GLI EFFETTI DELLA MANOVRA
Intervistata da roma.it, Carmela Tiso, Presidente del patronato Labor, spiega gli effetti di una misura di riforma pensioni contenuta nella Legge di bilancio e di cui si discute già molto. “Sostanzialmente le perequazioni delle pensioni per l’anno entrante prevederanno un incremento di appena lo 0,4% rispetto al precedente. Tutto questo, tradotto in soldoni, vuol dire circa 2/3 euro di incremento pensionistico al mese: una cifra che potrei definire irrisoria, visto e considerato che solamente l’anno scorso la perequazione era stata tre volte superiore. Non possiamo stupirci, dunque, delle recenti proteste di cittadini, sigle sindacali e associazioni dei consumatori. Insomma, diminuisce il potere di acquisto dei soldi dei pensionati, già tassati da storici balzelli ed elevate imposte. Una situazione di pesante tassazione che porta numerosi anziani a decidere di vivere all’estero, in paesi come la Spagna e il Portogallo, dove il carico fiscale sulle pensioni è tre, quattro volte minore”, sono le sue parole sul tema.
IL BOTTA E RISPOSTA FURLAN-LANDINI
In un interessante botta e risposta a distanza, Annamaria Furlan e Maurizio Landini toccano anche il tema della riforma pensioni. Intervistata da La Stampa, la Segretaria generale della Cisl spiega all’omologo della Cgil che la concertazione non può essere fatta solo di sorrisi e cita “la Finanziaria ad esempio: ci sono cose positive, come la promessa di una seria lotta all’evasione e le risorse per ridurre il cuneo fiscale. Le risorse però sono poche, non c’è nulla sulla rivalutazione delle pensioni, ancora troppo poco per l’innovazione, la ricerca, le assunzioni e i rinnovi contrattuali della P.A. E i cantieri pubblici sono bloccati come prima”. Landini, da parte sua, intervistato da Radio 24 dice di non aver mai sorriso al Governo e anzi ricorda che “gennaio è un mese importante perché il governo si è impegnato su quattro tavoli per la riforma fiscale, la revisione della Legge Fornero sulle pensioni, il nuovo contratto del pubblico impiego e per le politiche industriali e gli investimenti”.
LE PAROLE DI GUALTIERI
Le parole pronunciate da Roberto Gualtieri, nel corso dell’audizione alla commissione Bilancio della Camera riguardo la manovra, sembrano confermare che in tema di riforma pensioni non ci sono di fatto novità nella Legge di bilancio, come è stato sostenuto anche da diversi commentatori. Il ministro dell’Economia ha infatti detto che “in campo previdenziale si confermano Ape Sociale e Opzione donna oltre al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, in particolare la cassa integrazione. In tale contesto viene finanziato il pensionamento anticipato dei giornalisti e poligrafici di aziende in crisi che presentano dei piani di assunzione che coinvolgono ‘under 35’”. Una misura, quest’ultima, che è stata tra l’altro criticata dall’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, perché rischia di pesare sul suo bilancio, dato in particolare che i prepensionamenti avverrebbero a fronte di assunzioni anche di lavoratori che potrebbero non essere iscritti all’Inpgi, che invece perderebbe i contributi del pensionando.
LA “NUOVA” RICHIESTA SINDACALE
Le mobilitazioni sindacali contro le mosse del Governo in tema di riforma pensioni sono andate avanti anche questa settimana. Il segretario della Fnp-Cisl di Genova, Pietro Mattioli, ha spiegato quali sono le tre richieste fondamentali all’esecutivo: “Il rinnovo del meccanismo di adeguamento delle pensioni al costo della vita, perché sono anni che gli assegni mensili vengono rivalutati solo parzialmente, con una perdita di un buon 30% del potere di acquisto in meno di 10 anni. Occorre una legge quadro sulla non autosufficienza, che in qualche modo dia sicurezza in merito ai finanziamenti che vengono erogati alle Regioni per fornire i servizi specifici. Infine, chiediamo l’allargamento della platea di coloro che ricevono la quattordicesima, perché molti pensionati con redditi bassi cominciano ad avere grossi problemi di tenuta”. “C’è poi una quarta questione, che è una rivendicazione non solo dei pensionati, ma del sindacato tutto: la revisione del fisco”, aggiunge Mattioli, stando a quanto riportato da lavocedigenova.it.
LA VERTENZA-PILOTA DI FISASCAT
La Fisascat-Cisl di Belluno e Treviso è pronta a una vertenza-pilota per il recupero dei contributi pensionistici dei lavoratori con part-time verticale ciclico. Come ricorda trevisotoday.it, infatti, già nel 2010 la Corte di Giustizia europea ha stabilito che “ai lavoratori a tempo parziale debbano essere garantite le stesse condizioni di cui godono i lavoratori a tempo pieno, anche sotto il profilo contributivo-previdenziale. Questa interpretazione, recepita anche dalla giurisprudenza italiana soprattutto dal 2015, implica che l’Inps debba riconoscere l’anzianità contributiva ai lavoratori part-time in base alla durata del rapporto lavorativo e non al numero delle settimane di lavoro concretamente svolte”. Massimiliano Paglini, Segretario della Cisl Belluno Treviso evidenzia che “in uno Stato di diritto non possono coesistere tempistiche e modalità di riconoscimento del diritto alla pensione diverse tra pari categorie di lavoratori. Inoltre il lavoro a part-time va tutelato e agevolato, non può diventare discrimine ed elemento di penalizzazione, è una questione di giustizia sociale e di progresso civile”.
RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA FISCALE
Proseguono le mobilitazioni dei sindacati sul territorio. A Genova c’è stato un presidio davanti alla Prefettura. “Un modo per dare un riconoscimento ai pensionati, che sono quelli che pagano di più in Europaè quello di intervenire sulle tasse e chiediamo che nel Def siano inserite detrazioni per poter compensare la perdita di potere d’acquisto”, sono le parole di Alba Lizzandri, segretaria organizzativa della locale Uil Pensionati riportate da genova24.it che ricordano come tra le rivendicazioni ci siano misure di riforma pensioni. “È il momento di dare una risposta seria. Serve una riforma fiscale seria perché i pensionati italiani sono quelli che pagano più tasse rispetto agli altri pensionati dei paesi europei”, spiega Domenico Sarti, Segretario generale dello Spi-Cgil di Ancona stando a quanto riportato da centropagina.it.
LA PERDITA PER I PENSIONATI
Sandro Bellagamba, della segreteria Uilp-Uil delle Marche ricorda la richiesta di ricostruire “il montante contributivo perché dai nostri centri studi risulta che i pensionati stanno ormai perdendo una mensilità. Presenteremo anche il problema degli incapienti che non possono portare in detrazione le spese mediche”. Oggi è in programma l’ultimo presidio dei pensionati in piazza Montecitorio, cui aderiscono i sindacati dei pensionati a livello nazionale. Non è però da escludere che ci siano nuove iniziative a gennaio, come ha fatto capire Piero Attioli, Segretario Fnp-Cisl di Genova, in mancanza di provvedimenti concreti da parte del Governo con la manovra.