importante intanto avere una misura per valorizzare il lavoro di cura ai fini previdenziali.

LE PAROLE DI MACELLONI

Intanto, come riporta assostampa.org, partecipando a una teleconferenza organizzata dall’Associazione Stampa Toscana, Marina Macelloni ha spiegato che le pensioni dei giornalisti non rischiano tagli strutturali se l’Inpgi riuscirà a restare in piedi senza essere assorbito dall’Inps. La Presidente dell’Inpgi ha anche escluso di procedere a una fusione tra la gestione separata, in attivo, e quella principale. Invece, in Sicilia, il consigliere comunale ed ex Sindaco di Agrigento di Lillo Ferretto, come riporta agrigentooggi.it, critica il Governatore Musumeci evidenizando che la Sicilia è rimasta l’unica regione in zona rossa e “ha attività al collasso, licenziamenti alle porte, economia in crisi. Famiglie alla fame e ci si aiuta come si può: le pensioni dei nonni, il reddito di cittadinanza, la Caritas. Fino a quando?”.