LE PAROLE DI ELSA FORNERO
In un articolo pubblicato sulla Stampa, Elsa Fornero torna a parlare di uno degli episodi che hanno segnato la recente vita politica italiana, dato che ritorna spesso alla luce quando si parla di riforma pensioni: le lacrime versate in conferenza stampa a fine 2011 nell’annunciare misure previdenziali non certo piacevoli per gli italiani. “Il mio pianto, dopo la riforma sulle pensioni, è stata un’emozione vera che mi ha segnata. Un momento di debolezza, ma anche di partecipazione alle difficoltà di tutti. Molti l’hanno capito, altri l’hanno sfruttato”, spiega l’ex ministra del Lavoro, secondo cui “ridicolizzare fa parte di un atteggiamento molto misogino della nostra politica”. La Fornero spiega poi di non voler commentare “quel sondaggio della Lega – in cui ero citata – sul peggior ministro. La critica è sempre accettabile, ma va argomentata. Altrimenti è segno di ignoranza e va combattuta. La conoscenza di per sé non è un sentimento, ma migliora a i sentimenti in quanto aiuta a capire le difficoltà, a dare maggiore prudenza nelle espressioni dei giudizi”.
LA RICHIESTA DI PROIETTI
Il Gruppo Disoccupati Piceni ricorda che nel caso di un nuovo lockdown sarebbe corretto “mettere anche i dipendenti pubblici in Naspi”, anche perché se il debito pubblico continuasse a crescere “si rischia il default, con tagli di pensioni, tagli di stipendi, tagli di servizi sanitari, e allungamento dell’età pensionabile”. Intanto Domenico Proietti, come riporta Adnkronos, evidenzia che “il primo obiettivo della riforma fiscale deve essere quello di tagliare le tasse a chi le paga: lavoratori dipendenti e pensionati. Ciò deve avvenire con un corposo aumento delle detrazioni per questi contribuenti”. Secondo il Segretario confederale della Uil, “contemporaneamente, va definito un taglio delle aliquote Irpef rispettando il principio di progressività. È apprezzabile che il Governo abbia ribadito la volontà di confrontarsi con le forze sociali. Però è ora che questo confronto inizi”. Dal suo punto di vista, “la riforma fiscale è indispensabile per promuovere la ricostruzione economica del Paese”.
FUTURO POST-QUOTA 100: QUALE RIFORMA?
In un editoriale sul Corriere della Sera del 31 agosto, Daniele Manca prova a fissare alcuni dei punti-consigli “necessari” per evitare di ripetere – nella prossima riforma pensioni – gli stessi errori e mancanze di Quota 100. «Finora abbiamo visto iniziative che sembrano appartenere al secolo scorso, inadatte a una fase storica che richiede una qualità della politica e degli amministratori ben più elevata di quella vista finora. E se ci dovessero essere risparmi legati a quelle norme, evidentemente sbagliate come Quota 100, devono essere indirizzati a iniziative che aumentino la quota di occupati e che non difendano soltanto quelli che già lo sono», spiega l’editorialista del CorSera. Evidenziati come enorme problema l’essenza stessa del ritiro troppo anticipato dal mondo del lavoro: «Come se a 62 anni le persone fossero da buttare e mettere su una panchina. E questo al di là dei potenziali buchi di bilancio. Potenziali perché proprio la risposta dei lavoratori è stata assolutamente fredda, a dimostrazione che il tema non è fuggire dal mondo del lavoro, ma avere e conservare un impiego».
LE IPOTESI SUL TAVOLO DEL GOVERNO
In un articolo su Tiscali Notizie viene ricordato che Governo e sindacati si incontreranno a breve per tornare a parlare di riforma pensioni e che tra le ipotesi cui si sta lavorando nell’esecutivo c’è quella di una flessibilità a partire dai 62 anni collegata a una penalizzazione sull’importo dell’assegno che “dovrebbe essere legata inevitabilmente agli anni di anticipo rispetto all’età per il pensionamento di vecchiaia (attualmente 67 anni), e aggirarsi intorno al 3% per anno. Il taglio massimo sarebbe pertanto del 15%”. Sembra poi che si continui a tenere sul tavolo l’ipotesi di introdurre Quota 41- “Il criterio per una uscita anticipata dal posto di lavoro in base alla contribuzione versata potrebbe, tuttavia, anche essere abbassato rispetto a quanto previsto attualmente per il pensionamento anticipato”. Resta da capire se, come si è vociferato nelle scorse settimane, si avrebbe un ricalcolo contributivo dell’assegno pensionistico, un’ipotesi che di certo non è gradita ai lavoratori precoci.
LA SENTENZA SUI VITALIZI
Si avvicina la data sul referendum relativo al taglio dei parlamentari per il quale il Movimento 5 Stelle (non da solo) chiede di votare Sì. Luigi Di Maio, sulla propria pagina Facebook, ha ricordato che “paghiamo 300mila euro al giorno per mantenere 345 seggi inutili, 345 maxi-mensilità, pensioni e privilegi che gli altri Stati non hanno. Perché dobbiamo rimanere indietro? Perché non possiamo finalmente scegliere di cambiare?”. Sulla questione dei vitalizi ai politici va segnalato quanto riportato da pensionioggi.it, ovvero che “non sono deducibili i contributi trattenuti sull’indennità di presenza dei consiglieri regionali destinati al finanziamento dell’assegno vitalizio di fine mandato, in quanto tale indennità non ha natura previdenziale. Lo ha sancito la Corte di Cassazione con la sentenza numero 17052/2020 del 13 Agosto 2020 con la quale i giudici erano stati chiamati a pronunciarsi circa la deducibilità dei contributi versati da un Consigliere Regionale della Regione Friuli Venezia Giulia”.
RIFORMA PENSIONI, LA LETTERA DELL’ONMIC ALL’INPS
Il vicepresidente regionale dell’Opera nazionale mutilati invalidi civili della Puglia, Achille Azzarito, ha scritto al Direttore dell’Inps per chiedere un incontro urgente per discutere e cercare di risolvere alcune problematiche riscontrante da associati e cittadini. In particolare, come riporta brindisilibera.it, viene chiesto “come mai l’Ufficio dove vengono inoltrate le domande inviate dai patronati per l’ottenimento della 14a mensilità ancora non dà delle risposte in merito?”. Gli altri punti segnalati da Azzarito sono “definizione di accompagnamento col pagamento agli interessati che da tempo aspettano per affrontare le esigenze economiche di ricoveri, medicinali ecc.ecc.; risposte da dare al cittadino invalido dopo aver inviata la documentazione on line al vostro istituto per il risultato finale il ‘Verbale’”.
IL RICHIAMO AGLI AUMENTI DELLE PENSIONI DI INVALIDITÀ
Viene anche chiesto “quando l’istituto verrà aperto ai cittadini con le modalità di sicurezza per il Covid-19”, anche perché “i Patronati hanno esigenza di ritornare all’Inps il giorno previsto” per “discutere di tante pratiche affidate loro dai cittadini, sempre con le modalità sicurezza Covid-19”. In questo senso viene evidenziato che “l’Istituto dovrebbe essere più sollecito a dare risposte agli stessi Patronati sulle svariate richieste che vengono trasmesse on line da parte degli stessi”. Azzarito ricorda infine che “il decreto agosto ha istituito un fondo per la copertura degli aumenti delle pensioni di invalidità. Dal 20 luglio scorso tutti gli assegni sono stati portati a 651,51 euro al mese. Quando si vedrà questo aumento?”.